L’Unione Europea ha firmato un nuovo contratto con Pfizer-BioNTech per la fornitura di vaccini contro il coronavirus, ma l’Ungheria se n’è tirata fuori
Giovedì la Commissione Europea ha firmato il terzo contratto con l’azienda farmaceutica Pfizer-BioNTech, valido tra il 2021 e il 2023, per acquistare fino a 1,8 miliardi di altre dosi del suo vaccino contro il coronavirus. Nonostante il contratto sia stato approvato da tutti i 27 paesi dell’Unione Europea, l’Ungheria ha deciso di rinunciare all’accordo firmato oggi: la notizia era stata data inizialmente da un portavoce dell’Unione Europea e poi confermata sempre giovedì dal capo dello staff del primo ministro ungherese Viktor Orbán, Gergely Gulyás.
Il nuovo contratto prevede l’acquisto di 900 milioni di dosi dell’attuale vaccino e di un vaccino «adattato alle varianti» del coronavirus, più la possibilità di acquistarne altri 900 milioni. Nei due precedenti contratti l’Unione Europea aveva acquistato in tutto 600 milioni di dosi da Pfizer-BioNTech. Gulyás ha detto in una conferenza stampa che le dosi di «vaccini occidentali» già ordinate, 10 milioni, sono sufficienti all’Ungheria per vaccinare la sua popolazione, visto che nel migliore dei casi si vaccineranno 6 milioni di persone (su oltre 9,6 milioni di abitanti), secondo il governo ungherese: al momento in Ungheria poco meno della metà della popolazione ha ricevuto almeno una dose di un vaccino.
Se invece non dovessero bastare, ha detto Gulyás, «ci sono anche i vaccini dell’Est». Da tempo Orbán sta intensificando i rapporti con le grandi potenze orientali, Russia e Cina, e l’Ungheria è l’unico paese dell’Unione Europea ad aver approvato vaccini russi e cinesi, nonostante l’Agenzia europea dei medicinali, l’EMA, non lo abbia ancora fatto. Gulyás ha anche detto che il governo confida nei vaccini che il paese sarà in grado di produrre internamente il prossimo anno.
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