Ci sarà un “imbottigliamento” di film al cinema?
Le sale stanno riaprendo, e i titoli in coda sono tanti: negli Stati Uniti c'è preoccupazione, ma in Italia gli addetti ai lavori hanno altri timori
Il 26 aprile in Italia hanno riaperto i cinema. All’inizio, a riprendere le proiezioni sono stati poco più di 150 schermi, ma nel frattempo sono diventati circa 500. Per via delle restrizioni di spazio (che limitano i posti disponibili) e di tempo (che impediscono ogni proiezione la cui fine sia troppo vicina allo scattare del coprifuoco), e anche di una certa comprensibile diffidenza degli spettatori, finora la ripartenza è però stata perlopiù simbolica. E soprattutto perché ancora devono uscire film importanti, capaci di fare grandi incassi. Alcuni dovrebbero arrivare già quest’estate, dopo diversi rinvii; per molti altri l’uscita è invece prevista per l’autunno e l’inverno, quando storicamente – in particolar modo in Italia – i cinema fanno una consistente parte dei loro incassi totali.
Qualcuno, soprattutto all’estero, ha ipotizzato addirittura un possibile problema dato dall’uscita, nello stesso periodo, di troppi film: quelli pronti già da mesi e in certi casi rinviati di oltre un anno, e quelli che nel frattempo sono stati completati, mentre i cinema erano chiusi ma una rilevante parte della produzione cinematografica invece proseguiva. In Italia, però, non sembra ci sarà questo problema. Per questioni storiche legate a come escono in Italia e anche perché molti film – da quelli della Disney a quello di Carlo Verdone – nel frattempo sono arrivati o arriveranno sulle piattaforme di streaming: a volte solo lì, altre anche lì.
Un po’ come un anno fa circa di questi tempi qualcosa però si muove: forse con migliori prospettive rispetto a quell’altra riapertura, ma ancora con dubbi, problemi e incertezze.
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Questa nuova ripartenza, intanto
Nel primo weekend italiano di cinema riaperti, dopo che erano stati chiusi dal 25 ottobre 2020, il film più visto è stato Nomadland, vincitore dell’Oscar per il miglior film (nel frattempo disponibile anche in streaming su Disney+). In quel weekend, Nomadland ha incassato quasi 500mila euro grazie a circa 62mila spettatori paganti: due terzi di tutti quelli che sono andati al cinema in quei giorni. Ancora oggi, con circa 900mila euro di incassi totali, Nomadland continua a essere – con gran distacco sul secondo, che è Minari – il film più visto del 2021 nei cinema italiani.
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Il fatto è che, finora, non sono usciti grandi nuovi film: il quarto più visto dell’anno, per esempio, è In the mood for love che, se pur in versione restaurata, è un film del 2000. In Italia, sono usciti pochi nuovi film con una certa attrattiva, e anche un film come Rifkin’s Festival, diretto da Woody Allen, non è che si sia fatto notare granché, superando di poco i 25mila spettatori totali e i 170mila euro di incassi.
Troppi film?
Mentre altrove, nel mondo, ci sono situazioni tra loro molto diverse – i grandi incassi in Cina, i cinema ancora chiusi altrove – già si fanno considerazioni, di nuovo, su dove potrà andare il cinema dopo le difficoltà degli ultimi mesi. Negli Stati Uniti c’è chi parla, come già era stato ipotizzato nei primi mesi di pandemia, di un possibile «intasamento» ai botteghini. In particolar modo per quanto riguarda grandi blockbuster d’azione e nuovi capitoli di imponenti saghe o universi cinematografici come quello della Marvel. O comunque film molto attesi che in certi casi rischierebbero, qualora non dovessero uscire, di diventare in parte attempati o un po’ meno attuali, fosse anche solo per le auto o gli smartphone usati nelle loro scene (con ovvi interessi da parte delle aziende che quelle cose le producono).
Hollywood Reporter ha fatto l’esempio del weekend statunitense del 24-26 settembre, in cui al momento sono previste le uscite del film supereroistico Venom – La furia di Carnage, di The Many Saints of Newark (un prequel dei Soprano), del musical per adolescenti Dear Evan Hansen e del film di fantascienza Infinite. A cui dovrebbero seguire poco dopo le uscite di film attesi come Dune, No Time to Die, Halloween Kills eThe Last Duel. Film di certo diversi e spesso alternativi tra loro; ma tanti. «Stiamo comprimendo due anni in un solo anno» ha detto un produttore all’Hollywood Reporter.
