Berremo il caffè della “coffea stenophylla”?
Una varietà della pianta presente in Sierra Leone resiste a temperature più alte rispetto all'Arabica, caratteristica che sarà sempre più importante
Secondo uno studio pubblicato nel 2019 su Science Advanced da alcuni ricercatori dei Royal Botanical Gardens di Kew, in Inghilterra, circa il 60 per cento delle 124 specie di piante selvatiche di caffè è vulnerabile o a rischio di estinzione per via della deforestazione e dei cambiamenti climatici che stanno alterando le condizioni ambientali in cui cresce. Tra queste c’è anche la coffea arabica, che è la pianta da cui proviene il tipo di caffè più pregiato e popolare in commercio.
Di recente alcuni di questi ricercatori hanno condotto un nuovo studio su una pianta di caffè che era stata di fatto dimenticata, e che si è scoperto avere le caratteristiche giuste per riuscire a resistere a temperature più alte. Ma soprattutto, sembra avere una qualità e un sapore molto simili a quelli dell’Arabica: e quindi, secondo gli scienziati, potrebbe essere una risorsa molto importante per la produzione di caffè nei prossimi anni.
Tutto è cominciato quando Aaron Davis, ricercatore capo della squadra dei Royal Botanical Gardens, si è imbattuto in un vecchio studio del botanico scozzese George Don che risaliva al 1834. Don aveva descritto una pianta selvatica di caffè che aveva osservato in alcune zone collinari della Sierra Leone, nell’Africa occidentale, sostenendo che dalle sue bacche si ottenesse un caffè di qualità superiore a quello prodotto dalla coffea arabica. Don aveva chiamato questa pianta selvatica coffea stenophylla.
Davis e un gruppo di altri ricercatori hanno quindi pensato di provare a studiare meglio questa rara pianta, che fino a pochi anni fa si riteneva fosse quasi estinta, e ne hanno descritto proprietà e potenzialità in uno studio pubblicato su Nature Plants il 19 aprile.
Gli scienziati hanno scoperto che la stenophylla fu coltivata fino agli anni Venti del secolo scorso, e poi fu gradualmente dimenticata perché rimpiazzata dalle piantagioni di coffea canephora, cioè la pianta da cui si ricava la varietà di caffè “Robusta” – la seconda più popolare dopo l’Arabica –, che dava raccolti più abbondanti. Contrariamente a quanto si pensava, inoltre, i ricercatori hanno anche osservato che la stenophylla ha ripreso a crescere spontanea sia in Sierra Leone sia più a est, in alcune zone della Guinea e della Costa d’Avorio.
Discover Coffea stenophylla – the "forgotten" coffee species that could future-proof the drink against climate change. Story by @hbriggs 👇https://t.co/TPuW1wEad5
— Kew Science (@KewScience) April 19, 2021
Secondo i risultati dello studio, la stenophylla è particolarmente resistente: cresce dai 200 ai 700 metri di altitudine e tra i 24 e i 26 gradi, a temperature più alte di circa 6,5 gradi rispetto a quelle in cui cresce l’arabica. Non ha nemmeno bisogno di piogge più abbondanti. Dalle sue bacche si ricava un caffè di alta qualità, sia in termini di sapore che di aroma: l’80 per cento degli assaggiatori di caffè a cui i ricercatori hanno fatto provare la bevanda ricavata dalla pianta credevano si trattasse di Arabica. Molti di loro hanno rilevato note più fruttate e meno amare rispetto ad altre varietà sia di Robusta che di Arabica.
Per queste ragioni, secondo i ricercatori la stenophylla potrebbe essere una risorsa importante per la coltivazione di caffè di alta qualità in condizioni climatiche diverse.
– Leggi anche: Ci aspetta una crisi del caffè
Il caffè è una delle bevande più consumate in tutto il mondo ma è anche una pianta particolarmente delicata, che può essere coltivata in specifiche condizioni ambientali che occorrono in Africa e in alcune regioni dell’America Latina e dell’Asia. Secondo alcuni studi, a causa della deforestazione e dell’aumento delle temperature provocato dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane, nel 2050 le zone dove potrà essere coltivato il caffè saranno soltanto la metà di quelle in cui cresce attualmente, con grosse conseguenze sulla produzione, la disponibilità e i prezzi del caffè in commercio.
Alcuni scienziati pensavano che l’arabica potesse resistere fino a temperature di 30 gradi, ma recenti studi hanno dimostrato che non fiorisce sopra i 24. Le altre specie di coffea hanno generalmente bacche più piccole e garantiscono raccolti inferiori e un caffè di minore qualità. È per questo che le piante da cui si ricava la maggior parte del caffè che viene messo in commercio sono pochissime: oltre ad arabica e robusta si usa per esempio la caffea liberica, che però è di gran lunga meno popolare.
Adesso, secondo i ricercatori, coltivare la stenophylla oppure incrociarla con altre specie per rafforzarne le caratteristiche potrebbe contribuire almeno in parte a capire come risolvere il problema della grande richiesta di caffè a fronte dei cambiamenti climatici. Davis ha detto di sperare che un giorno la stenophylla possa tornare a essere coltivata su ampia scala in Sierra Leone: «Non comparirà nei negozi nel giro di un paio d’anni, ma credo che tra cinque o sette entrerà nel mercato come un caffè di nicchia, di altissima qualità, e a poco a poco diventerà più comune», ha detto a BBC.
– Leggi anche: Il cambiamento climatico, le basi