OSIRIS-REx ci sta portando un pezzo di asteroide

La sonda della NASA ha lasciato Bennu, dal quale aveva prelevato alcuni frammenti, e iniziato il suo viaggio verso la Terra

La sonda OSIRIS-REx sgancia la capsula contenente i frammenti dell'asteroide Bennu con la Terra sullo sfondo, in un'elaborazione grafica (NASA)
La sonda OSIRIS-REx sgancia la capsula contenente i frammenti dell'asteroide Bennu con la Terra sullo sfondo, in un'elaborazione grafica (NASA)
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A circa 280 milioni di chilometri da noi, alcuni frammenti di un asteroide hanno da poco intrapreso un lungo viaggio verso la Terra; quando arriveranno, non causeranno danni e non ci sarà nessuna emergenza da film catastrofico. Si stanno muovendo insieme alla sonda spaziale OSIRIS-REx della NASA, che li aveva raccolti dopo essere entrata brevemente in contatto con l’asteroide Bennu nell’ottobre dello scorso anno. I frammenti, i primi di questo tipo a essere stati mai raccolti dalla NASA, arriveranno sul nostro pianeta nel 2023, atterrando nel deserto dello Utah (Stati Uniti), protetti da un contenitore di metallo e rallentati nella loro discesa da un paracadute.

La missione di OSIRIS-REx, una delle più ambiziose degli ultimi tempi per la NASA, era iniziata nel 2016 con il lancio dalla Terra cui era seguito un lungo viaggio di centinaia di milioni di chilometri per raggiungere Bennu nel 2018. L’asteroide, che ha una massa stimata intorno ai 70 milioni di tonnellate e un diametro massimo di 565 metri, era stato scelto come candidato ideale per raccogliere alcuni suoi frammenti utili per scoprire nuove cose su questi corpi celesti.

Verso la fine dell’ottobre 2020, OSIRIS-REx aveva compiuto una manovra per avvicinarsi a Bennu e toccarlo per circa cinque secondi con il proprio braccio meccanico. Facendolo, aveva emesso uno sbuffo di azoto per far sollevare i detriti presenti sulla superficie dell’asteroide, in modo da raccoglierli nella parte inferiore dello stesso braccio meccanico.

L’operazione era stata un successo, anche se la sonda aveva un poco esagerato raccogliendo più materiale del previsto, complicando le successive operazioni per inserire i detriti all’interno del contenitore che sarà poi paracadutato sulla Terra. 


La sonda era rimasta in compagnia di Bennu ancora per qualche mese, per ulteriori osservazioni e per studiare lo stesso piccolo cratere causato dall’impatto del suo braccio meccanico. Lunedì 10 maggio, infine, OSIRIS-REx ha acceso i propri motori per allontanarsi dall’asteroide e intraprendere il viaggio verso la Terra. Per arrivare nei nostri paraggi, la sonda compirà due differenti orbite intorno al Sole, coprendo complessivamente una distanza di circa 2,3 miliardi di chilometri. 

L’asteroide Bennu fotografato dalla sonda OSIRIS-REx ad appena 24 chilometri di distanza dal corpo celeste, una delle immagini più dettagliate di un asteroide mai realizzate (NASA)

In prossimità del nostro pianeta, OSIRIS-REx libererà il contenitore (SRC) con i frammenti, in modo che possa intraprendere il turbolento rientro nella nostra atmosfera.

SRC ha un diametro massimo di 81 centimetri e raggiunge un’altezza di circa 50 centimetri, con una forma che ricorda quella di una trottola.

Il contenitore (il cono bianco) su uno dei lati della sonda OSIRIS-REx durante il suo assemblaggio (NASA)

Il suo atterraggio è previsto per il 24 settembre del 2023 nello Utah, poi sarà trasferito con il suo raro contenuto presso il Johnson Space Center di Houston, in Texas, dove la NASA tiene buona parte delle rocce lunari raccolte con le missioni Apollo tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta. 

Clicca per ingrandire (Lockheed Martin)

La NASA prevede di mettere a disposizione dei ricercatori circa un quarto del materiale raccolto su Bennu, mentre il restante sarà conservato per ricerche future. L’idea è che nei prossimi decenni siano sviluppati nuovi strumenti per condurre analisi, con tecnologie che ancora non conosciamo e che potrebbero offrire nuovi spunti ed evidenze scientifiche. 

Lasciato il suo carico, OSIRIS-REx continuerà a viaggiare nello Spazio interplanetario. I piani per la sonda non sono ancora molto chiari, ma la NASA confida che possa essere riutilizzata per un’altra missione verso un nuovo asteroide.