I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
Nessuna regione o provincia ha superato le soglie di allerta e ovunque è diminuita la pressione sui reparti di terapia intensiva
Nell’ultima settimana tutti gli indicatori utili per monitorare l’andamento dell’epidemia da coronavirus sono stati in calo: è stata confermata la diminuzione dei casi, nessuna regione ha superato le soglie di allerta, è diminuita la pressione sui reparti di terapia intensiva ed è calato anche il numero di morti rispetto ai sette giorni precedenti. Segnali spiegati dalle autorità con le misure restrittive e un primo impatto della campagna vaccinale, di cui si iniziano a vedere i risultati.
Rispetto al monitoraggio di venerdì scorso, nell’ultima settimana la situazione epidemiologica è rimasta sotto controllo anche nelle regioni e nelle province che hanno subìto per ultime gli effetti della cosiddetta terza ondata. La curva in discesa dei contagi ha portato il governo a decidere una serie di riaperture che hanno coinvolto principalmente ristoranti e bar, e che ha puntato sulla ripresa delle attività sociali all’aperto. È ancora presto per capire quali saranno gli effetti di queste riaperture sull’andamento dell’epidemia.
Dal 30 aprile al 6 maggio sono stati trovati 72.990 nuovi casi di coronavirus, il 17,3 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. È una variazione percentuale significativa, che mostra chiaramente l’andamento in calo.
Anche il numero dei morti è calato sensibilmente rispetto al monitoraggio di venerdì scorso. Nell’ultima settimana i morti sono stati 1.719, il 21,4 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Gli effetti della campagna vaccinale sulla mortalità, i più attesi, hanno iniziato a vedersi: secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, la curva dei decessi delle persone con più di 80 anni ha piegato verso il basso dalla terza settimana di marzo.
Negli ultimi sette giorni è stato eseguito un numero di tamponi leggermente inferiore rispetto alla settimana precedente: un milione e 962mila, mentre dal 23 al 29 aprile ne erano stati eseguiti un milione e 990mila. Il calo è contenuto: come si può osservare dal grafico, nelle ultime settimane si nota una certa stabilità nella capacità di monitorare l’epidemia.
Nessuna regione ha superato la soglia di 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti. In Valle d’Aosta, l’unica regione per cui era stato segnalato un superamento la scorsa settimana, sono stati trovati 187 casi ogni 100mila abitanti. Anche le tre regioni del Sud sotto osservazione – Campania, Puglia e Basilicata – hanno un’incidenza settimanale sotto controllo, rispettivamente con 183, 169 e 156 contagi ogni 100mila abitanti. Il Molise è la regione con l’incidenza settimanale più bassa: 55 casi ogni 100mila abitanti.
In questa infografica pubblicata dall’associazione onData si può consultare l’andamento mensile dell’incidenza in tutte le regioni.
Per la prima volta dall’inizio dell’anno, tutte le province italiane sono rimaste sotto la soglia di allerta. Le province con l’incidenza settimanale più alta sono state Napoli, 215 casi ogni 100mila abitanti; Barletta-Andria-Trani, in Puglia, con 207 casi ogni 100mila abitanti; la provincia di Prato, in Toscana, dove sono stati trovati 206 contagi ogni 100mila abitanti; e Benevento, in Campania, con 205 casi ogni 100mila abitanti.
Come si può notare dalla mappa, anche in Sardegna – che a metà aprile era stata inserita in zona rossa – tutte le province sono rimaste sotto ai 100 casi ogni 100mila abitanti.
Negli ultimi sette giorni la situazione epidemiologica si è mantenuta sotto controllo nelle regioni del Nord Est e anche nella provincia di Brescia, in Lombardia, dove la terza ondata ha causato un notevole aumento dei casi e dei decessi. In questo grafico si può consultare l’andamento del numero assoluto di casi a livello regionale.
Questo grafico mostra l’incidenza settimanale e la variazione percentuale dell’incidenza rispetto all’ultimo monitoraggio. Non sono segnalate allerte nelle regioni. L’unica area da monitorare è la provincia autonoma di Bolzano, dove l’incidenza è aumentata del 34,5 per cento rispetto alla settimana precedente.
Al momento le regioni che superano la soglia del 30 per cento dei posti letto in terapia intensiva occupati da malati di COVID-19 sul totale dei posti disponibili sono quattro: Lombardia, Marche, Puglia e Toscana.
La pressione contenuta sui reparti di terapia intensiva si può notare anche dal grafico che mostra l’andamento settimanale dei nuovi ingressi. Nell’ultimo mese in quasi tutte le regioni c’è stata una diminuzione dei nuovi pazienti ricoverati in gravi condizioni.
Al momento in Italia sono state somministrate 15,7 milioni di prime dosi del vaccino contro il coronavirus e 6,8 milioni di persone hanno ricevuto la seconda dose. Sono ancora poche le somministrazioni del vaccino monodose di Johnson & Johnson: 131mila da quando è stato autorizzato in Italia.
Dopo aver superato le 500mila dosi giornaliere, alla fine di aprile, nei giorni successivi è stato somministrato un numero di dosi inferiore, circa 450mila al giorno. Gli ultimi dati, non ancora consolidati, dicono che giovedì 6 maggio è stato raggiunto nuovamente l’obiettivo di 500mila vaccinazioni al giorno: sono state 501mila, per la precisione.
Questa mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia: all’interno di ogni regione si trova la percentuale di persone che hanno ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Negli ultimi sette giorni la Liguria ha mantenuto alti ritmi di somministrazione e al momento è riuscita a proteggere completamente il 15,7 per cento della popolazione. La provincia autonoma di Trento, invece, ha la percentuale più bassa di persone completamente vaccinate: solo l’8 per cento ha ricevuto il richiamo.
In questa infografica è possibile consultare l’andamento delle campagne vaccinali e la curva di contagi, ricoveri in terapia intensiva e decessi in gran parte dei paesi del mondo. Basta cliccare sul filtro per scegliere il paese.