Le nuove nomine ai vertici delle imprese di Stato

Nell'ultima settimana il governo Draghi ha scelto i nuovi amministratori delle Ferrovie e di Cassa Depositi e Prestiti, centrali per l'economia del paese

Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi (AP Photo/Luis Vieira, Pool)
Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi (AP Photo/Luis Vieira, Pool)

Questa settimana, il governo Draghi ha nominato i nuovi vertici di due aziende controllate dallo Stato: Ferrovie dello Stato Italiane (FSI) e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), la banca attraverso cui lo Stato investe nelle imprese ritenute strategiche per lo sviluppo del Paese. I mandati dei dirigenti sostituiti, in carica da tre anni e nominati dal primo governo Conte, erano giunti al termine.

La selezione dei nuovi vertici riconferma la tendenza di questo governo a preferire criteri di competenza a quelli – solitamente applicati in questi casi – di carattere politico, ed è una scelta importante perché i nuovi nominati dovranno gestire parte dei soldi in arrivo dall’Unione Europea col Recovery Fund, che in tutto ammonta a 220 miliardi di euro da utilizzare per riforme strutturali.

Ferrovie
Ferrovie dello Stato Italiane – società che controlla tra le altre Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana (la società che gestisce le infrastrutture ferroviarie) e ANAS (società che ha in gestione la rete stradale nazionale) – genera da sola circa il 2 per cento del prodotto interno lordo (PIL) italiano e sarà amministrata per i prossimi tre anni da Luigi Ferraris, legnanese di 59 anni, ex dirigente di società a partecipazione statale come Finmeccanica, Enel e Poste Italiane, nonché ex amministratore delegato di Terna, società che gestisce le reti elettriche nazionali controllata da Cassa Depositi e Prestiti.

La presidenza di FSI è andata invece a Nicoletta Giadrossi, triestina del 1966 con una laurea in Matematica ed Economia all’università di Yale e un master in business administration (MBA) conseguito presso la Harvard Business School, tra le altre cose consigliera di Brembo (storica società bergamasca che produce freni) ed ex consigliera di Fincantieri.

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Nei prossimi cinque anni, Ferrovie dello Stato Italiane riceverà 25 miliardi di euro di fondi europei per l’ammodernamento delle infrastrutture dei trasporti nazionali. Dal 2018, la società era guidata da Gianfranco Battisti, manager eletto grazie all’appoggio del Movimento 5 Stelle e interessato ultimamente da alcune inchieste di cui si è molto discusso: prima un’indagine della procura di Roma su presunte anomalie in un bando di gara da oltre 500 milioni di euro per la gestione delle reti informatiche delle Ferrovie, poi una seconda indagine della stessa procura sui contratti tra Ferrovie dello Stato e il gruppo assicurativo Generali, avviata in seguito al pagamento da parte di Generali di un risarcimento assicurativo di 1,59 milioni di euro per malattia allo stesso amministratore delegato.

CDP
Cassa Depositi e Prestiti passerà invece dalla guida di Fabrizio Palermo (anch’egli nominato nel 2018 dal primo governo Conte grazie al sostegno del Movimento 5 Stelle) a quella di Dario Scannapieco, cinquantatreenne, attualmente vice presidente della Banca europea per gli Investimenti, l’istituzione comunitaria che finanzia gli investimenti necessari a raggiungere gli obiettivi politici dell’Unione Europea.

Cassa Depositi e Prestiti controlla il gruppo di cantieristica navale Fincantieri (il più grande in Europa), il produttore di centrali elettriche Ansaldo Energia e la società di finanziamento e assicurazione di esportazioni Sace, oltre ad avere partecipazioni in un grande numero di imprese strategiche come Poste Italiane, Snam, Eni, le società di telecomunicazioni Open Fiber e Telecom Italia, l’azienda di pagamenti Nexi, Borsa Italiana e molte altre. Per l’ammodernamento delle infrastrutture digitali e telematiche, Cassa Depositi e Prestiti potrebbe ricevere oltre 8 miliardi di euro di fondi europei nei prossimi cinque anni.

Scannapieco, che si troverà a gestire questi soldi nei prossimi 3 anni, ha una laurea in Economia alla LUISS e un MBA all’università di Harvard, e lavorò con Draghi al ministero del Tesoro negli anni ’90, quando lo Stato lanciò un piano di privatizzazione di imprese pubbliche su larga scala. La carica di presidente di Cassa Depositi e Prestiti rimarrà invece a Giovanni Gorno Tempini, che ricopre questo ruolo dall’ottobre 2019.

Le nuove nomine del governo Draghi seguono altre sostituzioni di vertici istituzionali già effettuate negli ultimi tre mesi, come quella del dirigente Domenico Arcuri con il Generale dell’Esercito Francesco Paolo Figliuolo nel ruolo di Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, o la direzione generale del dipartimento delle Informazioni per la sicurezza (i servizi segreti), che per la prima volta è stata affidata a una donna: la diplomatica Elisabetta Belloni, subentrata al prefetto Gennaro Vecchione. Un altro importante cambiamento è stato quello del capo della Protezione Civile, attualmente Fabrizio Curcio, succeduto ad Angelo Borrelli.

Queste sostituzioni in posizioni apicali verranno presumibilmente seguite da molte altre nei mesi a venire: entro fine anno scadranno infatti i mandati di 74 consigli di amministrazione di società a partecipazione pubblica, di cui 15 sono direttamente controllate dal ministero delle Finanze.