La Super League ora scricchiola
Il Manchester City ha deciso di abbandonare il progetto del nuovo campionato di calcio europeo e i giornali inglesi scrivono che il Chelsea farà lo stesso
Il Manchester City, una delle più importanti squadre di calcio inglesi, ha deciso di ritirarsi dalla Super League, il progetto di un torneo alternativo a quelli gestiti dalla UEFA annunciato domenica scorsa da 12 tra le più importanti società di calcio europee: lo ha annunciato martedì sera con un breve comunicato confermando una notizia che circolava da alcune ore. I giornali inglesi scrivono che anche il Chelsea, importantissima squadra di Londra, starebbe preparando i documenti per ritirarsi dalla Super League. La Gazzetta dello Sport dice che anche Atletico Madrid e Barcellona starebbero valutando il ritiro e che questa sera, alle 23.30, ci sarà una riunione tra le 12 società per decidere cosa fare.
Il progetto della Super League, annunciato a sorpresa domenica dopo anni di voci e speculazioni, è stato criticato molto duramente da gran parte di tifosi, giornalisti, calciatori e allenatori europei, secondo i quali il nuovo campionato avrebbe rovinato il mondo del calcio europeo, tradendone storia e tradizioni. La UEFA, l’organo di governo del calcio europeo, ha minacciato gravi sanzioni per le società e i calciatori che aderiranno al nuovo torneo, e anche le leghe che organizzano i principali campionati europei hanno minacciato sanzioni per le squadre aderenti al progetto (quelle italiane sono Juventus, Milan ed Inter).
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Il ritiro di Chelsea e Manchester City, due delle squadre più ricche e importanti d’Europa, renderebbe molto complicata la realizzazione della Super League, la cui forza principale avrebbe dovuto essere quella di raccogliere le squadre più note d’Europa per creare un prodotto sportivo e di intrattenimento di maggior valore economico. Se altre squadre dovessero ritirarsi, il progetto sarebbe probabilmente destinato a fallire.
Il Guardian scrive che la decisione del Chelsea di ritirarsi sarebbe stata presa dal proprietario della società, il miliardario russo Roman Abramovich, dopo una giornata in cui i tifosi della squadra avevano protestato davanti al suo stadio e il primo ministro britannico Boris Johnson aveva minacciato di approvare leggi per punire le società aderenti alla Super League. Pep Guardiola, allenatore del Manchester City e tra le persone più influenti nel mondo del calcio, aveva apertamente criticato il progetto della Super League, spiegando che non poteva definirsi una competizione “sportiva”.
Il piano delle 12 società che avevano annunciato la Super League era quello di costituire un campionato internazionale che avrebbe dovuto affiancarsi a quelli nazionali e sostituire l’attuale Champions League, cioè il principale campionato europeo per squadre di club. Oltre a Chelsea, Manchester City e alle tre squadre italiane, al nuovo campionato avevano aderito anche Liverpool, Arsenal, Tottenham, Manchester United (della Premier League inglese), Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid (della Liga spagnola).