La scommessa della Grecia sul turismo
Il governo greco ha un piano ambizioso che prevede tra le altre cose la revoca dell'obbligo di quarantena all'arrivo: è un esperimento che interessa anche all'Italia
Da lunedì 19 aprile la Grecia ha revocato l’obbligo di quarantena ai viaggiatori che provengono dalla maggior parte dei paesi europei, da Israele e dagli Stati Uniti, e che possono dimostrare di essere stati vaccinati oppure di essere risultati negativi a un tampone molecolare eseguito entro 72 ore dalla partenza. Il 14 maggio, inoltre, inizierà ad applicare le stesse regole anche ai viaggiatori provenienti dal resto del mondo, di fatto permettendo il probabile arrivo di milioni di turisti.
L’eliminazione delle restrizioni, e in particolare della quarantena all’arrivo, è importante non solo per la Grecia, ma anche per gli altri paesi europei, tra cui l’Italia, che stanno discutendo di come non perdere un’altra stagione turistica.
La Grecia sarà interessante da osservare perché potrebbe diventare il primo paese a dover gestire e controllare una quantità enorme di certificati vaccinali, una specie di “prova generale” per il cosiddetto “Green Pass” a cui sta lavorando l’Unione Europea. Ha anche impostato e organizzato parte della campagna vaccinale per garantire la protezione agli abitanti delle isole, dove ogni anno arrivano milioni di turisti: un’iniziativa simile è stata discussa anche per Ischia, Capri e Procida, le tre isole principali dell’arcipelago campano, tra parecchie polemiche e discussioni. In generale, sarà interessante osservare come si comporterà la curva dei nuovi contagi con l’arrivo di milioni di turisti.
Quelle adottate dal governo greco sono tutte iniziative ambiziose e impegnative: sono una scommessa, con molte incertezze e che dipende anche dalle decisioni che prenderanno altri paesi.
La revoca delle restrizioni
Fino alla scorsa settimana, chiunque arrivava in Grecia doveva rimanere in quarantena per sette giorni. Negli ultimi mesi questa misura restrittiva, insieme al coprifuoco e alle chiusure imposte fin dallo scorso novembre, è servita per impedire o quanto meno disincentivare i viaggi durante l’emergenza.
Lunedì 19 aprile l’autorità greca che gestisce l’aviazione civile ha rimosso l’obbligo di quarantena per i viaggiatori provenienti dagli stati dell’Unione Europea oltre che da Stati Uniti, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, Serbia, Israele, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Ma non basta partire da questi paesi per evitare di rimanere in quarantena: i viaggiatori devono esibire un certificato di vaccinazione o un documento di un tampone negativo emesso entro 72 ore precedenti la partenza. All’inizio di aprile era già stato sperimentato un accordo simile con Israele, e finora la possibilità di evitare la quarantena ha attirato solo 700 turisti israeliani: pochi per parlare di una svolta o di una ripresa.
La portavoce del governo, Aristotelia Peloni, ha parlato di queste regole come una «misura pilota» in vista di una più ampia riapertura del turismo, prevista per il 14 maggio. Secondo gli ultimi dati, il turismo è un settore essenziale per tutta l’economia greca: genera un quinto del prodotto interno lordo e garantisce l’occupazione di un greco su cinque. Nel 2020, a causa dell’epidemia c’è stato un notevole calo degli arrivi, come in tutti i paesi europei del Mediterraneo: i turisti arrivati in Grecia sono stati solo 7,4 milioni, mentre nel 2019 erano stati 31,3 milioni.
In un anno normale, senza la pandemia, le spiagge di molte isole greche avrebbero accolto i primi turisti già da marzo. Quest’anno non è stato possibile sia per le limitazioni agli spostamenti, sia per le misure restrittive ancora in vigore: c’è il coprifuoco dalle 21 alle 5 di mattina, più esteso rispetto all’Italia dove il divieto di uscire di casa inizia alle 22; sono ancora chiusi moltissimi negozi, i ristoranti, i luoghi della cultura, mentre molti siti archeologici, tra le principali attrazioni turistiche del paese, sono aperti. Uno dei temi delle prossime settimane è la revoca di queste restrizioni, che il governo ha detto di voler allentare per permettere ai turisti di vivere una vacanza quasi normale. Al momento l’unica data indicata è il 14 maggio, anche se non è ancora chiaro quali misure rimarranno in vigore e quali saranno tolte.
A differenza di quasi tutti gli altri paesi europei, che hanno detto di voler attendere un netto calo dei contagi prima di riaprire ai turisti, la Grecia ha tolto l’obbligo di quarantena in una situazione epidemiologica piuttosto critica: secondo gli ultimi dati di Ourworldindata, l’incidenza giornaliera media è di 271 nuovi positivi ogni milione di persone, più alta rispetto all’Italia dove sono stati notificati in media 234 nuovi casi al giorno ogni milione di abitanti.
