Nessuno aveva visto arrivare Nikola Jokic
Il cestista serbo è stato eletto miglior giocatore della stagione NBA, sette anni dopo essere stato la 41esima scelta al draft
Come da tradizione, a playoff in corso il campionato di basket della NBA ha eletto il miglior giocatore della stagione regolare, il cosiddetto MVP (Most Valuable Player, il giocatore di maggior valore). Quest’anno è il ventiseienne Nikola Jokic, centro serbo dei Denver Nuggets, squadra con la quale gioca da quando nel 2015 arrivò negli Stati Uniti.
Jokic non è soltanto il primo MVP serbo nella storia della campionato nordamericano e il primo per i Denver Nuggets. È anche il primo centro a vent’anni di distanza da Shaquille O’Neal, e il primo entrato in NBA dal secondo giro del draft, l’evento annuale con cui le squadre scelgono a turno i migliori giocatori dai college o dall’estero. Per la precisione, Jokic fu selezionato alla quarantunesima chiamata, cioè dopo molti giocatori che, per capirci, oggi sono riserve o nemmeno giocano più in NBA. Quando i Nuggets lo selezionarono, la diretta televisiva negli Stati Uniti mandò la pubblicità di un nuovo burrito della catena di fast food Taco Bell.
Da alcuni anni Jokic era in aria di MVP, un riconoscimento che alla fine è arrivato in una stagione in cui ha raggiunto una media in carriera di 26.4 punti, 8.3 assist e 10.8 rimbalzi a partita. Nell’ultima stagione regolare è stato il secondo giocatore per numero di triple doppie realizzate (16) dietro Russell Westbrook, un giocatore irraggiungibile sotto questo aspetto, ma anche molto diverso fisicamente (le triple doppie segnano il raggiungimento della doppia cifra in tre diverse voci statistiche: punti, assist e rimbalzi).
Jokic è infatti alto 2 metri e 11 centimetri, che non sono esattamente le caratteristiche più adatte a tenere quel genere di numeri, di solito registrati da giocatori più versatili e meno ingombranti. Il due volte MVP greco di origini nigeriane Giannis Antetokounmpo, che per esempio misura come Jokic, nonostante sia più longilineo e dinamico, in questa stagione ha realizzato la metà delle sue triple doppie.
La carriera nel basket di Jokic non è mai stata scontata. Iniziò a giocare in Serbia a dieci anni, ma dopo tre anni mollò perché voleva diventare un fantino. Le sue dimensioni però non lo aiutarono, e così a quindici anni tornò al basket, con molto talento nelle mani ma anche un po’ di pigrizia e abitudini alimentari sregolate. Si racconta che quando firmò il suo primo contratto da professionista con il Mega di Belgrado, fu messo sotto un regime intensivo di allenamenti soltanto per arrivare a fare qualche piegamento. La stessa cosa si ripetè a Denver, dove prima di debuttare in campionato perse quattordici chili.
A Denver ora fa parte di una delle squadre più coese della NBA, e insieme al canadese Jamal Murray la tiene ad alti livelli ormai da anni. L’anno scorso fu protagonista di due grandi rimonte ai playoff, prima contro gli Utah Jazz e poi contro i Los Angeles Clippers, entrambe partite da uno svantaggio di 3-1. Nella settima e decisiva gara contro i Clippers, Jokic realizzò 16 punti, fece 13 assist e prese 22 rimbalzi, e insieme a Murray fu autore di 56 punti complessivi.
Dopo aver perso le finali dell’Ovest della passata stagione contro i Lakers che poi vinsero il titolo, quest’anno Denver è ancora ai playoff. Dopo aver eliminato Portland al primo turno, ora è sotto di una sconfitta contro Phoenix, ma ha ancora ampi margini per ritornare a giocarsi la finale di conference guarda caso contro Utah o Clippers, le due che eliminò nel 2020.