Le grandi navi continuano a passare da Venezia

Nonostante il governo avesse promesso che sarebbero state dirottate a Marghera, e ci sia una legge già approvata: mancano ancora le alternative

Una protesta contro le grandi navi a Venezia durante la partenza della MSC Orchestra, 5 giugno
(ANSA/ANDREA MEROLA)
Una protesta contro le grandi navi a Venezia durante la partenza della MSC Orchestra, 5 giugno (ANSA/ANDREA MEROLA)
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Sabato 5 giugno è passata davanti al centro storico di Venezia la prima nave da crociera da 17 mesi. Il passaggio delle cosiddette grandi navi era fermo dal gennaio 2020, prima dell’inizio della pandemia da coronavirus. La Msc Orchestra è salpata dalla Stazione Marittima con circa mille passeggeri a bordo, passando per il canale della Giudecca, poi nel bacino di San Marco e infine è uscita dalla laguna passando per la bocca di porto del Lido, con destinazione Grecia.

La nave è stata accompagnata lungo il suo percorso da diverse barche del movimento contrario al passaggio delle grandi navi nel centro di Venezia, che hanno manifestato il proprio dissenso con bandiere e megafoni. I manifestanti hanno criticato in particolare il fatto che benché il governo avesse promesso l’allontanamento delle grandi navi da Venezia e il Parlamento abbia approvato una legge al riguardo, la situazione sia rimasta identica a prima. È previsto che la Msc Orchestra torni a Venezia ogni sabato, e nei prossimi mesi passeranno per Venezia altre due navi da crociera, la Msc Magnifica e la Costa Deliziosa.

Il passaggio delle grandi navi a Venezia è da tempo contestato per il suo impatto ambientale: venne inizialmente limitato nel 2012 dal decreto Clini-Passera, che però rimase incompleto. Il decreto vietava infatti il transito nel canale della Giudecca alle navi passeggeri di oltre 40mila tonnellate, ma solo in presenza di valide alternative, che non vennero predisposte.

Nel 2014 il Comitato interministeriale bloccò nuovamente l’accesso alle navi di oltre 40mila tonnellate, ma il TAR annullò il provvedimento. Fino all’anno scorso le navi da crociera — seppur di peso non superiore alle 96mila tonnellate — hanno quindi continuato a transitare per il canale della Giudecca, talvolta provocando incidenti, come quello della nave “Opera”.

Lo scorso 12 maggio la Camera dei deputati aveva approvato definitivamente in seconda lettura la conversione in legge di un decreto per l’allontanamento delle grandi navi dal centro storico di Venezia. Il decreto prevedeva che l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale, che gestisce anche la laguna di Venezia, avesse tempo fino al 31 maggio «per avviare «un concorso di idee» per elaborare proposte di punti di attracco fuori dalle acque protette della laguna di Venezia.

Il governo aveva stanziato per il progetto 2,2 milioni, ma il bando di concorso non è ancora stato pubblicato. Lino De Blasio, che il 3 giugno è stato eletto nuovo presidente dell’Autorità portuale, ha spiegato il ritardo dicendo che il concorso è «una procedura nuova, di cui bisogna comprendere bene gli aspetti e per ora non c’è stata materialmente la possibilità».

Il 25 marzo, prima dell’approvazione del decreto, i ministri della Transizione ecologica, della Cultura, del Turismo, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, avevano concordato di dirottare in via temporanea il traffico delle grandi navi da Venezia verso Marghera. Nel decreto del governo, però, non si fa nessun accenno al dirottamento temporaneo delle navi, ma solo al concorso di idee per la costruzione di punti di attracco fuori dalle acque protette. Per di più il decreto non specifica entro quando questi punti di attracco debbano essere costruiti.

L’approdo temporaneo a Marghera sarebbe dovuto avvenire in due terminal specializzati nella gestione del traffico container, Vecon e TIV. Al momento però i terminal non hanno le strutture adatte a ospitare navi da crociera e sono necessari mesi di lavori per renderli utilizzabili per i passeggeri.

Un problema riguarda i protocolli di sicurezza per l’emergenza coronavirus (per esempio i tamponi ai passeggeri in fase di imbarco) per cui la Stazione Marittima di Venezia è attrezzata, mentre il porto di Marghera no. È prevista la costruzione di un nuovo terminal a Marghera, che costerà circa 41 milioni di euro, in grado di ospitare le navi da crociera: al momento però non si sa per quando sarà pronto, e le stime più ottimistiche parlano del 2022.

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