Israele ha bombardato un edificio di Gaza che ospitava le sedi di diversi media internazionali
Tra gli altri, c'erano gli uffici di Associated Press e Al Jazeera
Nel pomeriggio di sabato l’esercito israeliano ha colpito e distrutto in un bombardamento aereo l’edificio di Al-Jalaa, nel centro di Gaza, che ospitava le sedi di diversi media internazionali, tra cui Associated Press e Al Jazeera. L’edificio è stato colpito dopo che l’esercito israeliano aveva detto alle persone che erano all’interno di uscire, scrive Associated Press. Il bombardamento è avvenuto dopo che tra venerdì sera e sabato mattina erano continuati i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza alle città israeliane e bombardamenti dell’esercito israeliano sulla Striscia.
⭕ LIVE footage of the moment an Israeli air raid bombed the offices of Al Jazeera and The Associated Press in Gaza City ⬇️
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— Al Jazeera English (@AJEnglish) May 15, 2021
L’esercito israeliano ha motivato il bombardamento dicendo che l’edificio ospitava anche risorse militari dell’intelligence di Hamas, il gruppo radicale palestinese che governa di fatto la Striscia di Gaza. Gary Pruitt, presidente e amministratore delegato di Associated Press, ha commentato il bombardamento con un comunicato in cui ha detto: «Siamo scioccati e inorriditi dal fatto che l’esercito israeliano abbia preso di mira e distrutto l’edificio che ospita l’ufficio di Associated Press e di altre organizzazioni giornalistiche a Gaza. […] Abbiamo evitato per poco una terribile perdita di vite umane. Una dozzina di giornalisti e freelance di Associated Press erano all’interno dell’edificio e per fortuna siamo stati in grado di evacuarli in tempo. Il mondo saprà meno di ciò che sta accadendo a Gaza a causa di ciò che è successo oggi».
Secondo l’esercito israeliano da venerdì sera a sabato mattina circa 200 razzi sono stati lanciati dalla Striscia verso alcune città israeliane del sud come Be’er Sheva e Ashdod. Secondo Reuters, l’esercito israeliano ha risposto attaccando una struttura di intelligence militare di Hamas e una serie di siti da dove vengono lanciati razzi nel Nord di Gaza.
Nella notte l’esercito israeliano aveva bombardato anche un edificio nel campo profughi di al-Shati, nel nord della Striscia di Gaza: nel bombardamento erano state uccise 10 persone di una stessa famiglia, di cui 8 bambini. In seguito al bombardamento del campo palestinese, da Gaza erano state lanciate decine di razzi verso alcune città israeliane.
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Uno dei razzi aveva colpito un palazzo della città di Ramat Gan, alla periferia di Israele, uccidendo una persona, mentre altri razzi avevano raggiunto le città di Rishon LeZion, Yavne e Lod, senza causare morti. Hamas ha rivendicato l’attacco, dicendo che è stata una risposta al bombardamento del campo di al-Shati.
Finora nei combattimenti sono stati uccisi almeno 139 palestinesi della Striscia di Gaza e 9 israeliani. Giovedì sera il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva detto che Hamas avrebbe pagato un «prezzo molto alto» per le sue azioni: «Continueremo a fare quello che stiamo facendo con grande intensità».
Nella notte fra giovedì e venerdì l’annuncio di una nuova operazione via terra aveva fatto pensare a una possibile invasione, come quella compiuta nella guerra del 2014: poi però l’esercito israeliano aveva smentito la notizia, scusandosi per l’errore.
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