Antonio Conte lascia l’Inter
Ha risolto il contratto con un anno di anticipo, dopo aver vinto lo Scudetto: non ha accettato i tagli alla spesa proposti dalla proprietà
Antonio Conte, l’allenatore dell’Inter campione d’Italia, lascerà il suo incarico con effetto immediato. Ha risolto consensualmente il contratto — in anticipo di un anno rispetto alla scadenza — dopo non aver accettato i tagli alla spesa proposti dalla proprietà per abbassare i costi in un momento di difficoltà economica. Lascerà quindi l’Inter dopo aver raggiunto un secondo posto in campionato e una finale di UEFA Europa League al suo primo anno, e dopo aver vinto il campionato, il diciannovesimo per l’Inter, a undici anni dall’ultimo. Il comunicato pubblicato dall’Inter si conclude dicendo: «Antonio Conte rimarrà per sempre nella storia del club».
I tagli alla spesa previsti dalla società rientrano nei piani di abbassamento dei costi di gestione richiesti dalla proprietà, il gruppo cinese Suning. Oltre alle perdite registrate dal club nelle due stagioni disputate nella pandemia (tra i 150 e i 200 milioni di euro), Suning deve infatti far fronte alle perdite delle sue attività principali causate dalla crisi del settore delle vendite al dettaglio in Cina e da conseguenti problemi di liquidità che negli ultimi mesi hanno interessato anche la gestione della squadra in Italia.
L’Inter e il suo amministratore delegato, Giuseppe Marotta, dovranno trovare un sostituto. Tra i possibili allenatori disponibili si parla soprattutto di Simone Inzaghi, in uscita dalla Lazio, il cui ingaggio tutto sommato contenuto permetterebbe alla società di rientrare nelle spese contando anche la buonuscita concessa a Conte (intorno ai 7 milioni di euro). Con Inzaghi, un allenatore tatticamente simile a Conte, l’Inter potrebbe proseguire con l’attuale progetto tecnico senza troppi stravolgimenti.
Conte era stato ingaggiato con l’obiettivo di tornare a vincere il campionato in tre anni, dopo le due stagioni di lievi miglioramenti avuti tra il 2017 e il 2019 con Luciano Spalletti in panchina. Ci è riuscito al secondo, interrompendo la serie di nove scudetti consecutivi della Juventus (serie che lui stesso aveva iniziato).
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