I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
I dati su nuovi contagi, morti e pressione sulle terapie intensive stanno migliorando quasi ovunque, con qualche eccezione
Nell’ultima settimana in Italia si è confermato il calo dei nuovi contagi da coronavirus, è diminuita la pressione sui reparti di terapia intensiva e ci sono stati meno morti rispetto ai sette giorni precedenti. I dati sono piuttosto chiari e dicono che la curva della terza ondata dell’epidemia è in fase calante.
Le misure restrittive introdotte dalla metà di febbraio fino alla scorsa settimana hanno contribuito ad evitare la trasmissione dei contagi e iniziano a vedersi anche gli effetti della campagna vaccinale, che negli ultimi giorni ha subìto un’accelerazione. Ma non in tutta Italia la situazione epidemiologica è sotto controllo: in alcune province i contagi rimangono alti, così come gli ingressi nei reparti di terapia intensiva.
Sarà molto importante capire quali saranno gli effetti dell’ultimo decreto legge che dal 26 aprile ha aperto molte attività come ristoranti e negozi, pur con qualche limitazione, e ha consentito gli spostamenti tra regioni che negli ultimi mesi erano stati vietati. Molti sostengono che le riaperture – grazie alla vaccinazione in corso e alla bella stagione – non porteranno a una nuova crescita dei contagi.
Dal 23 al 29 aprile sono stati trovati 88.266 nuovi casi di coronavirus, il 6,9 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Il picco della terza ondata è stato registrato nella settimana tra il 12 e il 18 marzo, quando sono stati rilevati 157.964 casi: da quel momento i contagi settimanali hanno iniziato a calare, soprattutto dopo le festività pasquali.
Il numero dei tamponi eseguiti – un milione e 990mila – è stato leggermente inferiore rispetto ai sette giorni precedenti, mentre è cresciuto il numero delle persone testate: 678.098. Come si può osservare dal grafico, l’andamento stabile di questi due indicatori mostra una certa efficacia del sistema di individuazione e tracciamento dei casi.
Nell’ultima settimana i morti sono stati 2.187, il 9,6 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. La curva dei decessi è calata in quasi tutte le regioni e con la diminuzione dei contagi è ragionevole pensare che continuerà a scendere anche nelle prossime settimane. Al momento, però, non è semplice capire quanto abbia influito l’impatto della campagna vaccinale.
Gli esperti sono in attesa di dati più approfonditi, soprattutto divisi per fasce d’età, da parte dell’Istituto superiore di sanità.
Negli ultimi sette giorni una sola regione ha superato la soglia di 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti: la Valle d’Aosta, dove sono stati trovati 262 nuovi casi ogni 100mila abitanti. L’incidenza settimanale dei casi è uno degli indicatori che il comitato tecnico scientifico utilizza per decidere i colori delle regioni e quindi le misure restrittive. Il presidente della Valle d’Aosta, Erik Lavevaz, ha scritto al comitato tecnico scientifico per chiedere di tenere in considerazione il calo dei contagi registrato negli ultimi giorni e non solo il dato dell’incidenza settimanale. L’obiettivo di Lavevaz è evitare una nuova zona rossa, anche se difficilmente la sua richiesta potrà essere soddisfatta visti i criteri delle norme in vigore..
In questa infografica pubblicata dall’associazione onData si può consultare l’andamento mensile dell’incidenza in tutte le regioni.
L’incidenza settimanale dei casi è stata bassa in quasi tutta Italia ad eccezione di alcune aree: la Valle d’Aosta, come già detto, ma anche la Puglia e alcune province della Toscana. In Puglia, la provincia con l’incidenza più alta è stata Barletta-Andria-Trani, dove sono stati trovati 256 casi ogni 100mila abitanti. Anche Bari, Taranto, Brindisi e Foggia hanno avuto un’incidenza vicina alla soglia di allerta.
In Toscana, invece, la situazione epidemiologica non è ancora migliorata in provincia di Prato, dove i controlli hanno portato a scoprire 261 nuovi casi settimanali ogni 100mila persone. Dalle verifiche svolte dall’azienda sanitaria, è emerso che il problema del mancato rispetto delle misure restrittive è stato soprattutto nelle aziende: sono state trovate irregolarità nel 25 per cento dei controlli fatti.
Secondo il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Toscana Centro, Renzo Berti, una delle cause dell’aumento dei contagi è il sovraffollamento riscontrato in molte aziende. «La cultura della commistione della vita con il lavoro, specie con la manodopera straniera impiegata da imprenditori cinesi, incide certamente sul più alto numero di infrazioni», ha detto Berti.
Tra le aree colorate di verde acceso, segnale di un’incidenza bassa, ci sono le province del Nord Est, che erano state tra le più colpite durante la terza ondata dell’epidemia. Lo stesso vale per alcune province dell’Italia centrale come Perugia, Terni, Viterbo e Ancona. In questo grafico si può consultare l’andamento del numero assoluto di casi a livello regionale.
Oltre che in Valle d’Aosta, anche in Calabria c’è stato un aumento dell’incidenza settimanale, cresciuta dell’11 per cento rispetto ai sette giorni precedenti. Insieme alla Campania e alla Puglia, la Calabria è una delle regioni da monitorare nei prossimi giorni. Il Molise, invece, è la regione con i dati migliori in Italia: 60 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, incidenza in calo del 31,3 per cento rispetto ai sette giorni precedenti.
Al momento sono otto le regioni che superano la soglia del 30 per cento dei posti letto in terapia intensiva occupati da malati di COVID-19 sul totale dei posti disponibili: Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Toscana.
In questo grafico viene mostrato l’andamento settimanale dei nuovi ingressi in terapia intensiva. In questi tutte le regioni il numero di nuovi ricoveri di persone in gravi condizioni è in diminuzione.
Al momento in Italia sono state somministrate 13,6 milioni di prime dosi del vaccino contro il coronavirus e 5,7 milioni di persone hanno ricevuto la seconda dose. A 45mila persone è stato somministrato il vaccino monodose di Johnson & Johnson. Il 9,73 per cento della popolazione italiana ha completato il ciclo vaccinale.
Negli ultimi giorni il ritmo di vaccinazione è aumentato sensibilmente e secondo gli ultimi dati disponibili (non ancora consolidati) giovedì 29 aprile sono state somministrate 497mila dosi.
Al momento della pubblicazione di questo articolo il Molise, la regione con l’incidenza dei nuovi casi più bassa, è anche quella che ha vaccinato più persone: il 12,7 per cento della popolazione. Ma un’eventuale e attesa correlazione tra questi due dati si potrà dimostrare solo con studi più approfonditi.
Negli ultimi giorni la Lombardia è stata una delle regioni che hanno aumentato sensibilmente il ritmo di vaccinazione, superando le 100mila dosi giornaliere. Cliccando sul filtro, si può visualizzare l’andamento in tutte le regioni italiane.
In questa infografica è possibile consultare l’andamento delle campagne vaccinali e la curva di contagi, ricoveri in terapia intensiva e decessi in gran parte dei paesi del mondo. Basta cliccare sul filtro per scegliere il paese.