La crisi dell’India col coronavirus sta rallentando il programma COVAX in tutto il mondo
La grave crisi sanitaria dell’India dovuta alla pandemia, in continuo peggioramento, sta influendo negativamente anche sul programma COVAX, lo strumento di solidarietà internazionale per garantire l’accesso ai vaccini contro il coronavirus nei paesi più poveri. Gran parte delle dosi di COVAX infatti dipende dal Serum Institute indiano, il principale produttore di vaccini nel mondo, che avrebbe dovuto fornire la metà dei due miliardi di dosi previsti dal programma: invece a marzo l’India ha bloccato le esportazioni per far fronte alla sua crisi interna, e al momento a COVAX sono arrivate 140 milioni di dosi in meno rispetto a quelle attese. Visto che l’India non dovrebbe rispettare le consegne previste anche per il prossimo mese, ci si aspetta che le dosi mancanti diventino 190 milioni alla fine di giugno.
La distribuzione delle dosi di COVAX è gestita dall’UNICEF, che ora sta chiedendo alle nazioni del G7 – Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti – di donare le loro dosi in eccesso per sopperire alle mancanze. Secondo le stime di UNICEF, una donazione del 20 per cento delle dosi dei paesi del G7 di giugno, luglio e agosto, significherebbe 153 milioni di dosi per COVAX. Al momento però solo la Francia ha promesso 500mila dosi a COVAX entro metà giugno, e altre 100mila le ha promesse il Belgio (che non fa parte del G7). I paesi più ricchi hanno ordinato molte più dosi di quelle realmente necessarie a vaccinare tutta la loro popolazione, anche se buona parte degli ordini non è ancora stata soddisfatta: il Canada per esempio con le dosi ordinate potrebbe vaccinare tutta la sua popolazione 5 volte.
Finora con il programma COVAX sono stati distribuiti 60 milioni di dosi di vaccini contro il coronavirus a 122 paesi, la maggior parte dei quali in Africa: l’obiettivo iniziale era distribuirne 2 miliardi entro la fine del 2021. Al momento si stanno studiando nuovi accordi con le aziende farmaceutiche produttrici di vaccini, ma l’unico modo per riempire il buco attuale creato dall’India è una donazione da parte di altri paesi. Diversi paesi in Africa hanno quasi finito le dosi che sono arrivate.