Un punto sulle Olimpiadi di Tokyo
Il Giappone si trova nel mezzo della quarta ondata e ha rinviato tutte le decisioni più importanti, mentre in tanti ne chiedono la cancellazione
A novanta giorni dalla cerimonia d’inaugurazione dei Giochi olimpici estivi in Giappone, a Tokyo ancora non sono certi che ci sarà davvero, e che le Olimpiadi verranno effettivamente disputate. Il paese si trova nel mezzo della quarta ondata di contagi, che sembra più grave della precedente (la peggiore registrata dall’inizio della pandemia). La campagna di vaccinazione procede a rilento, gli eventi in preparazione dei Giochi previsti in questo periodo vengono cancellati o boicottati — come ha deciso di fare di recente la delegazione australiana di nuoto — e il percorso della torcia olimpica, nonostante le limitazioni al pubblico, è segnato da numerosi casi di positività.
A Tokyo ci sono state proteste contro l’organizzazione, mentre il governo ha rinviato tutte le decisioni più importanti, a partire dalle aperture al pubblico. Gli eventi laterali però proseguono, così come i preparativi. L’impressione è che si arriverà alla conferma o meno dei Giochi in Giappone solo quando la nuova ondata inizierà a calare.
Quando dovrebbero iniziare le Olimpiadi
Programmate inizialmente dal 24 luglio al 9 agosto 2020, a marzo dello scorso anno sono state rinviate esattamente di un anno: si dovrebbero tenere da venerdì 23 luglio a domenica 8 agosto 2021. I Giochi paralimpici, invece, da martedì 24 agosto a domenica 5 settembre.
La pandemia in Giappone
Dal 6 marzo la curva dei contagi è ripresa a salire e da allora è rimasta in crescita: il 22 aprile sono stati registrati 5.526 casi giornalieri, duemila in meno del picco massimo di contagi raggiunto lo scorso 8 gennaio, nella terza ondata. Nonostante i decessi rimangano relativamente bassi, senza superare i 50 al giorno, il primo ministro Yoshihide Suga ha dichiarato lo stato di emergenza nelle prefetture di Tokyo, Osaka, Kyoto e Hyogo. In queste zone i centri commerciali, i cinema e altri luoghi di concentrazione di attività commerciali rimarranno chiusi fino a metà maggio.
Altre preoccupazioni sono date dalla campagna di vaccinazione, segnata fin qui dalla grande cautela delle autorità giapponesi, che testano localmente ogni tipo di vaccino, e dalla lentezza delle somministrazioni. La campagna è iniziata a febbraio per il personale sanitario e la scorsa settimana per i soggetti più a rischio. Finora il Giappone ha vaccinato meno dell’un per cento della sua popolazione.
Ci sarà il pubblico?
Non ci sarà pubblico proveniente dall’estero, come stabilito a marzo. Ad aprile il comitato organizzatore avrebbe dovuto comunicare le percentuali di pubblico locale ammesse, ma l’aumento dei contagi ha rinviato ogni decisione. Secondo i giornali giapponesi si potrebbe attendere anche fino a giugno per sapere qualcosa in più.
Un po’ di numeri su atleti e gare
Prima del boicottaggio da parte della delegazione della Corea del Nord, gli atleti previsti a Tokyo erano 11.091 (oltre 15.000 contando gli atleti paralimpici), i quali parteciperanno a 339 gare complessive in 33 diversi sport, il tutto programmato in 42 impianti concentrati perlopiù nella capitale.
I partecipanti verranno vaccinati?
Il CIO non ha imposto l’obbligo della vaccinazione per i partecipanti alle Olimpiadi, principalmente per non creare corsie preferenziali in una campagna di vaccinazione su scala mondiale. Ha invitato però le varie delegazioni a fare il possibile per presentarsi a Tokyo già vaccinate. Alcuni paesi tra i quali Russia, Israele e Messico hanno inserito i propri atleti olimpici nelle liste di vaccinazione prioritarie. Altri, come l’Italia, la Germania e i Paesi Bassi, non affronteranno il problema con i propri governi almeno finché non si sarà finito di vaccinare i gruppi a rischio.
Il mancato obbligo di vaccinazione è uno dei punti più discussi in vista delle Olimpiadi tra chi le deve organizzare. Dick Pound, membro anziano del CIO, ha sostenuto in più occasioni che sarebbe “da pazzi” non vaccinare gli atleti prima della manifestazione. Secondo Pound, gli atleti dovrebbero avere la priorità nella campagna vaccinale nei rispettivi paesi.
Cosa ne pensano i giapponesi
Secondo quanto riportato dal Japan Times, a gennaio l’ottanta per cento circa dei giapponesi era favorevole all’annullamento o a un nuovo rinvio delle Olimpiadi. Di questo 80 per cento, il 35 propendeva per la cancellazione mentre il 45 preferiva un altro rinvio, che però il CIO ha spiegato che non sarà possibile: se non dovessero essere disputate nemmeno quest’anno, dovranno essere cancellate.
Cosa dicono esperti e politica
Per il primo ministro Suga i Giochi verranno organizzati come da programma, ma gli esperti continuano a sostenere che le Olimpiadi rischiano di trasformarsi principalmente in un grande evento di diffusione del virus. Secondo i pareri di esperti giapponesi raccolti di recente sul British Medical Journal, il Giappone «si è dimostrato impreparato nel contenere il virus a causa di una limitata capacità di test e della lentezza della campagna di vaccinazione». Per questi motivi «i piani per disputare i Giochi olimpici e paralimpici dovrebbero essere riconsiderati con urgenza». Al parere degli esperti si è aggiunto poi quello di Jun Azumi, ex ministro delle Finanze, secondo il quale sarebbe «un buon momento per prendere seriamente in considerazione la cancellazione».