Da lunedì tutta l’Italia sarà in zona gialla
Cambierà colore anche la Valle d'Aosta, l'ultima regione rimasta in zona arancione: lo ha annunciato il ministro Roberto Speranza
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che da lunedì 24 maggio tutte le regioni italiane saranno in zona gialla, in seguito al cambio di colore della Valle d’Aosta, l’unica regione rimasta ancora in zona arancione. Non ci sarà nessuna regione o provincia autonoma in zona rossa o in zona bianca.
L’annuncio di Speranza è arrivato insolitamente nella mattina di venerdì, prima della comunicazione dei risultati del monitoraggio settimanale dei contagi da parte dell’Istituto superiore di sanità e della conseguente ordinanza ministeriale. Era però una decisione attesa, considerati gli ottimi dati dell’ultima settimana, la prima del 2021 in cui nessuna regione supera le soglie di allerta nelle terapie intensive. Inoltre il numero di nuovi casi ha avuto un netto calo, così come i decessi e il tasso di positività dei tamponi.
Il buon andamento dei contagi ha confermato che la situazione epidemiologica è sempre più sotto controllo, grazie soprattutto agli effetti della campagna vaccinale, e ha spinto il governo ad approvare il 17 maggio un nuovo decreto legge per anticipare alcune riaperture.
Il coprifuoco è stato spostato dalle 22 alle 23 nelle regioni in zona gialla; dal 7 giugno verrà ulteriormente spostato alle 24 e infine completamente abolito dal 21 giugno. Questi limiti orari non si applicano nelle regioni in zona bianca (al momento nessuna), dove non è previsto nessun tipo di coprifuoco. Il decreto prevede anche che dal primo giugno i ristoranti potranno ricominciare fare servizio al chiuso a pranzo e cena, senza dover più rispettare il termine del servizio alle 18. I centri commerciali potranno riaprire anche nei giorni festivi dal weekend del 22-23 maggio, mentre la riapertura delle palestre è stata anticipata al 24 maggio.
Il decreto legge ha introdotto anche alcune novità per quanto riguarda la certificazione verde, cioè i cosiddetti “pass vaccinali” che dimostrano l’avvenuta vaccinazione oppure la negatività al coronavirus. La durata di validità della certificazione è stata portata da 6 mesi a 9 mesi «dalla data del completamento del ciclo vaccinale».