In Inghilterra ogni persona potrà sottoporsi gratuitamente a due test rapidi contro il coronavirus alla settimana
Da venerdì 9 aprile tutti gli abitanti dell’Inghilterra avranno diritto a svolgere due test rapidi a settimana per individuare la positività al coronavirus. Lo ha annunciato il ministro della Salute del Regno Unito, Matt Hancock, ed è previsto che il primo ministro Boris Johnson lo annunci ufficialmente in una conferenza stampa lunedì pomeriggio.
La possibilità che tutti gli inglesi svolgano due test rapidi alla settimana fa parte del nuovo piano del governo del Regno Unito per tenere sotto controllo la diffusione dei contagi e permettere di ridurre gradualmente le restrizioni imposte per via della pandemia, parallelamente al piano di vaccinazione. Già da qualche tempo gli studenti delle scuole superiori e i loro insegnanti e genitori venivano testati due volte a settimana, mentre tutte le aziende possono richiedere gratis test rapidi per i propri dipendenti, da effettuare sul posto di lavoro.
Dal 9 aprile i kit per effettuare i test rapidi, che danno un risultato in circa 30 minuti e si possono svolgere anche a casa, saranno disponibili gratuitamente anche nelle farmacie, alle poste e nei principali siti dove vengono svolti i test.
Hancock ha detto che circa un terzo delle persone che hanno contratto il coronavirus sono asintomatiche, e che pertanto «svolgere test rapidi in maniera regolare sarà fondamentale per aiutarci a individuare velocemente i casi positivi e a contenere eventuali focolai mentre riapriamo la società e riprendiamo le parti di vita che ci sono mancate». Tra le altre cose, infatti, lunedì pomeriggio Johnson dovrebbe presentare un piano che prevede alcune prove per valutare la fattibilità degli eventi di massa.
Alcuni esperti hanno accolto con scetticismo le proposte del governo. Dal momento che il test antigenico è molto meno affidabile del tampone molecolare, infatti, dai test rapidi potrebbero risultare diversi falsi negativi, ovvero persone contagiate che però risultano negative al test: per questa ragione, secondo alcuni parlamentari e attivisti per i diritti civili, i test di massa non aiuterebbero a garantire la regolare ripresa della vita precedente alla pandemia.
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