Il “bloom” di meduse in centro a Trieste
Gli sciami di “Rhizostoma pulmo”, come quello avvistato e fotografato ieri, sono sempre più frequenti nel mare Adriatico
Mercoledì il tratto di mare su cui si affaccia il centro di Trieste, tra il molo Audace e la Stazione marittima, era pieno di grandi meduse, fotografate da varie persone sui social network. Radunate in quello che viene definito un “bloom”, erano perlopiù esemplari di Rhizostoma pulmo, detta polmone di mare o dama del mare, che è la specie di meduse di maggiori dimensioni che si trova nel mar Mediterraneo, ma c’era anche qualche Aurelia aurita, detta medusa quadrifoglio, una specie molto comune.
Avete visto anche voi il bloom di meduse nel Golfo di Trieste? Oggi anche le vostre osservazioni possono diventare dati scientifici: basta scattare una foto con il vostro cellulare e mandarcela con avvistAPP. Per info https://t.co/xZL2unG9xS (grazie a Luciano Burla per il video) pic.twitter.com/Ta7Y7pnXwT
— OGS (@OGS_IT) April 7, 2021
Nicola Bressi, zoologo del Museo civico di storia naturale di Trieste e divulgatore, ha spiegato a Trieste Prima che il raduno di meduse attorno al molo Audace «è quasi sicuramente dovuto a venti e correnti che le hanno accumulate in quel punto, probabilmente sono vicine alla superficie perché in primavera è dove l’acqua si scalda di più, c’è più luce e quindi più plancton». Secondo Bressi la grande presenza di meduse potrebbe anche essere legata all’eccesso di pesca nel mare Adriatico: se ci sono meno pesci che si nutrono di plancton, le meduse hanno più cibo a disposizione. Servirebbero comunque più dati e studi per spiegare con certezza le cause dell’abbondanza di meduse.
Proprio per questo, in un post su Facebook, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) ha chiesto a chiunque abbia visto e fotografato le meduse nel golfo di Trieste di condividerne le immagini su avvistAPP, una applicazione per smartphone creata per collaborare a progetti di scienza partecipata, cioè a quelle raccolte di dati scientifici a cui chiunque può partecipare aiutando gli scienziati nel proprio lavoro: «avvistAPP è una app gratuita che permette di raccogliere segnalazioni di meduse, tartarughe e delfini. Tutte le vostre segnalazioni saranno validate da ricercatori OGS e verranno raccolte per essere utilizzate in futuri studi su queste specie».
L’OGS ha anche spiegato che le Rhizostoma pulmo erano state osservate nel golfo di Trieste già nell’Ottocento e che nel secolo scorso era capitato più volte che si avvistassero sciami simili a quelli di mercoledì, detti anche bloom: «Dall’inizio degli anni 2000 questi bloom sembrano però essere diventati più frequenti e durare più a lungo».
In generale, nel mondo le popolazioni di meduse stanno prosperando. Uno studio del 2012 realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università della British Columbia, in Canada, ha osservato che in 45 diversi ecosistemi marini del mondo il 62 per cento delle comunità di meduse stava aumentando di numero; solo il 7 per cento stava diminuendo. La crescita dei bloom di meduse potrebbe essere influenzata dal cambiamento climatico: a differenza di molte altre specie animali, le meduse si trovano bene in acque più calde e si pensa che l’aumento delle temperature dei mari stia allungando le stagioni in cui si riproducono. Sono animali molto resistenti – esistono da più tempo della maggior parte delle specie attualmente viventi, sono sopravvissuti a vari cicli di estinzioni di massa – e riescono a vivere bene anche in acque inquinate e povere di ossigeno: per questo non sono minacciate dal processo di acidificazione degli oceani in corso, quello per cui c’è sempre più anidride carbonica nell’acqua, oltre che nell’atmosfera.
Nel luglio del 2019 davanti ad alcune spiagge vicino ad Ancona erano stati avvistati grandi raduni di meduse: il biologo Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, aveva detto al Resto del Carlino che «dobbiamo abituarci alle esplosioni di meduse, anche di più specie, molto più frequenti oggi. È un fenomeno molto diffuso sulle coste del Mediterraneo, è del tutto normale, non deve creare allarmismi. La nostra costa e il nostro mare sono destinati a vederli crescere nel numero, un po’ a causa dei cambiamenti climatici che anticipano il ciclo produttivo delle meduse, un po’ per la pesca eccessiva».
Anche se di grandi dimensioni le Rhizostoma pulmo non sono meduse particolarmente urticanti, anzi: generalmente maggiori sono le dimensioni delle meduse, meno danno fastidio. La presenza eccessiva di questi animali, e così delle altre specie di meduse, può però avere effetti negativi sugli ecosistemi, perché le meduse mangiano le uova e le larve di varie specie di pesci.