Nike interruppe la collaborazione con Neymar per un caso di violenza sessuale
I motivi della fine del contratto, annunciata nell'agosto 2020, sono stati resi noti solo ora dalla nota azienda di abbigliamento sportivo
Giovedì sera l’azienda di abbigliamento sportivo Nike ha spiegato il motivo della fine della sua collaborazione col famoso calciatore brasiliano Neymar avvenuta nell’agosto del 2020: Neymar, ha detto Nike, si sarebbe rifiutato di collaborare in un’indagine relativa a un’accusa di violenza sessuale che gli era stata rivolta da una dipendente della stessa azienda. Nike, che sponsorizza sia la nazionale brasiliana sia il Paris Saint-Germain, la squadra di Neymar, aveva così deciso di interrompere la sponsorizzazione otto anni prima della scadenza naturale del contratto. Fino a giovedì non erano noti i motivi della decisione.
Il Wall Street Journal, il primo ad aver raccontato la vicenda dell’accusa di violenza sessuale, ha scritto che Neymar avrebbe cercato di forzare la dipendente di Nike a praticargli del sesso orale mentre lei stava lavorando per coordinare degli eventi per lui e il suo entourage in un hotel di New York nel 2016. La dipendente aveva condiviso i fatti con i responsabili di Nike circa due anni dopo, nel 2018, lo stesso anno in cui altre dipendenti dell’azienda avevano cominciato a denunciare di aver subito molestie e discriminazioni da parte di colleghi maschi.
Nike, che collaborava con il giocatore dal 2005, ha detto di essere stata «profondamente turbata» dalle accuse fatte dalla dipendente. La portavoce di Neymar ha negato le accuse e ha detto al Wall Street Journal che la collaborazione con Nike era stata interrotta per motivi di carattere commerciale.
Nel giugno del 2019, Neymar era stato accusato di aver stuprato la modella brasiliana Najila Trindade in un hotel di Parigi. Il calciatore aveva negato l’accusa di stupro, sostenendo che il rapporto fosse stato consenziente e aveva pubblicato sui social network una lunga serie di messaggi scambiati con la donna, comprese diverse foto intime che aveva ricevuto, sostenendo che provassero della sua innocenza. La polizia di San Paolo, in Brasile, aveva poi sospeso le indagini contro Neymar per mancanza di prove, mentre Trindade era stata accusata di calunnia, estorsione e frode procedurale, di aver cioè mentito alla polizia: le prime due accuse erano state ritirate e Trindade era stata assolta per la terza.
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