I negoziati per la riunificazione di Cipro sono andati male anche questa volta

Il segretario generale dell'ONU António Guterres parla con i media alla fine degli incontri per la riunificazione di Cipro, il 29 aprile 2021 (Martial Trezzini/Keystone via AP)
Il segretario generale dell'ONU António Guterres parla con i media alla fine degli incontri per la riunificazione di Cipro, il 29 aprile 2021 (Martial Trezzini/Keystone via AP)

I nuovi negoziati per la riunificazione dell’isola di Cipro, cominciati martedì 27 aprile, sono andati male, come avvenuto già molte volte in passato: dopo tre giorni di incontri a Ginevra, il segretario generale dell’ONU António Guterres ha detto che non è stato trovato «abbastanza terreno comune per permettere la ripresa delle trattative formali». L’isola di Cipro è divisa in due dal 1974, tra uno stato greco-cipriota a sud e uno turco-cipriota a nord-est. Quello greco-cipriota è l’unico riconosciuto come legittimo di tutta l’isola dalla comunità internazionale, esclusa la Turchia che riconosce Cipro Nord come stato sovrano.

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Era ampiamente previsto che i negoziati non portassero da nessuna parte: diversi analisti avevano osservato come gli incontri di questa settimana servissero più che altro a evitare che il lungo processo negoziale fallisse definitivamente.

Le due parti infatti non erano mai state così distanti tra loro, con il leader del governo turco-cipriota, Ersin Tatar, che aveva proposto come unica soluzione quella dei due stati, inaccettabile per il governo greco-cipriota. Guterres ha detto che l’ONU farà un nuovo tentativo probabilmente entro due o tre mesi.