Quanto costa la campagna vaccinale
Dall'organizzazione dei centri ai vaccini veri e propri finora sono stati stanziati 1,4 miliardi di euro, oltre a quelli per pagare chi ci lavora
Consentire ogni giorno a centinaia di migliaia di persone di ricevere una dose del vaccino contro il coronavirus comporta notevoli spese, ritenute necessarie da quasi tutti i paesi del mondo per riportare società ed economie alla normalità dopo oltre un anno di pandemia. Al momento in Italia sono stati stanziati 1,42 miliardi di euro solo per l’organizzazione della campagna vaccinale, cioè per l’acquisto delle dosi dei vaccini, per l’allestimento dei punti vaccinali e l’acquisto dei cosiddetti ultra congelatori negli ospedali, per il trasporto di milioni di flaconcini in sicurezza e per l’attività promozionale.
Ma è solo una parte minoritaria della spesa complessiva sostenuta per l’emergenza sanitaria: in totale sono stati messi a bando investimenti per 16,2 miliardi di euro dei quali ne risultano già aggiudicati 5,7 miliardi.
Tutti i costi diretti dell’emergenza coronavirus sono stati pubblicati dal sito Openpolis, che attraverso uno strumento chiamato “osservatorio bandi” consente di monitorare le spese della pubblica amministrazione. I dati dell’osservatorio mostrano tutte le forniture con la previsione di costi, l’importo messo a bando, che indica la possibilità massima di spesa, e quello di aggiudicazione (nei casi in cui è stato già assegnato). In totale sono stati pubblicati oltre 13mila lotti che vanno da spese minori, come l’acquisto di un cartellone pubblicitario, fino alle forniture di milioni di vaccini decise dalla struttura commissariale per l’emergenza COVID-19.
Grazie a questa pubblicazione è possibile quantificare in modo preciso i costi diretti dell’emergenza sanitaria dal 31 gennaio 2020 al 19 maggio scorso, mentre è ancora molto complesso stimare i costi indiretti come le conseguenze economiche delle chiusure, della sospensione dei viaggi internazionali e interni: finora la ripresa delle attività è stata solo parziale e solo tra qualche mese, forse, si potrà cercare di stimare gli effetti sull’economia che già lo scorso anno erano stati definiti devastanti.
L’ultimo aggiornamento dell’osservatorio di Openpolis mostra la crescita delle risorse destinate alla campagna vaccinale, che nell’ultimo mese sono passate da 977 milioni di euro a 1,42 miliardi. Di questi, quasi 1,3 miliardi sono stati messi a bando dalla struttura commissariale per l’acquisto delle dosi, secondo i contratti stipulati dall’Unione Europea, mentre 120 milioni di euro sono serviti per l’allestimento dei punti vaccinali in tutta Italia, per il trasporto e la conservazione dei vaccini.
Considerata l’attenzione al tema dei vaccini, si potrebbe pensare che l’organizzazione della campagna vaccinale abbia concentrato gli sforzi economici dello stato e degli enti locali. In realtà le somme stanziate per le vaccinazioni rappresentano solo l’8,8 per cento del totale delle spese sostenute per l’emergenza coronavirus.
Sui complessivi 16,2 miliardi di euro messi a bando, poco più della metà – 8,6 miliardi di euro, il 53,3 per cento del totale – sono stati riservati all’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale come tute e guanti per gli operatori sanitari. Significativo è anche l’investimento per l’individuazione e il tracciamento dei casi con i tamponi molecolari e test rapidi: al momento sono stati messi a bando 2,1 miliardi di euro di cui 943 milioni sono già stati aggiudicati.
Il potenziamento degli ospedali, con nuovi posti letto nelle terapie intensive, e l’acquisto di farmaci per i pazienti ha comportato costi per 1,3 miliardi di euro, mentre per la sanificazione e la pulizia dei luoghi pubblici, compresi gli uffici comunali e statali, sono serviti 313 milioni di euro. Sono stati stanziati anche 1,3 miliardi di euro nella categoria “infrastrutture, arredi e attrezzature scolastiche”, come la riqualificazione di aule nelle scuole per rispettare le misure anti contagio e la fornitura di nuovi banchi.
Openpolis spiega che «con il passare dei mesi il ruolo del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 (prima Domenico Arcuri e oggi Francesco Paolo Figliuolo) è andato via via crescendo. Tanto che oggi più della metà degli importi messi a bando dall’inizio della pandemia sono stati indetti dalla struttura commissariale. Un peso probabilmente destinato a crescere ancora, considerando che il Commissario è anche la stazione appaltante che si occupa dell’approvvigionamento di quasi tutte le dosi di vaccino, come vedremo in seguito».
