Il Giappone riverserà in mare l’acqua contaminata della centrale nucleare di Fukushima
Il Giappone ha annunciato che nei prossimi anni l’acqua contaminata conservata nella centrale nucleare di Fukushima verrà riversata in mare, nell’oceano Pacifico. Dallo tsunami di dieci anni fa, che provocò la parziale fusione dei noccioli di tre dei sei reattori della centrale, la Tokyo Electric Power Co. (Tepco), l’azienda energetica che gestisce l’impianto, ha accumulato più di un milione di tonnellate di acqua in più di mille grandi cisterne: è stata usata per raffreddare i reattori, per questo è radioattiva.
Da tempo si sa che entro il 2022 nei serbatoi disponibili attorno alla centrale non ci sarà più spazio per contenere tutta l’acqua usata nei lavori di smantellamento della centrale; per questo era da anni che si parlava delle possibili soluzioni.
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Il governo giapponese ha valutato che disperderla in mare sia la scelta migliore, dopo aver rimosso molti degli elementi radioattivi che conteneva. L’unico elemento che non può essere rimosso del tutto è il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno: è relativamente poco pericoloso per la salute umana ed è naturalmente presente nell’acqua del mare e nell’atmosfera.
La decisione è comunque stata molto contestata dagli ambientalisti oltre che dai paesi vicini al Giappone, come Cina e Corea del Sud, che la considerano estremamente pericolosa sia per la salute che per l’economia legata alla pesca. Gli Stati Uniti hanno invece appoggiato il governo giapponese, e sostenuto che la decisione sia stata presa in maniera «trasparente».
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Il governo giapponese ha detto che i lavori per riversare l’acqua in mare cominceranno entro due anni, e ce ne vorranno almeno dieci per completarli.