Tienimi Bordone, la raccolta della settimana
Abbiamo parlato del processo di George Floyd, di deputati laburisti pazienti, di strumenti vecchissimi e insostituibili, e della lotta fra vocali inglesi e pugliesi
Tienimi Bordone è il podcast quotidiano di Matteo Bordone sul Post. Il titolo si capisce?
Metti che non si capisce: è un gioco di parole sul fatto che lui si chiama Bordone, ed è buffo, come quando si dice “tienimi bordone”, che vuol dire “spalleggiami, assecondami” e viene dalla musica, e però se uno pensa a Bordone e alla sua inclinazione a imparare e condividere e discutere un sacco di cose, fa ridere, perché sembra che dici “tienimi Bordone”. Tienimi Bordone.
Capito? Eh?
Era meglio “Tienimi Matteo”?
Questa è la raccolta delle puntate della settimana iniziata lunedì 29 marzo.
Lunedì 29 marzo – Matite, altro che Kickstarter
Come si fa a inventare qualcosa di buono quando da centinaia di anni usiamo il massimo della tecnologia, del design e della prestazione in ogni situazione?
Martedì 30 marzo – Le vite romanzate dei geni di Labatut
Ovvero quando abbiamo smesso di temere il biografismo e ci siamo addentrati nelle vite degli scienziati
Mercoledì 31 marzo – L’inglese strascinäto pugliese di Joe English
Proprio quando pensi di aver conquistato una buona parte di mondo ecco che ti salta fuori la varietà vocale apula
Giovedì 1 aprile – Parlare delle cose importanti, con tutti
Un deputato laburista con genitori guyanesi ha discusso di identità nazionale con una signora razzista: e va benissimo
Venerdì 2 aprile – Torniamo a parlare di George Floyd (con Francesco Costa)
E proviamo a capire perché la sua morte è stata diversa da tutte le altre e cosa sta lentamente cambiando nelle forze di polizia