Cosa si dice della presunta morte del leader di Boko Haram
Le notizie sulla morte di Abubakar Shekau circolano da giorni e ci sono sempre più indizi al riguardo, ma manca una conferma ufficiale
Da diversi giorni circolano notizie sulla morte di Abubakar Shekau, leader del gruppo terroristico jihadista Boko Haram, attivo perlopiù nel nord della Nigeria. Shekau, uno dei terroristi più ricercati al mondo, noto per la brutalità dei suoi metodi, era stato dato per morto alla fine del mese scorso, ma la notizia è stata accolta con molta prudenza dagli analisti e dai media: già in altre occasioni la sua morte era stata annunciata dall’esercito nigeriano, per poi essere smentita qualche tempo dopo.
Questa volta, però, gli indizi che sembrano indicare che Shekau sia morto sono più solidi del solito.
Il 7 giugno Reuters ha scritto di aver ascoltato una registrazione audio in cui Abu Musab al-Barnawi, ex portavoce di Boko Haram e ora leader della Provincia dell’Africa occidentale dello Stato Islamico (ISWAP), un gruppo affiliato allo Stato Islamico in Nigeria nato nel 2016 dopo una scissione da Boko Haram, dice che Shekau sarebbe morto il 18 maggio dopo essersi fatto esplodere. Shekau, in base alle ricostruzioni, avrebbe fatto detonare una cintura esplosiva che indossava dopo essere stato braccato dai miliziani dell’ISWAP nella foresta di Sambisa, nello stato del Borno, nel nord-est della Nigeria.
L’autenticità della voce di al-Barnawi è stata confermata a Reuters da due persone che lo conoscono. Nella registrazione, al-Barnawi dice che i miliziani dell’ISWAP avrebbero accerchiato Shekau e gli avrebbero proposto di arrendersi e unirsi a loro. Shekau, secondo quanto dice al-Barnawi, «ha preferito essere umiliato nell’aldilà piuttosto che essere umiliato sulla Terra, e si è ucciso facendosi esplodere». La notizia, comunque, non è stata confermata né da Boko Haram né dalle autorità nigeriane.
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Già il 20 maggio diversi giornali avevano scritto, citando fonti dell’intelligence nigeriana, che Shekau si era fatto esplodere in un conflitto con i miliziani del’ISWAP: AFP aveva scritto che era rimasto gravemente ferito, mentre il Wall Street Journal, citando altre fonti dell’intelligence nigeriana, aveva scritto che Shekau era morto.
Anche il New York Times aveva scritto della morte di Shekau, sottolineando però che non c’era molta certezza sull’affidabilità delle fonti della notizia, che provenivano principalmente da miliziani di Boko Haram che si trovavano nella foresta di Sambisa a combattere l’ISWAP e da militari dell’esercito nigeriano. Ne aveva scritto su Twitter anche Ahmad Salkida, giornalista nigeriano molto ben informato su Boko Haram, che aveva detto, senza nominare direttamente Shekau, «un’era di brutalità da parte di una persona è probabilmente finita».
L’esercito nigeriano negli anni scorsi aveva annunciato la morte di Shekau in diverse occasioni, ma queste notizie erano sempre state smentite: questa volta, invece, ha fatto sapere che sta indagando sull’accaduto.
Shekau è a capo di Boko Haram dal 2009, e da allora è conosciuto dagli esperti di terrorismo in Africa per la brutalità e violenza degli attacchi compiuti dal suo gruppo nel nord della Nigeria. Di lui non si sa molto, come succede spesso per i leader delle organizzazioni terroristiche africane. Dovrebbe avere 47 anni ed è diventato noto per i suoi video deliranti e per l’estrema brutalità usata dai suoi uomini negli attacchi contro i civili. Per molti anni è stato il “secondo” di Boko Haram, fino a che nel 2009 l’allora leader del gruppo, Mohammad Yusuf, fu ucciso dalla polizia.
Negli anni Boko Haram ha ucciso migliaia di persone tra cui donne, anche incinte, e bambini: il rapimento più noto avvenne a Chibok nel 2014, quando furono rapite 276 studentesse. Alcune delle donne rapite, inoltre, sono state addestrate per compiere attacchi suicidi in Nigeria e nei paesi vicini. Secondo le stime del governo nigeriano circa 35mila persone sono state uccise da Boko Haram.
Nel 2015 Boko Haram annunciò la sua annessione allo Stato Islamico, ma nemmeno un anno dopo il gruppo si divise, soprattutto a causa delle divergenze sui metodi brutali utilizzati da Shekau e sull’uccisione dei civili negli attacchi.
Da allora è nato un nuovo gruppo affiliato allo Stato Islamico, l’ISWAP, guidato da Abu Musab al-Barnaw, che sta cercando di prendere il posto di Boko Haram nel controllo della Nigeria nord-orientale. Secondo diversi analisti, se l’uccisione di Shekau venisse confermata, l’ISWAP potrebbe consolidare il suo potere nel paese e di fatto prendere il posto che per più di 10 anni è stato di Boko Haram.