Le Witch arrivarono ovunque
Il fumetto per ragazze nato nella redazione italiana di Topolino uscì vent'anni fa, e il suo successo – anche internazionale – surclassò le aspettative
di Marta Impedovo
Vent’anni fa, il 3 aprile del 2001, nelle edicole italiane uscì il primo numero di quelli che sarebbero poi diventati 139 episodi della saga a fumetti delle Witch. S’intitolava Halloween e aveva in copertina il faccione di una ragazza dai capelli rossi circondato da quattro “fatine” disegnate con un tratto che, più che quello dei cartoni Disney, ricordava quello dei manga giapponesi. La ragazza coi capelli rossi era una delle protagoniste del fumetto, Will, e le altre figure erano quelle delle sue amiche; Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin. Combinando le iniziali dei loro nomi veniva fuori l’acronimo W.I.T.C.H., strega.
W.I.T.C.H. nacque all’interno della redazione italiana di Topolino nel tentativo di Disney di creare un fumetto periodico che attraesse il giovane pubblico femminile. Ebbe un successo inaspettato, e non solo tra bambine e ragazze. Nel giro di pochi anni fu tradotto in almeno 27 lingue e pubblicato in oltre settanta paesi. Dopo l’ultimo episodio uscito nel 2012, l’immaginario di W.I.T.C.H. è andato lentamente scomparendo e, a differenza di alcune saghe simili comparse in quegli anni, tra i bambini e le bambine di oggi è pressoché sconosciuto. In occasione del ventennale, il 31 marzo la casa editrice Giunti ha pubblicato una raccolta dei primi cinque episodi.
Come nacque l’idea
L’idea di W.I.T.C.H. nacque nel 1997 da tre professionisti di Disney Italia che cominciarono a lavorare di nascosto a un nuovo progetto. L’idea iniziale e la sceneggiatura dei primi episodi fu opera di Elisabetta Gnone, che aveva già creato altre riviste per bambine e ragazze, e che è diventata più nota negli ultimi anni come autrice dei libri fantasy Fairy Oak. Al progetto di W.I.T.C.H. parteciparono anche il disegnatore Alessandro Barbucci, che creò i personaggi della serie, e Barbara Canepa come colorista. In un’intervista, Barbucci e Canepa hanno raccontato di essersi sempre interessati di fenomeni alternativi nel mondo del fumetto e di aver voluto creare qualcosa di completamente nuovo, ma che «la parola “manga” era tabù in Disney, ai tempi». Ci vollero 4 anni prima che il progetto partisse: alla fine, hanno raccontato, «grazie a un manager americano e alla stessa Gnone il tutto si è sbloccato e ha preso il volo. Di colpo c’è stato entusiasmo almeno in una parte del marketing di Disney».
W.I.T.C.H. fu il primo progetto editoriale di Disney Italia completamente slegato dall’immaginario di Topolino e Paperino: non era un manga, ma aveva alcuni tratti grafici, come gli occhi dei personaggi, che lo ricordavano molto. Secondo quanto raccontato in un’intervista dal fumettista e sceneggiatore Francesco Artibani, che si unì al gruppo in un secondo momento, nella prima stesura del progetto oltre alle cinque ragazze c’era anche Paperina, «ma poi i personaggi di Barbucci risultarono così forti da non aver bisogno di altre figure accanto. L’idea dell’editore era quella di provare a pubblicare qualcosa per andare a raggiungere il pubblico femminile (un pubblico enorme fino ad allora poco considerato) ma la serie finì per essere letta anche dai maschi». In un’editoriale comparso nei primi numeri, la direttrice Valentina De Poli scrisse: «Ma allora è vero! Anche i maschi hanno un cuore e ci leggono!» e poi «per noi sono disposti a superare la vergogna di chiedere all’edicolante un giornale a fumetti con lo smalto in regalo».
27 lingue
La prima “stagione” di W.I.T.C.H. fu pubblicata a partire dall’aprile 2001: era stata pensata per durare 9 o 12 episodi, ma si decise di continuare perché le vendite andarono da subito molto bene. Dopo i primi 15 numeri le copie vendute ogni mese erano attorno alle 200mila. Nel 2004, dopo tre anni, la tiratura in Italia era di 270mila copie al mese e la serie era stata tradotta in 27 lingue e distribuita in oltre 60 paesi: in Germania, solo per fare un esempio, vendeva 100mila copie al mese. Oltre alle riviste mensili uscirono anche 17 numeri speciali e da maggio 2005 cominciò a essere pubblicata WElcome, una rivista sui temi più attuali e di interesse per ragazze adolescenti, che conteneva anche brevi storie con le Witch protagoniste. Nei numeri di W.I.T.C.H. si trovavano spesso in allegato anche gadget come fasce per capelli e piccoli gioielli. Tra il 2003 e il 2017 in Italia i fumetti di W.I.T.C.H. furono ristampati sei volte.
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Nel 2004, Disney esportò W.I.T.C.H. negli Stati Uniti, dove uscì in un formato diverso da quello italiano: vennero pubblicati 26 libri tascabili con parti di testo originali ed estratti dei fumetti. Libri simili sono usciti in quegli anni anche in Danimarca e in Scandinavia. In Giappone (dove W.I.T.C.H. non arrivò mai), tra il 2003 e il 2004, la casa editrice Kadokawa pubblicò una trasposizione del fumetto in un manga in due volumi disegnato dalla fumettista Haruko Iida. Nel 2008 il manga uscì anche in Italia.
W.I.T.C.H. continuò a uscire per undici anni, fino al 2012, quando la pubblicazione fu interrotta per via del costante calo delle vendite degli anni precedenti: tra il 2008 e il 2010 le vendite erano passate da 54mila al mese a 23mila.
