La prima apparizione pubblica di Navalny dopo quasi tre mesi
Collegato in videoconferenza durante un'udienza per un processo a suo carico ha detto di essere molto dimagrito e di essere diventato «uno scheletro»
Giovedì Alexei Navalny, il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è apparso in pubblico per la prima volta da quasi tre mesi durante un’udienza in un tribunale di Mosca, che ha confermato una precedente condanna per aver diffamato un reduce della Seconda guerra mondiale. Navalny non era presente fisicamente: era collegato in video dall’ospedale per detenuti dove si trova da quando le sue condizioni di salute erano peggiorate a causa di uno sciopero della fame iniziato in prigione e durato tre settimane. Navalny sta scontando da inizio febbraio una condanna di due anni e mezzo per violazione della libertà vigilata.
Durante l’udienza, Navalny indossava un’uniforme carceraria nera, aveva i capelli rasati molto corti e sembrava visibilmente dimagrito rispetto a gennaio: ha detto di pesare circa 72 chili e una delle sue avvocate ha spiegato che prima di entrare in carcere ne pesava 94. «Ieri mi hanno portato in un bagno per farmi radere la barba» ha detto Navalny, «mi sono guardato allo specchio e sono diventato uno scheletro».
In generale, per tutta la durata dell’udienza Navalny è stato piuttosto spiritoso e provocatorio. Ha accusato il tribunale di avere montato ad arte l’intero caso contro di lui e ha sottolineato come la sua scarcerazione fosse stata già chiesta anche dalla Corte europea per i diritti dell’uomo (che non è un organo dell’Unione Europea e a cui aderiscono tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa, tra cui anche la Russia).
Rivolgendosi alla corte, Navalny ha poi attaccato Putin e il suo governo, definendo il presidente russo un “re nudo”, che come il protagonista della famosa fiaba di Hans Christian Andersen vive in una bugia ormai visibile a tutti: «Il vostro re è nudo e non è più un solo ragazzino a urlare la verità [come nella fiaba], lo stanno urlando milioni di persone».
Navalny era stato accusato di diffamazione dopo che aveva criticato sui propri profili social un video della TV di stato in cui si faceva propaganda a una controversa proposta di emendamento della costituzione, poi approvata, che consente al presidente Vladimir Putin di restare in carica fino al 2036. Nel video alcuni personaggi russi di rilievo mostravano il proprio appoggio alla proposta, e Navalny li aveva definiti “lacchè” e “traditori”. Tra questi c’era il 94enne veterano della seconda guerra mondiale Ignat Artemenko, che lo aveva denunciato per diffamazione. A febbraio Navalny era già stato condannato in primo grado a pagare una multa di 850mila rubli (circa 9.400 euro) e aveva poi fatto appello contro la condanna, che giovedì è stata confermata.