Ferdinando Magellano, che non circumnavigò davvero il globo
Il celebre esploratore portoghese morì 500 anni fa, a metà della spedizione a cui rimase per sempre associato
Tra gli esploratori dell’età moderna, Ferdinando Magellano – morto 500 anni fa – è ricordato insieme a Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci e Vasco da Gama come uno dei più importanti. Il motivo è che gli viene attribuita un’impresa eccezionale, cioè aver circumnavigato la Terra tra il 1519 e il 1522. In realtà, però, Magellano morì mentre si trovava nelle Filippine a causa di uno scontro armato con una popolazione locale, il 27 aprile 1521, cinquecento anni fa. Perciò, pur avendo guidato la spedizione per la lunga e inesplorata metà che doppiò per la prima volta le Americhe, non fece mai ritorno al punto di partenza, la Spagna. Fu il capitano Elcano a completarla. Secondo qualcuno, la prima persona che tecnicamente completò la circumnavigazione del globo fu però uno schiavo di origine filippina che partì insieme alla spedizione.
Ferdinando Magellano nacque con il nome di Fernão de Magalhães in una famiglia di piccola nobiltà portoghese, nel 1480. Da giovane frequentò la corte di Lisbona, ma presto preferì dedicarsi a lunghi e rischiosi viaggi in Africa e in Oriente, dove gli esploratori portoghesi andavano in cerca di una merce che allora garantiva enormi profitti: le spezie. Accusato di commercio illegale, Magellano se ne andò dal Portogallo dopo aver litigato con il re Manuel I, e trovò rifugio nella Spagna di Carlo V d’Asburgo, principale rivale dei portoghesi nelle esplorazioni marittime.
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L’idea di fare un viaggio così impegnativo gli venne dall’esigenza di trovare una nuova rotta per l’India navigando verso Occidente, auspicabilmente più breve e sicura di quella che circumnavigava l’Africa, similmente a quella progettata da Cristoforo Colombo prima di scoprire accidentalmente un nuovo continente. Carlo V gli concesse la possibilità di tentare l’impresa con cinque navi, che partirono nel 1519 dalla città andalusa di Sanlúcar de Barrameda. La spedizione però cominciò ad avere problemi fin dall’inizio: il primo furono le navi portoghesi, mandate da Manuel I per tenere d’occhio la missione spagnola e le eventuali rotte scoperte. Per un certo tratto riuscirono a stare dietro alle navi di Magellano, ma poi le persero di vista.
Il secondo problema fu una grossa tempesta che causò un ritardo nella tabella di marcia e un conseguente razionamento delle provviste. Infine – e questo era il problema principale – c’era il rapporto teso tra Magellano e buona parte dell’equipaggio. I marinai arruolati erano perlopiù spagnoli, ex galeotti che avevano ottenuto l’uscita di prigione accettando di partecipare alla spedizione, oppure gente che scappava dai creditori. In ogni caso, in pochi erano contenti di farsi comandare da un portoghese. In particolare Juan de Cartagena, che guidava la San Antonio, una delle cinque navi, criticò apertamente Magellano, che rispose facendolo arrestare e mettendolo in prigione a bordo di un’altra nave, la Victoria.
Cartagena però non si diede per vinto. Nell’aprile del 1520 riuscì a scappare dalla Victoria e tornò sulla San Antonio, sobillando l’equipaggio contro Magellano e di fatto mettendo in piedi un ammutinamento. A Cartagena si unirono i capitani della Concepción e della Victoria, lasciando Magellano in minoranza. Gli ammutinati mandarono una lettera a Magellano, che era sulla sua Trinidad, con cui gli ordinarono di ammettere la sconfitta. Magellano rispose mandando un sicario sulla Victoria che ne accoltellò il capitano, Luiz Mendoza; dopodiché l’equipaggio fedele a Magellano andò all’arrembaggio della Victoria e ebbe la meglio sugli ammutinati.
Il capitano della Concepción, Caspar de Quesada, fu decapitato e il suo corpo fu fatto a pezzi per essere esposto su delle picche insieme ai resti di Mendoza. Cartagena venne lasciato naufragare nel Pacifico insieme a un frate, anche lui fra gli ammutinati.
A ottobre la spedizione perse un altro pezzo: dopo che la San Antonio si era divisa dalla Trinidad per esplorare entrambi i lati di un’isola, i membri dell’equipaggio costrinsero il capitano a disertare e a tornarsene in Spagna: è per i racconti di alcuni di loro che Magellano si sarebbe guadagnato la fama di brutale avventuriero. Alla fine, il passaggio per aggirare il continente americano, che passava tra l’attuale Cile continentale e l’arcipelago della Terra del Fuoco in quello che è ancora oggi conosciuto come stretto di Magellano, fu raggiunto dalle navi rimaste solo il 28 novembre, dopo lunghe perlustrazioni.
Dall’altra parte le condizioni meteorologiche erano così favorevoli che Magellano, primo capitano europeo a bazzicare da quelle parti, nominò quello che pensava essere un mare nel modo in cui è conosciuto ancora oggi, “Mar Pacifico”.
Per raggiungere la meta successiva erano previsti quattro giorni, ma invece le navi rimaste ci impiegarono quattro mesi. A marzo arrivarono all’isola di Guam, dove finalmente riuscirono a rifornirsi di provviste per poi partire verso l’arcipelago delle Filippine, dove Magellano intraprese un’opera di evangelizzazione tra le popolazioni locali. Per comunicare con loro si servì di uno schiavo malese che aveva acquistato prima della spedizione, Enrique, probabilmente nato e cresciuto in quella zona delle Filippine. Secondo alcuni questo fa di lui la prima vera persona ad aver circumnavigato il globo.
Un leader locale che si era convertito al cristianesimo, Humabon, chiese sostegno a Magellano per combattere contro il capo di una tribù dell’isola di Mactan, Lapu-Lapu, che invece si rifiutava di convertirsi. Magellano accettò e attaccò la tribù di Lapu-Lapu con circa 60 uomini, contro circa 1.500, confidando nella superiorità delle proprie armi. Nello scontro, rimase colpito da una lancia di bambù e fu poi raggiunto da altri guerrieri che lo uccisero. Il suo corpo fu abbandonato dal resto dell’equipaggio.
Dopo la morte di Magellano, la spedizione continuò, ma solo la Victoria riuscì a fare ritorno in Spagna nel 1522. La Concepción venne affondata perché gli uomini rimasti a governarla erano troppo pochi; la Trinidad fu costretta a fermarsi perché imbarcava acqua e riprese il viaggio tentando di tornare di nuovo attraverso il Pacifico, ma fu catturata dai portoghesi.
A Ferdinando Magellano sono state intitolate tutta una serie di cose oltre allo stretto in Sud America: una sonda spaziale della NASA, una galassia satellite della Via Lattea, una regione del Cile, una razza di pinguini, un cratere sulla Luna e uno su Marte. Lapu-Lapu è ritenuto – anche se probabilmente non lo fu – l’uccisore di Magellano, ed è considerato per questo un eroe nazionale nelle Filippine.
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