A Samoa la nuova prima ministra è stata costretta a prestare giuramento in una tenda fuori dal parlamento
Lunedì nell’arcipelago pacifico di Samoa la nuova prima ministra eletta, Fiame Naomi Mata’afa, è stata costretta a prestare giuramento durante una cerimonia improvvisata in una tenda, dopo che il governo uscente l’aveva chiusa fuori dal parlamento. Il partito di Mata’afa, Fede nell’Unico Vero Dio (FAST), l’unico di opposizione, aveva vinto le elezioni del 9 aprile, ma il capo del governo uscente, Tuilaepa Sailele Malielegaoi, non aveva riconosciuto la sconfitta. Malielegaoi è in carica da 22 anni ed è uno dei leader più longevi al mondo.
Fiame Naomi Mataafa takes the oath of office and swears in as the nation's seventh Prime Minister despite being locked outside of Parliament.
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La contesa tra governo uscente e opposizione era iniziata dopo l’annuncio del risultato elettorale: Malielegaoi aveva assegnato in maniera arbitraria un seggio al suo partito, per permettergli di ottenere 26 seggi in tutto, cioè lo stesso numero di seggi attribuiti al FAST, e indire così nuove elezioni per superare lo stallo. Il 17 maggio la Corte Suprema aveva stabilito però che il capo del governo non avesse l’autorità di convocare nuove elezioni, e aveva dichiarato la legittimità dei risultati delle elezioni del 9 aprile in base alle quali il FAST aveva ottenuto la maggioranza con 26 seggi.
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Il FAST era nato lo scorso anno da alcuni membri del partito di Malielegaoi (il Partito per la Protezione dei Diritti Umani, o HRPP), che avevano criticato l’eccessivo accentramento dei poteri da parte del primo ministro e l’approvazione frettolosa di alcune proposte di legge. La stessa Fiame Naomi Mata’afa aveva lasciato a settembre 2020 l’incarico di vice prima ministra, che ricopriva dal 2016, per unirsi al FAST e candidarsi contro Malielegaoi.