Seppur per ragioni diverse, anche in Francia si è parlato di un possibile problema di questo tipo e di quello che è stato definito un «effetto yo-yo», con oltre 400 film pronti per uscire e con qualcuno che teme il fatto che certi grandi film statunitensi possano «cannibalizzare» tanti film più piccoli, spesso francesi.
Con un po’ più di moderazione, in un articolo dedicato alle riaperture dei cinema europei Variety ha scritto: «di certo i film non mancano, tra le uscite successive agli Oscar, i nuovi titoli nazionali e una marea di blockbuster di Hollywood». Ha però aggiunto: «un’eccedenza di film, specie se grandi film americani, potrebbe anche essere una benedizione».
È un vero problema?
In effetti, tra i film che sarebbero dovuti uscire nel 2020 e che invece sono stati spostati al 2021 ci sono, tra gli altri: A Quiet Place II, Assassinio sul Nilo, Black Widow, Candyman, Deep Water, Dune, The Eternals, F9, The French Dispatch, Ghostbusters: Afterlife, Godzilla vs. Kong, In the Heights, Top Gun: Maverick e West Side Story. Ma è altrettanto vero che, in una sorta di effetto domino, film previsti per il 2021 sono stati a loro volta spostati al 2022 e che molti film – italiani e non – sarebbero dovuti uscire al cinema e invece sono usciti altrove. Anche perché, specie nel caso di saghe o serie, ci sono film che per forza di cose e a prescindere da dinamiche commerciali devono uscire prima di altri.
E bisogna dire che certi ragionamenti che possono valere per gli Stati Uniti o per la Francia (dove ci sono regole piuttosto rigide sulle finestre temporali tra l’uscita di un film nei cinema e il suo arrivo in streaming) non valgono invece per l’Italia.
Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution e presidente nazionale dei distributori ANICA (l’associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali), pensa che per l’Italia questo problema non si porrà, o quantomeno non in modo diverso rispetto a quanto già non si ponesse prima della pandemia. «Per usare un termine molto comune» dice «la questione dell’assembramento di prodotto in Italia è un problema storico, nel senso che come territorio abbiamo sempre avuto, a differenza degli stati europei a noi comparabili, una stagionalità molto accentuata e spostata verso l’autunno/inverno e una carenza di prodotto nel periodo tardo-primaverile ed estivo».
È capitato spessissimo, infatti, che grandi film americani usciti in estate negli Stati Uniti arrivassero in Italia a settembre o anche oltre. Per l’idea, a volerlo dire in dieci parole, secondo cui d’estate si va in spiaggia (o in montagna) e non al cinema. E per una sorta di circolo vizioso che faceva sì che quasi non si capisse più se i cinema incassavano poco perché c’erano pochi film o se invece c’erano pochi film perché uscendo avrebbero incassato poco. Nel 2019, però, questa storica tendenza era stata decisamente invertita, grazie a una serie di iniziative che avevano fatto sì che a luglio gli incassi fossero oltre il doppio rispetto a quelli del luglio 2018, e ad agosto il 45 per cento più alti rispetto a quelli di 12 mesi prima.
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«Nel 2019 eravamo riusciti a creare la più grande estate cinematografica italiana di tutti i tempi» dice Lonigro «tant’è vero che l’Italia è stata il territorio europeo con la maggior crescita percentuale». Quest’estate, però, per evidenti ragioni il cinema non potrà di certo tornare a quei livelli. E Lonigro dice: «anche nel 2021, dopo quasi un anno di chiusura, il problema è lo stesso. Ci saranno tanti film sia italiani che internazionali da fine ottobre fino ai primi mesi del 2022 e invece ci sarà una carenza importante di prodotto alto-performante sia adesso, in fase di riapertura, che poi nella ripartenza dopo il periodo prettamente estivo».
Ciononostante, Lonigro non crede che nemmeno da ottobre ci saranno troppi film tutti insieme, in Italia: «credo il problema non si ponga, credo anzi che sia un falso problema». E aggiunge: «è chiaro che da novembre a febbraio ci sarà l’inferno, però c’è sempre stato, non è cambiato nulla. L’Italia ha sempre avuto quei quattro mesi stracarichi di film. Stupirci nel 2021 di trovare il mercato pieno di prodotti in quei mesi per me è una cosa strana, non è niente di innovativo o sconvolgente».
