In Italia non ci sono più regioni in zona rossa
È la prima volta dalla fine di febbraio, ed è una buona notizia, anche se ci sono diverse “zone rosse locali"
Da lunedì 10 maggio nessuna regione italiana è in zona rossa, cioè la fascia di rischio dove sono in vigore le maggiori restrizioni per contenere la pandemia da coronavirus. Tutta l’Itala è in zona gialla a eccezione di Valle d’Aosta, Sardegna e Sicilia, che sono arancioni.
Il fatto che dopo mesi nessuna regione si trovi in zona rossa va attribuito al buon andamento dell’epidemia nell’ultima settimana: è stata confermata la diminuzione dei casi e nessuna regione ha superato le soglie di allerta. Inoltre è diminuita la pressione sui reparti di terapia intensiva ed è calato anche il numero di morti rispetto ai sette giorni precedenti. Secondo le autorità dipende sia dalle misure restrittive che dall’impatto della campagna vaccinale, di cui si iniziano a vedere i risultati.
Fino ad oggi la Valle d’Aosta era l’unica regione rimasta in zona rossa: è la prima volta dalla fine di febbraio che nessuna regione è inserita nella fascia di rischio più alta. Ciononostante ci sono diversi comuni che sono stati inseriti in zone rosse locali a causa di picchi di contagi e focolai registrati in quei territori.
In Abruzzo è stata disposta la zona rossa per il comune di Celano, in provincia dell’Aquila, fino al 14 maggio. In Basilicata, che è passata dalla zona arancione alla gialla, ci sono otto comuni in zona rossa fino al 16 maggio: Balvano, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Lavello, Rionero in Vulture (in provincia di Potenza), e Craco, Garaguso e Rotondella (in provincia di Matera).
In Calabria è stata prorogata la zona rossa nei comuni di Delianuova e Careri (in provincia di Reggio Calabria), rispettivamente fino al 15 e al 13 maggio. Restano in zona rossa anche il comune di Belvedere di Spinello (in provincia di Crotone), fino al 17 maggio, il comune di Montalto Uffugo (in provincia di Cosenza), fino al 13 maggio, e la frazione Paravati del comune di Mileto (in provincia di Vibo Valentia) fino al 14 maggio. Nel Lazio resta in zona rossa il quartiere Bella Farnia del comune di Sabaudia, dove erano state registrate decine di contagi in un residence in cui abitano centinaia di braccianti indiani di religione sikh.
La Sicilia è la regione in cui ci sono più zone rosse locali: Maniace (in provincia di Catania), Corleone (in provincia di Palermo), Riesi e Mussomeli (in provincia di Caltanissetta) saranno in zona rossa fino al 19 maggio. Resteranno in zona rossa fino al 12 maggio i comuni di Bolognetta, Santa Cristina Gela e San Cipirello, Baucina, Belmonte Mezzagno, Giardinello, Mezzojuso, Termini Imerese, Cefalù (sempre in provincia di Palermo), Gela (in provincia di Caltanissetta), Mineo (in provincia di Catania), Cerami (in provincia di Enna), Fiumedinisi (in provincia di Messina) e nelle isole di Linosa e Lampedusa (in provincia di Agrigento).
Nelle zone gialle, tornate in vigore il 26 aprile, hanno riaperto bar e ristoranti, sia a pranzo che a cena ma solo per il servizio all’aperto; hanno riaperto anche musei, cinema, teatri e sale da concerto, ma con capienza ridotta, ed è tornato possibile fare attività fisica all’aperto anche per gli sport di contatto. Nelle regioni in zona arancione e nelle zone rosse locali, invece, i bar possono effettuare solo il servizio d’asporto.
Per quanto riguarda gli spostamenti, in base alle misure in vigore dal 26 aprile, ci si può spostare liberamente tra le regioni in zona gialla. Nelle regioni in zona arancione o nelle zone rosse locali invece ci si può spostare per motivi di lavoro, salute o necessità, oppure con un “certificato verde”: cioè una certificazione dell’avvenuta vaccinazione contro il coronavirus, della guarigione dall’infezione o della negatività al virus tramite tampone molecolare o antigenico (valido solo se effettuato nelle precedenti 48 ore).
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