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  • Lunedì 29 marzo 2021

La Bielorussia non parteciperà all’Eurovision

Il governo ha tentato di presentare per due volte una canzone con un velato messaggio politico a favore del regime di Lukashenko

Dopo settimane di negoziati il comitato organizzatore dell’Eurovision, il noto festival musicale europeo, ha squalificato la Bielorussia dall’edizione 2021 del festival. Il comitato organizzatore, cioè l’Unione europea di radiodiffusione (EBU), lo ha annunciato con un comunicato pubblicato venerdì sul sito dell’Eurovision. Nel comunicato si legge che la canzone bielorussa sottoposta per partecipare al festival – la seconda, dopo che la prima era stata respinta per lo stesso motivo – «viola le regole che assicurano che il festival non sia strumentalizzato» dal punto di vista politico. La Bielorussia non sarà sostituita da alcun paese.

Dall’estate del 2020 sono in corso in Bielorussia estese proteste contro il regime del presidente Alexander Lukashenko, che governa in maniera autoritaria dal 1994. Le proteste erano iniziate subito dopo le elezioni del 9 agosto, quando Lukashenko aveva sostenuto di avere ottenuto un improbabile 80 per cento dei voti. Da allora ogni weekend centinaia di manifestanti protestano contro Lukashenko e il regime. Le autorità bielorusse stanno cercando di reprimere le proteste con la violenza e centinaia di arresti arbitrari, fra cui anche quelli di giornalisti, ma per ora le manifestazioni stanno proseguendo.

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I negoziati con l’Eurovision erano iniziati all’inizio di marzo, quando l’EBU aveva respinto la canzone “Ya Nauchu Tebya”, “Ti insegno io”, che conteneva un testo vagamente minaccioso nei confronti dei manifestanti a favore della democrazia. Nonostante la canzone possa sembrare innocua a chi non parla russo, il testo parla esplicitamente della necessità di obbedire alle autorità: il ritornello, per esempio, contiene frasi come “ti insegno io a rigare dritto”, mentre la strofa a un certo punto dice “senza quello che è successo, tutto sarà semplice: devi solo obbedirmi”.


Il testo della canzone non sembra una coincidenza: la band che la suona, i Galasy ZMesta, sono noti per il loro appoggio a Lukashenko, e sul loro sito hanno criticato duramente i manifestanti e le «tensioni politiche che stanno distruggendo il paese che amiamo». Fra l’altro i Galasy ZMesta erano stati selezionati dopo che i partecipanti all’edizione 2020 – che non si è tenuta a causa della pandemia – sono stati esclusi dall’edizione 2021 dopo aver criticato le condizioni di vita in Bielorussia sotto Lukashenko.

Dopo la decisione dell’EBU di rifiutare la canzone perché riteneva che contenesse un messaggio politico, cosa vietata dal regolamento dell’Eurovision, la televisione di stato bielorussa, controllata dal governo, aveva sottoposto un’altra canzone della stessa band. Venerdì 26 l’EBU ha comunicato che anche la seconda canzone selezionata violava il regolamento del festival.

Dopo la notizia che “Ya Nauchu Tebya” era stata respinta, Lukashenko aveva accusato l’Eurovision di essersi «politicizzato», mentre il cantante dei Galasy ZMesta, Dmitry Butakov, aveva cercato di minimizzare spiegando a Reuters che l’esclusione della sua band non era nulla in confronto alla decisione della federazione mondiale di hockey di rimuovere la Bielorussia dai paesi ospitanti dei Mondiali del 2021, presa per la scarsa gestione della pandemia da coronavirus nel paese.

La Bielorussia è il secondo paese che non parteciperà al festival fra quelli annunciati all’inizio dell’anno. All’inizio di marzo l’Armenia aveva deciso di ritirarsi a causa delle crescenti tensioni politiche nel paese.