Dove si vive a Milano, in quattro mappe
Quartiere per quartiere, secondo i dati del Comune che misurano residenti, famiglie numerose, nuovi arrivati
Da tempo il Comune di Milano gestisce un portale “open data” con moltissime informazioni e mappe interattive che raccontano come stia cambiando la città, e cosa stia succedendo negli 81 quartieri in cui l’ufficio statistico del Comune ha diviso il territorio comunale. «Le mappe rientrano nei progetti speciali di visualizzazione dati che servono ad avvicinare anche le persone senza competenze specialistiche alla realtà del Comune», ha spiegato Lorenzo Lipparini, assessore alla Partecipazione, cittadinanza attiva e Open data.
Tra i dati più importanti ci sono quelli che riguardano i residenti di Milano, che dicono parecchio della città.
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L’ultima rilevazione, fatta a dicembre del 2020, stima che nel territorio comunale abitino 1.392.502 persone, un calo di circa 15mila persone rispetto al 2019, dovuto verosimilmente alla pandemia da coronavirus: il record storico risale al 1973, con 1,8 milioni di persone, a causa del grande flusso di persone provenienti dal Centro e dal Sud Italia negli anni precedenti.
Il quartiere più abitato fra quelli in cui l’ufficio statistico divide la città è quello che si sviluppa attorno a Corso Buenos Aires, per via delle moltissime case popolari costruite nel Secondo dopoguerra. Per le stesse ragioni moltissime persone vivono in una zona attigua, che occupa il secondo posto della classifica: è quella di NoLo, il quartiere a nord di piazzale Loreto, che ormai da qualche anno è la sistemazione preferita di studenti e giovani professionisti, che si sono aggiunti alla già numerosa popolazione storica.
Il quartiere meno abitato è invece quello che circonda i giardini di Porta Venezia, cioè una delle aree verdi più grandi della città: ci abitano soltanto 36 persone. In generale il centro città è meno abitato della periferia, come ci si aspetta, con l’eccezione dell’estrema periferia: soprattutto a sud Milano è infatti circondata da campi e cascine, posti in cui l’espansione edilizia è stata tutto sommato contenuta. Nel parco dei Navigli e delle Abbazie abitano rispettivamente 318 e 440 persone, mentre nei borghi agricoli di Chiaravalle e Quintosole appena un migliaio.
Più all’interno si trovano invece storici quartieri operai che oggi sono popolati soprattutto da anziani e stranieri: Giambellino (31.176 abitanti), Quarto Oggiaro (30,729), Stadera (29.682) e Gratosoglio (18.598). Risultano assai popolati anche quartieri che fino a una trentina d’anni fa non sarebbero comparsi nella parte bassa della classifica, come Città Studi (36.376), dove ha sede il Politecnico, e Sarpi (30.985), il quartiere in cui vive la maggior parte della comunità cinese.
Ha colori completamente diversi la mappa che mostra dove vivono le famiglie unipersonali, cioè sostanzialmente le persone che abitano da sole. La percentuale più alta rispetto alle famiglie totali di ogni singolo quartiere si registra a NoLo, col 64,37 per cento, mentre più in basso si trovano quartieri abitati in gran numero da studenti universitari – Tibaldi, 61,14 per cento; Bovisa, 59,97 per cento – ma anche quartieri dalla popolazione simile a quella di NoLo, come Isola (61,16 per cento) e Navigli (62,13 per cento).
In fondo alla classifica troviamo i piccoli quartieri fatti a forma di famiglie, come Quintosole (12,07 per cento) e Ronchetto delle Rane (32,48 per cento) e poco più sopra periferie anche piuttosto diverse come il quartiere Adriano (40,47 per cento), perlopiù residenziale, e la Barona (41,51), assai popolare.
Una mappa quasi speculare mostra invece la concentrazione di famiglie numerose, cioè con 5 o più componenti, nei vari quartieri della città. Nel quartiere chiamato Parco delle Abbazie, che si estende per una zona prevalentemente agricola ai confini della città, più di una famiglia su dieci è numerosa: secondo dati del 2019 la percentuale precisa è del 12,78 per cento.
Appena più in basso troviamo quartieri popolari abitati in parte da famiglie giovani e di origine straniera: Comasina (5,88 per cento), Gratosoglio (5,19), Barona (5,18). Curiosamente, i quartieri centrali di Duomo (3,19), Corso Magenta (3,5) e Brera (2,79) sono più o meno a metà classifica: forse un residuo dell’antica borghesia e nobiltà milanese, nota per avere famiglie molto ampie – Alessandro Manzoni ebbe nove figli; Angelo Moratti sei; il marchese Litta-Modignani, dell’omonima villa, otto. In fondo, con percentuali intorno al 2 per cento, troviamo quartieri che nella mappa precedente erano evidenziati in viola scuro: Navigli, Città Studi, Tibaldi, e così via.
L’ultima mappa mostra invece quello che il Comune chiama tasso di migrazione, un valore che si ottiene dalla differenza tra iscritti e cancellati all’anagrafe, ogni 1.000 residenti. In sostanza, è un modo per capire quali siano i quartieri più attrattivi e quelli che invece stanno perdendo abitanti.
Lasciando da parte alcuni quartieri più piccoli come Quintosole e il Bosco in città, dove piccole oscillazioni generano valori altissimi, il quartiere dove in assoluto c’è più movimento in entrata è quello attorno alla Stazione Centrale (46,12): considerato assai malfamato fino a qualche anno fa, negli ultimi tempi è molto migliorato, anche grazie a qualche intervento urbanistico.
In generale tutti i quartieri che si sviluppano intorno alla cerchia dei Navigli, cioè il primo cerchio concentrico che chiude la zona centrale della città, hanno subito un discreto flusso in entrata: Brera (20,27), Porta Romana (16,84), Porta Ticinese (12,99). In periferia spiccano i casi di quartieri piuttosto nuovi come l’Adriano (8,47), costruito fra gli anni Novanta e Duemila, e di alcuni appena dentro al territorio comunale che stanno attraendo giovani famiglie e investimenti immobiliari, come Affori, nell’estremo nord.
In alcuni quartieri periferici l’indice è addirittura negativo: significa che i suoi abitanti tendono ad andarsene, piuttosto che a rimanere e attrarre nuove persone. In fondo alla classifica troviamo tutta la cintura della periferia sud ma anche Comasina, che ha un indice di -15,05, e di Quarto Oggiaro, -7,01.