Come sta andando la campagna vaccinale
Al momento il 16,5 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose del vaccino contro il coronavirus e il 7,3 per cento degli abitanti ha ricevuto anche la seconda dose. La curva dei contagi sembra aver raggiunto il picco solo pochi giorni fa e il ritmo delle vaccinazioni è ancora piuttosto lento.
La distribuzione delle dosi della campagna vaccinale sembra essere stata pensata e organizzata per incentivare il turismo: 69 delle 1.400 isole che si trovano in Grecia, nel mar Egeo e nel mar Ionio, hanno ricevuto una quantità maggiore di vaccini per proteggere la popolazione entro la fine di aprile. Tra queste ci sono anche Rodi, Creta, Santorini, Patmos, Symi e Kastellorizo, la prima a concludere la vaccinazione di tutta la popolazione. L’obiettivo è rendere le isole “covid free” per incentivare le prenotazioni e l’arrivo dei turisti durante i mesi estivi. Marios Themistocleous, il funzionario del ministero della Salute che supervisiona il programma di vaccinazione nelle isole, ha spiegato che l’operazione è molto complessa e logisticamente impegnativa e che è stato necessario coinvolgere l’esercito per consegnare le dosi con aerei ed elicotteri.
Molti amministratori locali e rappresentanti degli imprenditori turistici confidano nel progetto delle isole “covid free”: «Abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere per avere una stagione migliore», ha detto a Reuters George Hatzimarkos, governatore delle isole dell’Egeo meridionale, un’area che oltre a Rodi comprende anche Mykonos e Santorini. «Saremo assolutamente pronti».
Il modello greco delle isole “covid free” è stato molto discusso anche in Italia, dove alcuni amministratori locali hanno chiesto di vaccinare tutti gli abitanti delle isole per aprire ai turisti il prima possibile. Nei giorni scorsi, la Regione che è stata più vicina a iniziare la vaccinazione di massa è stata la Campania, che aveva già organizzato i punti vaccinali a Ischia, Capri e Procida, tre note isole dell’arcipelago campano.
L’iniziativa della Regione, in deroga rispetto al piano vaccinale, aveva però suscitato molte critiche da parte degli amministratori di altre località turistiche e infine era stata bloccata da una circolare della struttura commissariale che aveva imposto le vaccinazioni esclusivamente per fasce d’età. Molti esperti hanno anche sottolineato i limiti di questa strategia: vaccinare tutti gli abitanti di un luogo e poi aprire all’arrivo dei turisti non dà garanzia di protezione.
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Questo è un problema di cui sono consapevoli anche paesi dove la campagna vaccinale è in un fase molto avanzata, come il Regno Unito. Anche aprendo le frontiere, infatti, la partenza dei turisti dipenderà dalle regole che i paesi di partenza imporranno a chi vorrà viaggiare all’estero.
Attenzione al Regno Unito
Il paese che la Grecia sta osservando con più attenzione è proprio il Regno Unito, da dove ogni anno arrivano circa quattro milioni di turisti. Al momento, nonostante il calo dei contagi e la strategia vaccinale piuttosto aggressiva, il governo britannico ha introdotto regole molto stringenti per chi entrerà nel paese: sia per i turisti sia per gli inglesi che tornano da un viaggio. Per chi arriva dall’estero, a prescindere dalla gravità della situazione epidemiologica del paese di provenienza, è previsto l’obbligo di un test rapido al decollo e di un doppio tampone molecolare all’arrivo.
Oltre a disincentivare la partenza dal Regno Unito, l’obbligo dei tamponi è anche costoso: è stato calcolato che un viaggio in Grecia potrebbe costare fino a 370 sterline a testa (circa 425 euro) solo per i test richiesti.
Fino al 30 aprile, anche al rientro in Italia dalla Grecia sono previste restrizioni: serve un tampone negativo, molecolare o antigenico, eseguito entro 48 ore dalla partenza, cinque giorni in isolamento e un nuovo tampone al termine dei cinque giorni.
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A livello internazionale, la Grecia è stata anche il paese dell’Unione Europea che ha spinto di più per creare il “Green Pass” europeo, il passaporto vaccinale che consentirà di dimostrare di essere stati vaccinati contro il coronavirus o di essere negativi a un tampone eseguito nelle ore precedenti al viaggio. Al momento, non ci sono certezze su quando sarà adottato e in che forma verrà rilasciato. Il commissario dell’Unione Europea per il mercato interno, Thierry Breton, ha detto che il passaporto vaccinale entrerà in vigore nello stesso momento in tutti i paesi europei e ha indicato una possibile data: entro la fine di giugno al massimo, ma spera prima.
La Grecia, però, ha già iniziato a togliere le prime restrizioni e si aspetta di vedere una crescita del turismo già dalla metà di maggio: la richiesta di documenti che certificano l’avvenuta vaccinazione sarà una prima prova utile a valutare l’efficacia di una strategia di prevenzione totalmente inedita su larga scala, con le frontiere riaperte dopo un anno di chiusure.