Dominic Ongwen, ex bambino soldato e leader dell’esercito di ribelli ugandesi LRA, è stato condannato a 25 anni di carcere dalla Corte penale internazionale dell’Aia
La Corte penale internazionale dell’Aia ha condannato a 25 anni di carcere Dominic Ongwen, uno dei leader dell’esercito di ribelli ugandesi noto come LRA (Lord’s Resistance Army), con accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Ongwen, che oggi ha 41 anni, è stato riconosciuto colpevole complessivamente di 61 capi di imputazione. Il suo processo è molto importante perché è il primo della Corte penale internazionale contro un ex bambino soldato.
Il LRA è stato attivo in diversi paesi dell’Africa dagli anni Ottanta fino a pochi anni fa, e ha rapito e arruolato moltissimi bambini soldato per allargare il suo esercito: si stima che ne abbia rapiti circa 20mila tra il 1987 e il 2006, e Ongwen era uno di questi. Ongwen era stato rapito mentre andava a scuola in Uganda quando aveva tra i 9 e i 14 anni (non ci sono dati precisi a riguardo). Dopo aver subito violenze e abusi di ogni genere, in pochi anni aveva scalato i ranghi del LRA fino a diventarne uno dei leader. I crimini di cui è accusato riguardano tutti il periodo fra il 2002 e il 2005: lui stesso rapì moltissimi bambini per farne dei soldati, ridusse donne in schiavitù sessuale e fu responsabile di molte morti. È stato indicato dalla Corte penale internazionale dell’Aia come uno dei capi del LRA: altri tre di questi sono morti e uno, Joseph Kony, è ancora latitante.
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Gli avvocati di Ongwen avevano sostenuto che la pena non dovesse essere di oltre 10 anni, visto che lui stesso aveva subito da bambino forti traumi ed era stato costretto prima ad arruolarsi e poi a commettere gravi crimini per non essere ucciso. La Corte stessa ha riconosciuto le sofferenze personali di Ongwen, e uno dei giudici, Bertram Schmitt, ha detto che la Corte non ha proposto il carcere a vita proprio per questo motivo. Una volta diventato uno dei membri più importanti del LRA, però, Ongwen è stato responsabile degli stessi crimini che gli erano stati inflitti da bambino, e per questo la Corte ha deciso per una pena di 25 anni, contro la quale la difesa potrà fare appello entro un mese.