Putin dice che il vaccino Sputnik V è efficace come un kalashnikov
Per il presidente russo i vaccini prodotti dalla Russia sono affidabili come il più noto fucile d'assalto prodotto in Unione Sovietica
Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha parlato dell’andamento della pandemia da coronavirus nel paese e dei risultati del vaccino Sputnik V, il vaccino prodotto dalla Russia contro il virus. In una videoconferenza tenuta con la vice prima ministra Tatyana Golikova, Putin ha detto che i vaccini prodotti dalla Russia sono «moderni, aggiornati e, senza dubbio, sono i più affidabili e sicuri», e li ha paragonati ai fucili d’assalto AK-47, noti anche come “kalashnikov”, dal nome di Michail Timofeevič Kalašnikov, il militare dell’Armata Rossa dell’Unione Sovietica che li ideò nel 1947.
Sono affidabili come kalashnikov. Questo non sono io a dirlo, l’ha detto uno specialista europeo.
Lo specialista europeo citato da Putin è Florian Thalhammer, epidemiologo austriaco dell’Università di Vienna, che aveva paragonato lo Sputnik V a un kalashnikov in un’intervista al giornale Kronen Zeitung. L’Austria è uno dei paesi che hanno deciso di acquistare il vaccino russo, e sta aspettando l’autorizzazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per somministrarlo. L’EMA sta ancora studiando l’efficacia e la sicurezza dello Sputnik V. La procedura è stata avviata a marzo in seguito a una richiesta di revisione da parte di un’affiliata tedesca del produttore russo del vaccino. Non è ancora chiaro quanto tempo servirà all’EMA per un’eventuale autorizzazione.
Nel frattempo, sempre il 6 maggio, il ministro russo della Salute Mikhail Murashko ha annunciato di aver autorizzato la somministrazione di una sola dose di Sputnik V invece delle due previste, dato che secondo recenti analisi una singola dose avrebbe mostrato un’efficacia del 79,4% contro la COVID-19, mentre le due dosi avevano mostrato un’efficacia del 91,6%, secondo le autorità sanitarie russe. L’autorizzazione della singola dose, chiamata Sputnik Light, potrebbe accelerare il processo di immunizzazione, ma ci sono molti dubbi a riguardo dato che è avvenuta senza studi su gruppi ristretti di controllo, bensì calcolando gli effetti della prima dose di vaccino somministrata finora alla popolazione.
Le rassicurazioni di Putin sono arrivate inoltre dopo che nelle scorse settimane l’Agenzia nazionale per la vigilanza sanitaria (Anvisa) del Brasile aveva respinto la richiesta di alcuni stati brasiliani che avevano proposto di importare e utilizzare lo Sputnik V, dicendo di aver identificato nel vaccino particelle virali ancora in grado di replicarsi. L’agenzia aveva concluso che questo avrebbe potuto costituire un rischio per la salute pubblica.
Come i vaccini di AstraZeneca e di Johnson & Johnson, anche Sputnik V utilizza un particolare tipo di virus (“adenovirus”) per trasportare all’interno del nostro organismo il materiale genetico del coronavirus (SARS-CoV-2), in modo che il sistema immunitario impari a riconoscerlo senza dovere affrontare un’infezione vera e propria con tutti i rischi che ne conseguono.
Nei test clinici svolti lo scorso anno e nella documentazione fornita alle autorità sanitarie, l’istituto russo Gamaleya che si è occupato dello sviluppo di Sputnik V aveva dichiarato che il proprio vaccino contenesse adenovirus incapaci di riprodursi, proprio per garantirne ulteriormente la sicurezza. Secondo i tecnici brasiliani le cose starebbero però diversamente, almeno nelle analisi svolte per concedere o meno l’importazione del vaccino e il suo impiego in alcuni stati brasiliani.
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