Di chi è la funivia del Mottarone
La Regione Piemonte dice che è del Comune di Stresa, che invece sostiene sia ancora della Regione a causa di un trasferimento mai formalizzato
A distanza di cinque giorni dall’incidente sulla funivia Stresa-Mottarone, in cui sono morte 14 persone, non è ancora chiaro di chi sia effettivamente la proprietà della funivia, se della Regione Piemonte o del Comune di Stresa, una questione su cui sono sorti diversi dubbi.
La procura di Verbania ha aperto un’indagine che finora ha portato agli arresti di tre dirigenti della società Ferrovie del Mottarone, che gestisce la funivia: Luigi Nerini, amministratore della società, Enrico Perocchio, direttore del servizio, e Gabriele Tadini, caposervizio. I tre sono accusati di aver bloccato consapevolmente l’attivazione dei freni d’emergenza, per «evitare disservizi e blocchi» dell’impianto. L’ipotesi che fa la Procura è che da quando aveva ripreso servizio, a fine aprile, la funivia presentasse anomalie, e avrebbe avuto bisogno di un intervento più radicale, con un possibile blocco del servizio (al momento è un’ipotesi, naturalmente: le indagini sono ancora in corso).
In questi giorni si sta cercando di capire anche chi sia il proprietario della funivia, una questione apparentemente intricata.
L’impianto è gestito dalla famiglia di Luigi Nerini fin dalla fine degli anni Cinquanta, quando al posto della funivia c’era un treno a cremagliera che collegava il centro di Stresa fino alla cima del Mottarone. La ferrovia venne chiusa nel 1963, e al suo posto si decise di costruire una funivia, più funzionale e veloce, che venne inaugurata nel 1970. Anche la funivia venne data in gestione alla famiglia Nerini, che l’ha conservata fino ad oggi. Allora la proprietà della funivia era della Regione, ma nel 1997 era stata trasferita al Comune di Stresa. A proposito di questo trasferimento, però, i due enti hanno espresso posizioni opposte.
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Durante un intervento in Consiglio regionale, Andrea Tronzano, assessore al Bilancio della Regione, ha detto che la proprietà della funivia era stata trasferita dalla Regione al Comune di Stresa nel 1997, sulla base della legge regionale n.15, ma che la trascrizione nei registri catastali non è mai stata finalizzata «a causa di alcuni contenziosi». Nel 2014 era stato siglato un Accordo di programma promosso dal Comune, e la Regione aveva stanziato 1,75 milioni di euro per gli interventi di ammodernamento e revisione dell’impianto, con una compartecipazione anche da parte del Comune di 1 milione di euro.
Sempre nel 2014 era stata siglata una convenzione tra il Comune di Stresa e SCR, società della Regione che si occupa della gestione degli appalti pubblici, che aveva individuato proprio nel Comune l’amministrazione che avrebbe dovuto concedere l’appalto per la gestione dell’impianto e per l’esecuzione dei lavori di manutenzione. La prima gara d’appalto era andata deserta, e nell’ottobre del 2014 la funivia era stata chiusa, dato che la concessione era scaduta.
Nel 2015 il Consiglio comunale di Stresa aveva infine approvato il prolungamento fino al 2028 della concessione alla società Ferrovie del Mottarone, e la funivia aveva riaperto nell’agosto del 2016, dopo essere stata ferma per quasi due anni. Il Comune aveva anche approvato un incremento della propria compartecipazione economica, salita a 1,8 milioni di euro.
Di fatto, quindi, negli anni il Comune di Stresa si è sempre comportato come il legittimo proprietario dell’impianto, pur non essendo mai stato formalizzato l’atto di cessione. Nel marzo del 2021 la Regione «ha sollecitato nuovamente il Comune di Stresa a perfezionare gli ultimi atti», ha detto Tronzano, ma la sindaca di Stresa, Marcella Severino, ha ribadito che la proprietà è ancora della Regione, dato «che non c’è stato mai il passaggio formale dell’impianto».
Oltre alla eventuale responsabilità dei gestori della funivia nell’incidente di domenica, quindi, la procura nei prossimi giorni indagherà anche sulla questione della mancata formalizzazione del trasferimento di proprietà.