Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di genocidio degli uiguri
In un documento ufficiale del dipartimento di Stato americano, per la prima volta durante l'amministrazione di Joe Biden
Per la prima volta l’amministrazione statunitense di Joe Biden ha accusato ufficialmente la Cina di aver commesso «un genocidio» nei confronti della minoranza etnica degli uiguri, nella regione dello Xinjiang. Le accuse sono incluse nell’ultimo rapporto sui diritti umani redatto dal dipartimento di Stato americano, l’equivalente del ministero degli Esteri, e pubblicato il 30 marzo.
Nei mesi scorsi il segretario di Stato, Antony Blinken, aveva già parlato di genocidio a proposito delle violazioni dei diritti umani nei confronti degli uiguri, ma finora l’amministrazione di Joe Biden non aveva mai accusato la Cina ufficialmente.
A proposito della condizione degli uiguri in Cina, nel rapporto si legge che:
«Nel corso dell’anno sono stati commessi un genocidio e crimini contro l’umanità nei confronti della minoranza musulmana degli uiguri e di altre minoranze etniche e religiose dello Xinjiang. Questi crimini sono andati avanti a lungo e includono: detenzione arbitraria o altre gravi privazioni della libertà fisica di oltre un milione di civili; sterilizzazione forzata, aborti forzati e un’applicazione più dura delle politiche cinesi di controllo delle nascite; stupri; tortura di un gran numero di persone detenute arbitrariamente; lavoro forzato; e l’imposizione di restrizioni draconiane alla libertà di religione o credo, alla libertà di espressione e alla libertà di movimento»
Il rapporto è stato diffuso una settimana dopo che Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito e Canada si erano coordinati per imporre sanzioni a funzionari cinesi per le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang. La Cina aveva risposto imponendo a sua volta sanzioni contro questi paesi.
Gli uiguri sono una minoranza etnica, prevalentemente di religione musulmana, che abita per lo più nella regione cinese occidentale dello Xinjiang. Diverse inchieste giornalistiche, testimonianze e rapporti dell’ONU hanno rivelato che la Cina ha detenuto e tuttora detiene milioni di uiguri in campi di prigionia, definiti «di trasformazione attraverso l’educazione». Il governo cinese ha sempre negato la repressione sistematica contro gli uiguri, giustificandola come una campagna antiterroristica.
Di recente il governo cinese ha anche promosso una grande campagna di boicottaggio generalizzata nei confronti di H&M, il marchio di abbigliamento svedese che ha negozi in tutto il mondo, per via di una vecchia dichiarazione sugli uiguri. Il boicottaggio riguarda riguarda un comunicato che H&M aveva pubblicato già diversi mesi fa, in cui l’azienda aveva detto di non volersi più rifornire con il cotone proveniente dallo Xinjiang per il sospetto che nella regione cinese gli uiguri fossero sottoposti a lavori forzati. La dichiarazione era stata poi cancellata dal sito ufficiale di H&M.
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