Il successo della boxe degli youtuber
Gli incontri tra personalità di internet stanno rinnovando la popolarità di uno sport in difficoltà, ma a un prezzo che tanti non sono disposti a pagare
L’ex pugile campione del mondo Floyd Mayweather, ritiratosi dalla boxe sei anni fa, tornerà a combattere in un incontro di esibizione, il terzo da quando ha smesso ufficialmente: ma il suo avversario non sarà un altro pugile. Il prossimo 6 giugno, all’Hard Rock Stadium di Miami, il 44enne Mayweather combatterà contro il 26enne Logan Paul, uno degli youtuber più conosciuti al mondo insieme al fratello minore Jake.
L’incontro tra Mayweather e Paul arriva al culmine di tre anni in cui gli incontri di pugilato tra youtuber sono diventati sempre più popolari, tanto da imporsi a un certo tipo di pubblico, principalmente giovane, come alternativa ai combattimenti veri e propri, come quello previsto prossimamente tra gli inglesi Tyson Fury e Anthony Joshua per il titolo di campione del mondo dei pesi massimi.
Da una parte questo fenomeno ha creato un nuovo mercato all’interno di una disciplina che non stava passando un momento particolarmente florido, soprattutto negli Stati Uniti, un tempo il paese trainante del pugilato che oggi si trova però senza campioni e non è più considerata la meta di riferimento per gli organizzatori. Dall’altra parte, la boxe degli youtuber attira molte critiche da chi crede che questi incontri non abbiano niente a che vedere con la disciplina e, anzi, ne danneggino l’immagine con combattimenti più simili a delle colorite zuffe da bar senza alcun valore tecnico.
Il canale YouTube di Logan Paul conta quasi 23 milioni di iscritti, mentre il suo profilo Instagram è seguito da oltre 19 milioni di persone. Suo fratello Jake ha più o meno gli stessi numeri. Negli ultimi sei anni hanno proposto ogni contenuto possibile: viaggi, sfide, corse automobilistiche, addestramenti militari e ultimamente l’unboxing delle prime edizioni di carte da gioco dei Pokemon. Con il loro stile esagitato e caotico, come dimostrano i loro video realizzati a Roma e Venezia, hanno attirato molto spesso critiche e suscitato polemiche, spesso per scelte controverse e considerate offensive.
Il fenomeno della boxe degli youtuber era iniziato nel 2018 con l’incontro fra Olajide Olayinka Williams, youtuber britannico conosciuto come KSI, e un altro collega inglese, Joe Weller. L’incontro riempì un palazzetto di Londra con circa 7.500 posti a sedere e fu visto da un milione e mezzo di spettatori online. In tre anni il video del loro combattimento ha accumulato 21 milioni di visualizzazioni.
Eddie Hearn, uno dei maggiori promotori nel mondo della boxe, fiutò l’affare e nel 2019 organizzò un incontro tra KSI e Logan Paul — allora già molto conosciuto — con il fratello minore Jake coinvolto in un incontro laterale nella stessa serata. L’evento riempì i 21mila posti della Manchester Arena e fu trasmesso da Dazn, la piattaforma online che negli ultimi anni è diventata l’emittente di riferimento della vera boxe professionistica al posto di HBO.
L’evento si concluse con la vittoria di KSI ai punti e generò oltre 100 milioni di visualizzazioni fra tutti i contenuti estrapolati, principalmente a beneficio dalla popolarità dei due sfidanti. Da allora gli incontri tra youtuber hanno preso sempre più piede. La rivincita tra KSI e Logan Paul, organizzata allo Staples Center di Los Angeles, fu tra i primi cinque eventi annuali dai quali Dazn ottenne più abbonati.
Secondo Michael Weber, tra i promotori dell’evento di Los Angeles, la popolarità dei Paul porta nuovi spettatori senza familiarità con l’industria della boxe, alcuni dei quali potrebbero poi avere l’interesse ad affacciarsi anche alla boxe professionistica. Altri invece sostengono che soltanto l’idea di vedere i fratelli Paul — non esattamente famosi per la loro simpatia — malmenati in un ring contribuisca in gran parte all’audience degli eventi.
Il livello tecnico dei combattimenti è trascurabile e in questi anni non sono mancate le farse, come quando, il 29 novembre 2020, Jake Paul mandò al tappeto l’ex giocatore di NBA Nate Robinson al secondo round di un combattimento che fu difficile definire tale.
Viste le premesse, l’incontro tra Mayweather e Paul alzerà probabilmente l’asticella del successo di questo formato, che però continua a dividere. Secondo Mike Tyson, celebre ex campione del mondo dei pesi massimi, l’industria deve agli youtuber il «rispetto per aver mantenuto la boxe viva». Secondo ESPN i Paul possono generare più interesse di qualsiasi altro pugile professionista in attività, soprattutto Jake, che dei due è sembrato prendere la cosa più seriamente: «Sta cercando di trasformare la boxe attirando la massa di milioni di follower che lo seguono sui social media. Se ci riesce, potrebbe rivoluzionare la disciplina, almeno dal punto di vista del marketing». Per la pugile Claressa Shields, tra le migliori del momento, starebbero invece prendendo in giro la boxe, mentre per il promoter newyorkese Lou DiBella, Jake Paul «non c’entra con il pugilato più di una qualsiasi altra celebrità che giochi a softball, o di una quelle partite di basket simboliche tra personaggi famosi».