Ha un’opinione simile anche Mario Lorini, presidente di ANEC, l’associazione nazionale esercenti cinema: «è evidente che l’autunno creerà una maggiore offerta di film e che questo creerà qualche ostacolo rispetto alle normali teniture». Ma a proposito dei successi cinematografici dell’estate 2019 dice che «non è un secolo fa» e che crede nella possibilità di «dare in estate spazio che altrimenti i film vanno a cercare da novembre in poi, dove alla fine qualcuno poi perde lo stesso».
Da qui in poi
«C’è necessità di mettere in fila la ripartenza» dice Lorini, che parla dell’esigenza di «consentire alle sale di riaprire ed avere prodotto, e di consentire ai film di avere il giusto sfruttamento ed evitare quindi anche l’ingolfamento». Sempre restando in una metafora automobilistica, Lorini dice che «la macchina del cinema si deve riavviare lentamente ma costantemente», e aggiunge che, in base alle informazioni attuali, ci si aspetta un sufficiente numero di uscite anche per le prossime settimane, con decine di case di distribuzione che hanno già presentato i film che usciranno «da qui a metà estate».
«Dobbiamo andare a regime il più presto possibile senza fare danni o sbagliate accelerazioni, che potrebbero addirittura complicare» la situazione, dice Lonigro, tenendo conto del fatto che «quello che si legge oggi a livello di offerta e competizione sicuramente sarà oggetto di sistemazioni e adeguamenti, perché siamo tutti work in progress» e perché tutti, nel cinema, si stanno «in qualche modo assestando». Parla anche di come fin qui le piattaforme di streaming abbiano «drenato tantissimo prodotto sia internazionale che nazionale», cosa che dovrebbe evitare ogni eccessivo imbottigliamento nei prossimi mesi.
Lorini ricorda inoltre che il mercato cinematografico italiano «lo avevamo lasciato, a ottobre, con il secondo lockdown, che perdeva l’85 per cento circa rispetto all’anno precedente, e adesso siamo addirittura in una situazione peggiore», dato che «in questo momento è performante al cinque per cento della sua potenzialità». Dice di augurarsi però che «per i primi di giugno già si possa superare il 50 per cento di mercato attivo e di quota di box office». Una situazione che sarebbe già di molto migliore rispetto a quella di un anno fa, visto che i cinema restarono chiusi fino al 15 giugno.
Ma Lonigro dice anche: «dopo tanti mesi seduti su un divano gli spettatori sono diventati più esigenti e tutti pensavano “riapriranno le sale e andranno a vedere qualsiasi cosa”. No, no, nel modo più assoluto. Sono andati a vedere Nomadland, hanno visto Minari un pochino e già il nuovo Allen non ha performato bene. Questo fa capire come il pubblico sia sicuramente voglioso di tornare al cinema ma sia diventato ancora più esigente rispetto al periodo ante-Covid».
A questo proposito, Lonigro aggiunge: «ben vengano 200 film alto performanti, vuol dire che la gente riprenderà a riempire le sale». E spiega però che, specie nel caso dei film italiani «uno non vale uno», perché «di film italiani pronti, importanti, che possano risollevare le sorti del mercato forse ce ne saranno 15». Per esempio Diabolik, Freaks Out, Tre Piani, Supereroi o Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di morto. «A guidare il mercato sono sempre i top-title, i blockbuster; gli altri si adeguano e si spostano».
Nel frattempo, da inizio maggio è in vigore un decreto voluto dal ministero della Cultura (il cosiddetto “decreto finestre”) che prevede, per tutto il 2021, che i film italiani «potranno approdare sulle piattaforme streaming e in televisione dopo trenta giorni dalla prima proiezione al cinema».
Tra i film in uscita in Italia da qui a fine mese ci sono: il film italiano Il cattivo poeta, con Sergio Castellitto che fa Gabriele D’Annunzio, i film premiati agli Oscar The Father e Un altro giro e il film Disney Crudelia (che, con un costo extra rispetto al normale abbonamento, si potrà vedere anche su Disney+). È prevista per il 10 giugno l’uscita di Comedians di Gabriele Salvatores, il 24 giugno dovrebbero arrivare A quiet place 2 e Una donna promettente. Dovrebbe invece arrivare a luglio – in Italia e negli Stati Uniti, nei cinema e in streaming con le stesse modalità di Crudelia – il film Marvel Black Widow. Arriverà a due anni dal precedente, Spider-Man: Far from Home, e i suoi risultati saranno di certo significativi per capire un po’ meglio cosa aspettarsi per i successivi mesi di cinema, in Italia e nel mondo. Un po’ come l’estate scorsa lo era stato (alla fine in senso negativo) Tenet di Christopher Nolan.
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