Come i rifiuti organici si trasformano in energia
Un istituto in India coprirà parte suo fabbisogno energetico grazie al biogas
Quando pensiamo al sistema di riciclo dei rifiuti siamo talvolta portati a considerare solo quello che riguarda materiali come la plastica, il vetro e la carta. E che dunque solo questi rifiuti siano i protagonisti della transizione verso la cosiddetta “economia circolare”: un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro. Ma anche i rifiuti organici, alimentari e vegetali, possono essere riutilizzati e rientrare a far parte del circolo produttivo in modo circolare.
Un modo per riutilizzare i rifiuti organici è il biogas. Questo combustibile è infatti prodotto dalla fermentazione batterica in anaerobiosi, cioè in assenza di ossigeno e a temperatura controllata, di sostanze di origine organica (animale o vegetale), provenienti da colture prodotte per questo scopo ma anche da scarti dell’agricoltura, dell’industria alimentare e dell’industria zootecnica, e perfino dai rifiuti alimentari post consumo. Questo processo di degradazione delle biomasse è chiamato digestione anaerobica, e genera tra l’altro anidride carbonica, monossido di carbonio, idrogeno e metano. Il biogas così prodotto può essere bruciato per produrre energia elettrica e calore, mentre il residuo della fermentazione, il cosiddetto “digestato”, un materiale liquido, può essere utilizzato come fertilizzante naturale.
Proprio con lo scopo di produrre energia da rifiuti organici, e di sostenere la ricerca teorica per lo sviluppo dell’economia circolare, il gruppo Maire Tecnimont, multinazionale italiana di ingegneria impiantistica presente in 45 paesi, leader internazionale nella trasformazione delle risorse naturali con circa 50 società operative e un organico di circa 9.000 persone, ha avviato in India dal marzo del 2020 due progetti innovativi.
Il 25 marzo scorso, nel quartiere di Surathkal, a Mangalore, nello stato di Karnataka, Tecnimont Private Limited (TCMPL), controllata di Maire Tecnimont, ha infatti inaugurato un impianto pilota per il riciclo di rifiuti organici presso l’Istituto Nazionale di Tecnologia della stessa città (NITK, National Institute of Technology Karnataka). L’impianto consentirà al NITK di produrre energia convertendo gli scarti alimentari e vegetali provenienti dal campus coprendo, a regime, parte del fabbisogno elettrico dell’istituto e che renderà autonoma, per la preparazione dei pasti, la mensa di uno dei dormitori del campus. Il NITK è uno dei 32 istituti nazionali di tecnologia in India ed è riconosciuto come Istituto di importanza nazionale dal governo indiano.
NITK, che ha coordinato la realizzazione dell’impianto pilota con il suo team di tecnici del dipartimento di ingegneria meccanica, stima che il digestore di biogas, cioè la struttura in cui avviene la fermentazione batterica dei rifiuti organici, dovrebbe produrre circa 35.400 kWh all’anno, il fabbisogno di energia elettrica di circa 20 famiglie italiane. L’impianto dovrebbe ricevere a regime circa 500 chilogrammi di materia biologica di scarto al giorno provenienti dalle mense, dai bar e dalle residenze studentesche del campus, che ospita 7mila persone, tra studenti e staff. Il materiale di scarto della produzione del biogas, il “digestato”, potrà essere utilizzato come fertilizzante organico, anche in sostituzione di fertilizzanti chimici.
Inoltre, durante la cerimonia d’inaugurazione, Maire Tecnimont ha annunciato il progetto di costruzione di un centro di ricerca interdisciplinare, il Centro di Ricerca Maire Tecnimont per il riciclo di rifiuti organici e per l’Economia Circolare (Maire Tecnimont Centre for Research on Waste Recycling and Circular Economy). Avrà sede nello stesso National Institute of Technology Karnataka e, sfruttando anche competenze del Gruppo nel settore, avrà lo scopo di sostenere gli studenti nella ricerca nel campo della transizione energetica e della “chimica verde”, cioè la progettazione di prodotti e processi chimici che riducano o eliminino l’uso o la generazione di sostanze pericolose per l’ambiente.
Con questa stessa finalità, nell’anno accademico 2020-2021 presso lo stesso campus del NITK, Maire Tecnimont ha già finanziato 2 borse di studio, della durata di un anno e sulla base dei requisiti di merito, reddito ed equilibrio di genere; altre 16 borse di studio sono previste a partire dall’anno accademico 2021-2022 per studi di ricerca su waste recycling e economia circolare, destinate ai dottorandi del NITK delle facoltà di ingegneria meccanica e chimica. L’impianto pilota appena inaugurato fungerà in questo ambito da strumento di studio e ricerca.