Cosa propongono le Regioni sulle riaperture

Hanno presentato un documento con possibili linee guida per ristoranti, palestre, piscine e cinema, ma sarà il governo a decidere

(ANSA/TINO ROMANO)
(ANSA/TINO ROMANO)

Giovedì la Conferenza delle Regioni ha pubblicato un documento con una serie di proposte per la riapertura delle attività economiche maggiormente colpite dalle restrizioni imposte dal governo a causa della pandemia da coronavirus. Il documento contiene ipotesi e suggerimenti per diversi settori, ma è per l’appunto una proposta senza niente di vincolante: il Comitato tecnico scientifico esprimerà un parere e poi il governo deciderà se e in che misura accoglierla. Venerdì il presidente del Consiglio Mario Draghi dovrebbe tenere una conferenza stampa a riguardo. Il documento non parla di date specifiche, ma solo delle modalità con cui riaprire le attività: più volte Draghi ha ribadito che il governo deciderà quando potranno ripartire i vari settori sulla base dei dati sull’epidemia delle prossime settimane.

Il tema delle riaperture delle attività economiche è al centro del dibattito forse più acceso di queste settimane, anche per via di diverse manifestazioni di commercianti e ristoratori che hanno chiesto al governo un alleggerimento delle restrizioni a partire da maggio. Martedì il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti aveva detto che una decisione sulle riaperture «sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri» e che al momento non è possibile indicare quando saranno messe in atto le prossime misure. Le ultime restrizioni decise dal governo scadono ufficialmente il 30 aprile.

RISTORAZIONE
Le indicazioni delle Regioni si applicano a tutti gli esercizi di somministrazione di pasti e bevande, come «ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie» e alle attività di catering.

Le Regioni propongono che nei locali vengano disposti i tavoli «in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso (estendibile fino a 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio) e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors)». Queste distanze possono essere ridotte attraverso barriere fisiche di separazione. I clienti dovranno indossare la mascherina in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo.

Gli esercizi che somministrano pasti dovranno privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere un elenco delle persone che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni. Sarà comunque consentito l’accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano. All’interno dei locali non potranno essere presenti più clienti di quanti siano i posti a sedere. I locali che non hanno posti a sedere dovranno consentire l’ingresso a un numero limitato di clienti per volta, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione (o di 2 metri, a seconda dello scenario epidemiologico di rischio).

I buffet saranno possibili ma i clienti non potranno toccare il cibo esposto, mentre nei self-service potranno essere venduti soltanto prodotti confezionati in monodose. La bozza propone anche di consentire le attività ludiche nei locali, come i giochi con le carte. In questo caso, specifica la bozza, «è consigliata una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi».

PALESTRE E PISCINE
Per quanto riguarda le palestre le Regioni chiedono che vengano riaperte a patto che predispongano «un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione)» e che vengano regolamentati gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni.

Si dovranno organizzare gli spazi e le attività nelle aree spogliatoi e docce in modo da assicurare la distanza di almeno 2 metri o separare le postazioni con apposite barriere. Nella bozza si dice che si dovranno «regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine».

Si dovrà garantire la distanza di almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica, e di almeno 2 metri mentre svolgono attività fisica. Per le piscine valgono le stesse regole delle palestre sulla gestione dei flussi, e si specifica che per garantire il distanziamento interpersonale di almeno 2 metri «la densità di affollamento in vasca venga calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona».

CINEMA E SPETTACOLI DAL VIVO
Le Regioni propongono di riorganizzare gli spazi di sale cinematografiche, teatri, circhi, teatri tenda, arene e spettacoli in genere, per garantire il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra le persone, ad eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi. Anche in questo caso si dovrà privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere un elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni.

Non sarà consentito assistere in piedi agli spettacoli e i posti a sedere dovranno prevedere un distanziamento minimo, tra uno spettatore e l’altro, sia frontalmente che lateralmente, di almeno 1 metro (con l’obbligo di utilizzo della mascherina) o, in alternativa, di almeno 2 metri (con la facoltà di non indossare la mascherina finché si rimane seduti al proprio posto). Tutti gli spettatori dovranno indossare la mascherina dall’ingresso fino al raggiungimento del posto e ogni volta che ci si allontana.