Gli sport che hanno deciso di cambiare
Mentre il mondo del calcio impazziva per la Super Lega, altrove ci sono state evoluzioni importanti
È passato quasi un mese dal tentativo di dodici grandi club di calcio europei di creare un torneo esclusivo, la Super Lega. Nonostante il tentativo sia fallito in pochi giorni, la questione non può dirsi conclusa. Nove tra i dodici club promotori hanno recentemente “patteggiato” delle lievi sanzioni con la UEFA in cambio della loro completa rinuncia al progetto. I tre club rimanenti, Real Madrid, Juventus e Barcellona — i principali promotori dell’iniziativa — restano invece fermi sulle loro posizioni e sono pronti a difenderle per vie legali.
Tra le ragioni che avevano convinto i dirigenti delle squadre coinvolte ad aderire alla Super Lega, la più citata era il bisogno di massimizzare le entrate e crearne di nuove per sostenere i bilanci in un periodo di profonda crisi per il calcio e per lo sport in generale, da oltre un anno rimasto senza pubblico, una delle sue fonti di entrate principali. In Italia i dirigenti di Juventus e Inter — come in Spagna quelli di Real Madrid e Barcellona — hanno spesso definito insostenibile la struttura attuale del calcio professionistico, che non renderebbe quanto dovrebbe.
I loro critici sostengono che le perdite di cui si parla siano da imputare anche ai frequenti e imponenti investimenti sbagliati che descriverebbero cattive o perlomeno poco attente gestioni societarie. Ma è vero anche che in questi mesi tanti altri sport popolari hanno introdotto o sperimentato importanti cambiamenti nelle loro realtà, principalmente per recuperare tutto quello che era stato perso con la pandemia.
Una partita in più a stagione
A inizio anno il campionato di football americano NFL ha venduto i diritti televisivi per il decennio 2023-2033 in un accordo da 11 miliardi di dollari annui, circa il doppio del prezzo stabilito per il precedente accordo. Nella vendita le squadre del campionato hanno inserito la possibilità, poi ratificata, di aggiungere una giornata in più a stagione — quindi di portare a 17 il numero di giornate della stagione regolare — per recuperare le perdite avute nella stagione del 2020, disputata in assenza o con numeri ristretti di spettatori. La prossima stagione sarà quindi la prima ampliata dal 1978, anno in cui le giornate passarono da 14 alle attuali 16.
L’aumento delle giornate di campionato è stato successivamente approvato, non senza critiche. Una squadra (i Chicago Bears) e diversi ex giocatori si sono opposti per l’impatto che una partita in più all’anno potrà avere sulla salute dei giocatori in un campionato già estremamente dispendioso.
Più spettacolo per la Formula 1
Anche per la Formula 1 l’assenza di spettatori è stata un problema, e lo è ancora, tanto da aver influito nella sperimentazione di un nuovo formato di weekend di gara già nel corso del Campionato mondiale iniziato a marzo. In tre diversi Gran Premi – è stato indicato ufficialmente solo Silverstone, gli altri due non sono noti – la classica struttura formata da prove libere, qualifiche e gara verrà quasi completamente rivisitata per offrire più momenti competitivi e in teoria più spettacolo: quindi più ascolti e coinvolgimento.
Al venerdì ci sarà una sola sessione di prove libere della durata di un’ora. Le qualifiche verranno anticipate al tardo pomeriggio di venerdì e manterranno l’attuale formato, ma i risultati andranno a stabilire la griglia di partenza di una piccola gara prevista il sabato pomeriggio: la cosiddetta Sprint Qualifying, lunga non oltre 100 chilometri, della durata non superiore alla mezz’ora e preceduta da una seconda e ultima sessione di prove libere. L’ordine di arrivo della Sprint Qualifying stabilirà la griglia di partenza del vero e proprio Gran Premio della domenica, che non subirà modifiche rispetto al formato attuale.
Il rugby non smette di cambiare
Tra gli sport europei più innovativi, il rugby è stato fra i primi a proporre dei campionati sovranazionali per cercare di creare tornei più competitivi e attrattivi superando i limiti dei confini nazionali. Il miglior esempio è il campionato Pro14 formato da squadre britanniche (inglesi escluse), italiane (Treviso e Parma) e sudafricane. Qui le discussioni sono già andate oltre, perché il livello del campionato non soddisfa ancora e in molti stanno cercando nuove soluzioni.
Intanto, nella costante ricerca di migliorare e rendere più dinamico il gioco, sono cambiate ancora le regole, e il Pro14 in corso è uno dei tornei coinvolti nella sperimentazione. Tre le novità più significative c’è quella che stabilisce che i giocatori espulsi non potranno più rientrare in campo, ma dopo venti minuti di inferiorità numerica la squadra potrà sostituire l’espulso con un altro giocatore. I capitani avranno poi la possibilità di chiedere l’uso della prova televisiva per accertare l’assegnazione delle mete, per incidenti provocati da falli di gioco o per ogni situazione dubbia negli ultimi cinque minuti di gara.
I discussi Play-In della NBA
In questo periodo in NBA si sta discutendo molto dell’ultima novità proposta dal campionato, i Play-In: una serie di spareggi introdotti lo scorso anno nella bolla di Orlando per le squadre che concludono la stagione regolare dalla settima alla decima posizione nelle due conference. I Play-In determinano le ultime due squadre qualificate ai veri e propri playoff e sono stati introdotti per rendere più appassionanti le ultime settimane di stagione regolare, periodo in cui solitamente molte squadre si trovano già sicure di partecipare o meno ai playoff e quindi senza più obiettivi.
Tanti giocatori hanno criticato la loro introduzione, e soprattutto il fatto che tutti gli incontri si giochino in gara secca e non al meglio di una serie, il formato che in NBA garantisce il merito attraverso risultati inequivocabili. Chi è favorevole sostiene invece che avere partite di alto livello in un formato nuovo per la NBA come la gara secca aggiunga attrattiva al campionato in un periodo in cui è meno seguito rispetto a un tempo.