I motivi del successo
Alcuni hanno ipotizzato che tra i motivi del successo di W.I.T.C.H. ci fossero alcuni elementi in comune con Harry Potter. Nell’aprile 2001 era da poco stato pubblicato il quarto libro della saga e sarebbe uscito il primo film entro la fine dell’anno: le cinque tredicenni che conducono vite normali nella cittadina di Heatherfield e scoprono di avere dei poteri magici e la missione di proteggere il mondo dalle forze del male ricordarono a molti la storia del mago cresciuto in una famiglia “babbana” che scopre di essere l’unico a poter uccidere il più cattivo dei maghi. Altri hanno visto in W.I.T.C.H. una trasposizione italiana delle cinque protagoniste del cartone animato giapponese Sailor Moon, che in quegli anni era molto seguito. Un altro riferimento utile per capire il contesto di quegli anni sono le Spice Girls: in un’intervista, Barbucci e Canepa hanno raccontato di essere diventati fan del gruppo musicale nel tentativo di capire meglio il pubblico con cui avevano a che fare.
W.I.T.C.H. parla della guerra delle cinque protagoniste ― investite del ruolo di “guardiane” ― contro il Metamondo, una realtà parallela abitata da forze oscure che minacciano di infrangere la Muraglia che le separa dal mondo degli esseri umani e di invaderlo. Ogni Witch comanda un elemento: Irma l’acqua, Taranee il fuoco, Hay Lin l’aria, Cornelia la terra e Will l’energia custodita nel cuore di Kandrakar, un medaglione che riceve nel primo episodio. A questo racconto si intrecciano però anche le vicende di vita quotidiana delle protagoniste, che hanno tredici anni e sono quindi impegnate con le prime storie d’amore, le amicizie, le questioni familiari, e la definizione delle loro identità. Vengono affrontati anche diversi temi complessi e “sensibili”, soprattutto per il pubblico giovane a cui è rivolto: la morte della nonna di Hay Lin, la relazione osteggiata tra Cornelia e Peter, lei bianca e lui nero, il fidanzamento della madre di Will con uno dei suoi professori, e il rapporto di Irma con la seconda moglie del padre rimasto vedovo, solo per dirne alcuni.
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Il passaggio dall’infanzia all’età adulta è uno dei temi impliciti della storia e viene raccontato anche attraverso la rappresentazione della trasformazione che le protagoniste subiscono quando usano i propri poteri per combattere le forze del male. In abiti comuni infatti le W.I.T.C.H. hanno un aspetto da tredicenni, mentre quando si trasformano diventano più alte, più formose e in generale acquisiscono le sembianze (e la sicurezza) tipiche di donne adulte. Nello studio dei personaggi c’è una particolare attenzione a differenziare tra loro le protagoniste, cosa che le allontana dalle classiche “principesse Disney”. All’inizio dei primi cinque numeri, si trova una presentazione di ognuna con tanto di segno zodiacale, hobby, tratti caratteriali e molti altri elementi che hanno contribuito a creare empatia e immedesimazione nelle ragazzine che li leggevano e che giocavano a impersonarle.
La serie animata e le Winx
Nel dicembre 2004 uscì il primo episodio di una serie animata di produzione franco-americana sulle Witch che durò due anni: fu trasmessa in molti paesi e in Italia uscì su Italia 1. Nello stesso anno uscì su Rai 1 la serie animata Winx Club, che è stata spesso paragonata a W.I.T.C.H. perché raccontava la storia di un gruppo di cinque fate con una leader dai capelli rossi, che frequentano una scuola di magia e devono combattere le forze del male per difendere il mondo magico. A molte lettrici e lettori appassionati, Winx Club apparve subito come una brutta copia di W.I.T.C.H: non solo perché arrivò dopo qualche anno, quando W.I.T.C.H. era all’apice del suo successo, ma anche perché le cinque protagoniste apparivano più stereotipate nell’aspetto e non altrettanto caratterizzate dal punto di vista dello studio dei personaggi.
Artibani, che lavorò come autore a entrambi i progetti, raccontò: «Prima di iniziare a scrivere le Winx avvisai la direzione di Witch per chiarire che stavo per lavorare a una serie con delle ragazze con poteri magici e che ero stato contattato dalla Rai – dove sapevano del mio lavoro su Witch – per differenziare il più possibile le Winx dalla serie Disney. Tutti erano d’accordo all’interno della Disney ma il “botto” delle Winx fu molto grande». Aggiunse: «nessuno mi ha accusato di aver rubato o plagiato le Witch perché […] le due serie nacquero contemporaneamente; i tempi di produzione di una serie tv sono diversi da quelli del fumetto». In televisione, la serie di Winx Club andò avanti per 8 stagioni ed ebbe molto più successo di quella di W.I.T.C.H., che fu chiusa dopo due anni. La storia di Winx Club è stata recentemente ripresa da Netflix, che dopo otto anni dall’uscita dell’ultima stagione ha prodotto la serie TV Fate – The Winx Saga, di cui è da poco stata annunciata la seconda stagione.
A differenza di quanto successo con le Winx, dopo vent’anni non sembra esserci nessun interesse nel riproporre la storia delle Witch alle nuove generazioni. Nel 2013, la grossa casa editrice di fumetti Panini ha acquisito i diritti dei periodici di Disney Italia, quindi anche dei diritti di fumetti come W.I.T.C.H., e nel 2016 ha pubblicato diverse raccolte di alcune delle puntate della serie. La raccolta dei primi cinque episodi della serie uscita a marzo per Giunti Editore è entrata subito tra i cento libri più venduti su Amazon in Italia ed è stata ben accolta sui social network, soprattutto dalle donne che ora hanno attorno ai trent’anni e che ricordano W.I.T.C.H. come il loro primo fumetto.
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