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  • Martedì 27 aprile 2021

Gli Stati Uniti per ora condividono le dosi di AstraZeneca

Da settimane cresce la pressione internazionale perché aiutino i paesi più indietro con le vaccinazioni, specialmente l'India

(AP Photo/Ben Curtis, File)
(AP Photo/Ben Curtis, File)

La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha detto che gli Stati Uniti invieranno fino a 60 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca ad altri paesi in difficoltà nella gestione della pandemia. Psaki non ha detto a quali paesi verranno inviate le dosi: è molto probabile che una buona parte finirà all’India, il paese al momento più in difficoltà al mondo con la pandemia e a cui il presidente statunitense Joe Biden negli ultimi giorni ha fatto rassicurazioni in merito. La stessa India da settimane, e insieme a diversi altri paesi, accusa gli Stati Uniti di aver gestito i vaccini in modo protezionista, imponendo limitazioni ed embarghi sull’esportazione delle materie prime per produrli.

La condivisione delle dosi di AstraZeneca è una prima risposta alla richiesta, dovuta al fatto che al momento il vaccino non è nemmeno approvato negli Stati Uniti, dove la campagna vaccinale procede molto bene con quelli già a disposizione.

L’India ha quasi 1,4 miliardi di abitanti, e al momento solo l’8,7 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di un vaccino, contro il 42 per cento degli Stati Uniti. Il paese produce localmente una versione del vaccino di AstraZeneca chiamata Covishield, in licenza all’Indian Serum Institute, il più grande produttore di vaccini al mondo. Di per sé, ricevere una parte delle 60 milioni di dosi messe a disposizione dagli Stati Uniti probabilmente non cambierebbe troppo la situazione della campagna vaccinale. Da giorni quindi Adar Poonawalla, CEO dell’Indian Serum Institute, chiede a Biden di togliere un embargo sulle materie prime che era stato deciso dal suo predecessore Donald Trump, in modo da aumentare la produzione domestica.

Un funzionario dell’amministrazione Biden, rispondendo al giornale indiano The Hindu, ha negato che gli Stati Uniti abbiano imposto «divieti diretti» sull’esportazione di materie prime per i vaccini. Lunedì Biden ha parlato con il primo ministro indiano Narendra Modi e gli ha offerto l’aiuto degli Stati Uniti. Oltre a test e ventilatori, gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare altri materiali per la produzione di vaccini, ma i dettagli dell’accordo non sono ancora chiari.

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Secondo diversi osservatori la decisione di inviare dosi e aiuti all’India farebbe crescere la pressione verso gli Stati Uniti da parte di altri stati che avevano chiesto aiuto. Messico e Canada per esempio, che hanno ricevuto da poco una donazione di 4,2 milioni di dosi, hanno chiesto agli Stati Uniti di poter ricevere altre dosi del vaccino di AstraZeneca.

Il vaccino di AstraZeneca non è stato ancora approvato negli Stati Uniti, ma l’azienda farmaceutica aveva già preso accordi di fornitura con il paese e ha pronte milioni di dosi prodotte localmente da consegnare. Entro le prossime settimane dovrebbero già essere inviati 10 milioni di dosi come donazioni ad altri stati, dopo che avranno superato i controlli di qualità da parte della Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense che regola il cibo e i medicinali. Altri 50 milioni dovrebbero essere inviati tra maggio e giugno.

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Psaki ha detto che le dosi di AstraZeneca non serviranno agli Stati Uniti per contenere il coronavirus, visto che il vaccino non è stato ancora autorizzato, e il paese è già molto avanti con le vaccinazioni e ha dosi a sufficienza di Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson.