Il consiglio militare al governo del Ciad ha rifiutato di negoziare con i ribelli accusati di aver ucciso il presidente Déby
Domenica il consiglio militare che si è insediato al governo del Ciad ha detto che non negozierà con il gruppo ribelle Front pour l’Alternance et la Concorde au Tchad (FACT), accusato della morte inaspettata del presidente Idriss Déby durante un attacco armato la settimana scorsa. Sabato il FACT aveva fatto sapere di essere pronto a interrompere gli scontri con l’esercito ciadiano e a negoziare un cessate il fuoco, ma un portavoce del consiglio militare, Azem Bermandoa Agouna, ha detto che non è il momento di negoziare con «fuorilegge» che stanno destabilizzando il paese: «Sono ribelli, che è il motivo per cui li stiamo bombardando».
Il consiglio militare, con a capo il generale Mahamat Idriss Déby, figlio del presidente ucciso, ha preso il potere in Ciad dopo la morte di Déby, avvenuta, secondo l’esercito, nella regione settentrionale del Kanem, dove il presidente si trovava in visita alle truppe che stavano combattendo contro il FACT. Déby, che governava il Ciad in maniera autoritaria da oltre trent’anni, era appena stato eletto per il suo sesto mandato. Sia i ribelli sia l’opposizione ciadiana hanno definito la presa di potere da parte del consiglio militare come un colpo di stato: il consiglio ha detto che resterà in carica per un periodo di transizione di 18 mesi, fino a nuove elezioni.
– Leggi anche: Cosa ci dice della Libia l’improvvisa morte del presidente del Ciad