Che fine ha fatto la Ever Given
È ancora lì, nel Canale di Suez, sequestrata dalle autorità egiziane che vorrebbero ottenere un ingente risarcimento per i danni subiti
Tre settimane dopo essersi incagliata nel Canale di Suez, dove era rimasta bloccata per sei giorni, la nave Ever Given è ancorata nel Grande Lago Amaro, uno degli slarghi del Canale. Non si può allontanare perché è stata sequestrata dalle autorità egiziane in attesa di concordare un risarcimento a favore dell’Egitto a causa dei danni causati dal blocco. A bordo ci sono ancora 25 marinai indiani membri dell’equipaggio.
La nave è bloccata dall’ordine di un tribunale egiziano, ha spiegato un portavoce della società che possiede la nave, la giapponese Shoei Kisen Kaisha Ltd., che ha paragonato il sequestro compiuto dalle autorità a un arresto. Osama Rabie, il capo dell’Autorità del Canale di Suez, ha detto che il risarcimento richiesto è di 900 milioni di dollari, e include il costo delle operazioni di soccorso, i danni causati alle rive del canale e i mancati guadagni nei sei giorni di blocco. Rabie ha detto anche che i proprietari della Ever Given «non vogliono pagare niente».
La società che possiede la nave ha invece sostenuto di aver fatto un’offerta, senza specificarne il valore, e di star negoziando in buona fede. Si è però lamentata della richiesta dell’Autorità del Canale di Suez, giudicata troppo alta e troppo poco dettagliata. Secondo le informazioni raccolte dal Wall Street Journal, la copertura assicurativa della Shoei Kisen Kaisha arriverebbe fino a 3,1 miliardi di dollari.
Le discussioni sul risarcimento dipendono anche dalle indagini sui motivi per cui la nave si è incagliata nel Canale di Suez, e quindi su chi debba ritenersi responsabile dell’incidente. Le autorità egiziane hanno fatto sapere che renderanno pubblici nuovi dettagli delle indagini entro giovedì.
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Inizialmente il capitano della nave aveva dato la colpa al forte vento, che aveva fatto sbandare l’imbarcazione fino a metterla di traverso occupando tutta la larghezza del Canale e impedendo il passaggio di altre navi. I dati meteorologici di quel giorno, lo scorso martedì 23 marzo, hanno confermato la possibilità che il vento – con raffiche fino a 40 nodi, circa 70 km/h – potesse avere influito sull’incidente, ma la tesi non aveva convinto tutti.
Secondo alcuni esperti, che si sono basati sul monitoraggio del percorso della Ever Given, la nave stava andando troppo veloce: 13 nodi (circa 25 km/h) contro un massimo consentito nel Canale di 8,6 (circa 16 km/h), e per questo si sarebbe incagliata. È stato anche sostenuto che quella velocità fosse stata raggiunta proprio per cercare di contrastare la forza del vento, peggiorando però la situazione, perché la grandezza della nave a quel punto l’avrebbe resa ingestibile.
Un pilota che lavora per l’Autorità del Canale di Suez, e rimasto anonimo, aveva detto al Washington Post che i due piloti a bordo dell’Ever Given avevano entrambi oltre 30 anni di esperienza e che il problema non avrebbe riguardato tanto loro due quanto piuttosto come sono fatte le navi che attraversano il Canale, che negli ultimi anni sono diventate sempre più grandi e difficili da gestire: «Le navi oggi sono più grandi di una volta. Questo è qualcosa di nuovo, che non si è mai visto prima», ha detto il pilota, sostenendo che con venti di 30 o 40 nodi è facile che navi di quelle dimensioni possano incagliarsi.
Nelle sue dichiarazioni, Osama Rabie ha più volte cercato di sottolineare l’assenza di responsabilità da parte delle autorità del canale o dell’Egitto; molti avevano infatti espresso i loro dubbi al riguardo, visto che quando una nave entra nel Canale di Suez c’è l’obbligo per due piloti dell’autorità egiziana di salirci a bordo e supervisionare il passaggio.
La Ever Given si era incagliata nel Canale di Suez il 23 marzo ed era stata liberata solo dopo sei giorni, in cui erano state stimate perdite tra i 5 e gli 8,5 miliardi di euro per il commercio internazionale. Dal Canale di Suez, costruito più di 150 anni fa, passa quasi il 7 per cento del traffico mercantile mondiale.
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