In questa infografica si possono consultare le spese messe a bando dalle più grandi stazioni appaltanti italiane. Al primo posto c’è la struttura commissariale per l’emergenza coronavirus, grazie anche alle somme stanziate per la campagna vaccinale, ma sono significativi anche gli importi totali messi a bando dalle società regionali che si occupano degli acquisti in Lombardia, Veneto e Toscana.
A queste spese materiali contenute nell’osservatorio bandi di Openpolis vanno aggiunte anche le risorse previste per retribuire migliaia di persone, soprattutto medici e infermieri, che lavorano alla campagna vaccinale. Il decreto Sostegni, divenuto legge il 19 maggio con l’approvazione alla Camera, ha stabilito le previsioni di spesa per tutto il 2021. Per il coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri e degli odontoiatri sono stati stanziati in totale 345 milioni di euro.
Nella relazione tecnica allegata al decreto (a pagina 65) viene spiegato che questa spesa è necessaria perché la manifestazione di interesse per il reclutamento di medici, infermieri e assistenti sanitari lanciata dalla struttura commissariale lo scorso dicembre «non ha avuto il riscontro atteso». L’obiettivo del bando era di reclutare tremila medici e dodicimila tra infermieri e assistenti sanitari. Risposero molti più medici rispetto alle previsioni – 14.808 – ma solo 3.980 infermieri.
«La minore disponibilità di infermieri e assistenti sanitari comporta una riduzione della capacità di somministrazione di dosi nell’arco temporale di 9 mesi, con conseguente impossibilità di vaccinare nei termini stabiliti circa 28 milioni di assistiti» spiega la relazione tecnica motivando al coinvolgimento delle ulteriori categorie professionali sanitarie. Per calcolare la spesa di 345 milioni di euro sono stati considerati i compensi previsti da un accordo nazionale risalente al 2005 con una tariffa nazionale di 6,16 euro a inoculazione per le “vaccinazioni non obbligatorie”.
È diverso l’accordo che riguarda i medici specializzandi. Inizialmente era stata prevista la partecipazione alla campagna vaccinale come “attività formativa professionalizzante” e con un rimborso spese forfettario per cui erano stati stanziati complessivamente 10 milioni di euro. Con un nuovo accordo tra il governo e le Regioni è stato deciso che il coinvolgimento degli specializzandi sarebbe stato regolato con incarichi a tempo determinato o di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, di durata non superiore a sei mesi e prorogabile, se necessario. Il decreto Sostegni non ha stanziato nuovi fondi dedicati agli specializzandi, perché il loro lavoro rientra nel capitolo generale dei contratti a tempo determinato di medici, infermieri e assistenti sanitari. L’accordo, comunque, prevede un compenso di 40 euro all’ora compresi di tutti gli oneri fiscali e previdenziali.
Alla fine di marzo il governo aveva trovato anche un’intesa con i sindacati dei farmacisti per il loro coinvolgimento nella campagna vaccinale: è stato fissato un compenso minimo di 6 euro per ogni dose somministrata, anche se per questa categoria sono previsti accordi con le Regioni per eventuali rimborsi o incentivi a partecipare alla campagna. Con il decreto Sostegni sono stati stanziati anche 51,6 milioni di euro per i Covid hotel, le strutture alberghiere che servono ad accogliere i malati di COVID-19 non più in condizioni critiche e che possono essere curati fuori dagli ospedali liberando posti letto nei reparti.
Nel testo della legge approvata il 19 maggio è stata inserita anche una previsione di spesa per l’acquisto dei vaccini per tutto il 2021: 2,1 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi già messi a bando, come riportano le somme citate nel report di Openpolis. Altri 700 milioni sono riservati all’acquisto di farmaci per l’emergenza coronavirus: 300 milioni per il Remdesivir, un farmaco che si era rivelato promettente e che invece sembra essere meno efficace del previsto. Altri 400 milioni di euro sono stati previsti per l’acquisto di farmaci con anticorpi monoclonali.
A febbraio l’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, aveva espresso un parere favorevole alla sperimentazione degli anticorpi monoclonali su pazienti in una fase precoce della malattia. «Per il trattamento con farmaci con anticorpi monoclonali, si stimano numeri 5-10 volte superiori rispetto a quelli da trattare con il Remdesivir: 1.000 o 2.000 pazienti al giorno per ridurre contagi e ricoveri», dice la relazione tecnica del decreto legge.
In questo database è possibile visualizzare tutti i tredicimila lotti messi a bando per l’emergenza coronavirus dalle stazioni appaltanti italiane, compresa la struttura commissariale, le Regioni e gli altri enti locali. Grazie al campo di ricerca è possibile risalire alle singole stazioni appaltanti oppure al territorio in cui è stato previsto lo stanziamento di fondi per l’emergenza coronavirus.