Il finale a sorpresa della Serie B
L’ultima promozione in Serie A si deciderà tra due squadre a lungo sottovalutate, entrambe venete ma molto diverse: il Venezia contro il piccolo Cittadella
di Pietro Cabrio
Da domenica sera Venezia e Cittadella si giocheranno fra andata e ritorno la promozione in Serie A nella finale dei playoff di Serie B. Sarà una sfida particolare, per diverse ragioni. Sono entrambe venete: una è la squadra del capoluogo, di proprietà americana, che manca dalla Serie A da diciannove anni, l’altra è invece la squadra di una piccola città tra Bassano e Vicenza — anche se in provincia di Padova — e in Serie A non ci è mai stata.
A inizio stagione nessuno lo aveva previsto. Il Cittadella, nonostante venisse da quattro partecipazioni consecutive ai playoff (compresa una finale persa), aveva il monte ingaggi più basso del campionato e una squadra composta da tanti giocatori presi dalle categorie inferiori. Il Venezia, con il decimo monte ingaggi del campionato, veniva da due stagioni molto complicate in cui aveva sfiorato la retrocessione.
Eppure il Venezia si è qualificato ai playoff da quinta classificata, sorprendendo per la qualità del gioco, complesso e ragionato, tra i migliori proposti quest’anno in Serie B. Il gol segnato al Chievo da porta a porta con sette passaggi di fila ne è l’emblema. All’allenatore, Paolo Zanetti, vicentino di 38 anni, viene riconosciuto gran parte del merito per aver fatto girare una squadra che non girava da tempo. Zanetti è anche l’allenatore più giovane del campionato.
Il Cittadella invece ha una storia a sé. Si è qualificato ai playoff da sesto ed è riuscito a terminare tra le prime sette del campionato per la quinta stagione consecutiva. La sua squadra rappresenta la città più piccola – appena ventimila abitanti – della Serie B. La seconda città più piccola del campionato, Chiavari, ne ha settemila in più e la sua squadra, la Virtus Entella, è arrivata ultima per distacco.
Nonostante le piccole dimensioni, negli anni Cittadella è diventato un bel posto dove fare calcio, principalmente grazie alla famiglia Gabrielli, proprietaria di una della maggiori aziende siderurgiche italiane, che fondò la squadra negli anni Settanta facendola diventare parte integrante della città. Negli ultimi dieci anni i risultati hanno superato anche le migliori aspettative sotto la supervisione del direttore generale Stefano Marchetti, che nel 2015 ebbe l’intuizione di assumere un allenatore veneto nato in Australia, Roberto Venturato, che a 52 anni non aveva mai allenato in Serie B.
Con Venturato in panchina e la direzione di Marchetti, il Cittadella è riuscito a giocare i playoff per cinque anni di fila, nonostante tra una stagione e l’altra perda puntualmente i suoi giocatori migliori. Accadde due anni fa, quando arrivò quinto dopo aver ceduto Christian Koumé al Genoa (pagato 130mila euro, venduto a oltre 6 milioni) ed è successo anche in questa stagione giocata senza il suo miglior attaccante, Davide Diaw, che ha ritrovato poi al Monza, battuto ed eliminato nelle semifinali dei playoff.
Così come il Cittadella ha trovato il modo di funzionare bene in un piccolo contesto locale, il Venezia si è tirato fuori da anni molto complicati trovando uno spirito cosmopolita in linea con la città che rappresenta, mantenendo però i legami con la propria storia. Dopo la scalata dalla Serie D con l’ex presidente Joe Tacopina, la società ha rinnovato le sue ambizioni con un nuovo proprietario, Duncan Niederaruer, manager statunitense ed ex responsabile della borsa newyorkese, tra i soci investitori fin dal 2015 e ora al comando della società.
La proprietà americana ha portato nuovi approcci al marketing e alla gestione amministrativa, e ha dato maggiore importanza all’analisi dei dati e allo scouting: nella rosa di quest’anno si trovano giocatori islandesi, finlandesi trovati in Inghilterra e norvegesi come Dennis Johnsen, fra gli attaccanti più interessanti del campionato, cresciuto nell’Ajax semifinalista di Champions League. L’ossatura del club è però italiana e il ramo sportivo è gestito da due veneziani, entrambi ex calciatori: Mattia Collauto, direttore sportivo, e Paolo Poggi, responsabile dell’area tecnica.
Per arrivare alla finale il Venezia ha eliminato il Chievo e poi il Lecce, una squadra che era stata costruita per tornare subito in Serie A dopo la retrocessione dell’anno scorso. Il Cittadella invece ha compiuto una piccola impresa battendo prima il Brescia, che la scorsa stagione era in Serie A, e poi il Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, la squadra con il monte ingaggi più alto del campionato.
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La finale dei playoff di Serie B verrà trasmessa in chiaro dalla Rai e su Dazn, piattaforma online disponibile in abbonamento. La partita di andata, giocata domenica a Cittadella, è stata vinta 1-0 dal Venezia. Il ritorno è in programma giovedì alle 21.30. Il Post ha un’affiliazione con Dazn e ottiene un piccolo ricavo se decidete di provare il servizio di streaming partendo da questa pagina.