A Copenaghen vogliono costruire una grande isola artificiale
Davanti al porto, per metterci le case di almeno 35mila persone: ma il progetto non piace ai gruppi ambientalisti
Venerdì il parlamento danese ha approvato il progetto per la realizzazione di un’isola artificiale davanti al porto di Copenaghen, su cui potranno abitare almeno 35mila persone. Il progetto prevede costi per circa 20 miliardi di corone danesi, pari a 2,7 miliari di euro. I lavori per l’isola artificiale, il cui nome provvisorio è Lynetteholmen, dovrebbero iniziare nel 2035 ed essere completati nel 2070. E sebbene queste date non siano proprio dietro l’angolo, se ne sta parlando molto, anche per via di alcune critiche dei gruppi ambientalisti.
Il piano per la realizzazione di Lynetteholmen era stato presentato nell’ottobre del 2018 dal governo di centrodestra guidato dall’allora primo ministro Lars Loekke Rasmussen, e poco dopo era stato approvato dall’amministrazione comunale di Copenaghen. Venerdì, in parlamento, il progetto è stato approvato con 85 voti favorevoli e 12 contrari.
Secondo il progetto attuale Lynetteholmen avrà un’area di quasi tre chilometri quadrati (pari a più o meno 400 campi da calcio) e sarà collegata alla città di Copenhagen con un tunnel stradale e una linea metropolitana. Il piano prevede inoltre che l’isola, che dovrebbe essere realizzata davanti al porto della città, abbia sul suo perimetro una serie di strutture per proteggere il porto dalle mareggiate e dall’innalzamento del livello del mare.
Le principali critiche dei gruppi ambientalisti riguardano, per cominciare, tutti i materiali che dovranno essere usati e trasportati per realizzare l’isola. Secondo una stima di uno questi gruppi citata da BBC servirebbero per esempio fino a 350 camion al giorno per portare via terra i materiali necessari. Solo per quanto riguarda i materiali per il suolo (e quindi non per la realizzazione di tutto quello che eventualmente ci andrebbe sopra) è stato stimato che bisognerà portare circa 80 milioni di tonnellate di “terreno”. Altre questioni riguardano poi il possibile impatto che l’isola avrà sugli ecosistemi e sulla qualità dell’acqua.
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Come aveva spiegato Bloomberg CityLab, tra chi si era detto contrario al progetto c’erano anche alcuni funzionari della Scania, la più meridionale delle regioni svedesi, e dunque la più vicina alla Danimarca. La loro preoccupazione era infatti che il progetto potesse in qualche modo alterare le correnti e creare altri tipi di problemi anche oltre le acque di Copenaghen.
Nel dibattito che ha preceduto il voto in parlamento, Thomas Jensen – il parlamentare socialdemocratico che ne è stato relatore– ha detto: «Tra tutti i disegni di legge di cui mi sono occupato, questo è quello che è stato più discusso: consultando esperti, chiedendo rapporti tecnici e con oltre 200 quesiti per il ministero dei Trasporti, ognuno dei quali ha ricevuto risposta. Dal punto di vista procedurale, abbiamo pensato a tutto».
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