Tre storie su voli dirottati e successivi arresti
Episodi che ricordano il recente caso del volo Ryanair deviato dalla Bielorussia, seppur con parecchie differenze
Lunedì Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, ha parlato della posizione della Russia riguardo al dirottamento di domenica del volo Ryanair Atene-Vilnius, deciso e attuato dal governo della Bielorussia con l’obiettivo di arrestare il giornalista di opposizione Roman Protasevich. Zakharova ha scritto di essere rimasta «stupita dal fatto che l’Occidente abbia definito sconvolgente» il dirottamento; ha definito «ipocrite» le reazioni dei paesi europei, e li ha accusati di avere «reagito in maniera diversa a eventi simili che erano accaduti in altri paesi».
In effetti negli ultimi decenni ci sono stati alcuni episodi di dirottamenti forzati di aerei quando a bordo c’erano dissidenti o persone accusate di avere compiuto gravi reati, che poi hanno provocato enormi dibattiti e tensioni. Nessuno, comunque, sembra essere paragonabile al caso bielorusso, dove un paese ha deciso di minacciare con un caccia militare un aereo civile per arrestare un proprio cittadino considerato un pericolo per la stabilità del proprio regime.
Uno degli episodi più noti è quello che nel luglio del 2013 coinvolse il volo di stato partito da Mosca e diretto in Bolivia, a bordo del quale viaggiava l’allora presidente boliviano Evo Morales. L’aereo fu costretto ad atterrare all’aeroporto di Vienna, in Austria, dopo che Francia e Portogallo, e forse altri paesi europei, non avevano concesso il permesso di sorvolare il proprio territorio. Si sospettava infatti che a bordo dell’aereo, insieme a Morales, ci fosse anche Edward Snowden, l’ex consulente dell’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti che aveva trafugato e diffuso migliaia di documenti segreti su un ampio programma governativo di sorveglianza di cittadini americani e stranieri, e che in quel momento era in fuga dalle autorità statunitensi. Snowden non era a bordo dell’aereo, ma si trovava nella zona franca dell’aeroporto internazionale Šeremet’evo di Mosca.
Il caso che coinvolse Morales e Snowden comunque è diverso dal dirottamento del volo su cui viaggiava Protasevich: perché coinvolse un volo di stato, e non un aereo civile; perché il dirottamento avvenne a causa della chiusura di alcuni spazi aerei e non per ordine di uno stato o con la minaccia provocata da un caccia militare; e perché a essere “ricercato” non era un cittadino accusato di spionaggio e di diffusione non autorizzata di informazioni sulla difesa nazionale del proprio paese, come Snowden, ma un giornalista che gestiva il principale canale Telegram attraverso cui ottenere informazioni indipendenti in Bielorussia, accusato di terrorismo per motivi politici.
Negli anni ci sono stati altri casi di voli intercettati o dirottati, in diversi paesi. Tra questi, quella che in Italia si ricorda di più è sicuramente l’intercettazione del volo che stava portando dall’Egitto a Tunisi i quattro dirottatori della nave da crociera italiana Achille Lauro.
L’Achille Lauro era stata dirottata da quattro militanti del Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP) – un gruppo radicale dell’OLP, l’organizzazione politica e paramilitare fondata nel 1964 e guidata per molti anni da Yasser Arafat – il 7 ottobre del 1985, mentre si trovava al largo delle coste egiziane. I quattro militanti volevano compiere un attentato in un porto israeliano in cui la nave avrebbe dovuto attraccare, ma due giorni dopo furono convinti a porre fine al dirottamento da due mediatori palestinesi che erano stati inviati sulla nave grazie all’intervento diplomatico dell’Italia e all’aiuto di Arafat. Tuttavia, quando si scoprì che l’8 ottobre i militanti avevano ucciso e gettato in mare un passeggero disabile, cittadino statunitense di religione ebraica, gli Stati Uniti decisero di ignorare gli accordi che l’Italia aveva avallato.
L’allora presidente americano Ronald Reagan decise di intercettare con alcuni aerei militari il volo che l’11 ottobre stava portando a Tunisi i quattro dirottatori e i due mediatori, che nel frattempo erano stati portati in Egitto con una motovedetta: l’aereo fu obbligato ad atterrare nella base NATO di Sigonella, in Sicilia, assieme agli aerei militari statunitensi, con il “permesso” dell’allora presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi. La grande tensione tra le autorità italiane e statunitensi per la custodia dei mediatori e dei dirottatori divenne nota come “crisi di Sigonella” e fu caratterizzata da una complessa trattativa diplomatica, alla fine della quale i dirottatori furono portati nel carcere di Siracusa e i mediatori furono lasciati liberi di spostarsi in Serbia.
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Un altro episodio recente riguarda l’iraniano Abdolmalek Rigi, capo del gruppo ribelle sunnita Jundullah, che era stato accusato dall’Iran di aver compiuto diversi attacchi terroristici con l’appoggio di Stati Uniti, Regno Unito e Pakistan. La televisione di stato iraniana mostrò Rigi ammanettato e scortato fuori da un piccolo aereo nel febbraio del 2010, ma non si sa esattamente dove fosse stato arrestato perché sul suo arresto ci sono ricostruzioni diverse.
Secondo il politico iraniano Mohammed Dehgan, citato da AFP, «il suo volo era stato costretto ad atterrare» dalle autorità iraniane «e lui [Rigi] era stato arrestato dopo la perquisizione dell’aereo». L’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna disse che il volo era stato fermato mentre stava volando dagli Emirati Arabi Uniti al Kirghizistan, passando attraverso il Pakistan, mentre secondo altre fonti sarebbe stato arrestato in Pakistan e poi consegnato all’Iran oppure arrestato direttamente in Iran. Rigi fu giustiziato a Teheran il giugno successivo.
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Anche l’ultimo dirottamento, come quelli avvenuti negli anni precedenti, sta provocando polemiche e conseguenze, tra cui la decisione dell’Unione Europea di imporre nuove sanzioni economiche contro la Bielorussia. Mercoledì il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha parlato per la prima volta del dirottamento offrendo una versione dei fatti inedita, e secondo molti poco credibile: ha sostenuto tra le altre cose che la minaccia della bomba sarebbe arrivata dalla Svizzera e sarebbe stata una «provocazione pianificata».
Lukashenko says he could've shot down the plane, which was flying near a nuclear power plant. He claims the incident was a "planned provocation."
"If you don't like flying safely through Belarus – fly where they killed 300 people," he says, recalling the MH17 downing in Ukraine. pic.twitter.com/W5qv2KwJWn
— max seddon (@maxseddon) May 26, 2021
Per il momento sia il giornalista Roman Protasevich sia la compagna Sofia Sapega, arrestata con lui all’aeroporto di Minsk, sono sotto la custodia delle autorità bielorusse.