Storie di cambiamenti nell’editoria dopo il coronavirus
Il settore ha risposto alla crisi spostandosi sull'online mentre molti lettori hanno scoperto ebook e audiolibri
di Lorenzo Martire
È passato più di un anno dal 12 marzo 2020, il giorno in cui il primo lockdown nazionale causato dal coronavirus comportò anche la chiusura delle librerie fisiche (sarebbero state riaperte quasi due mesi dopo, il 3 maggio).
Nel primo quadrimestre dell’anno passato, il mondo dell’editoria ha avuto forti perdite – secondo le stime dell’Associazione Italiana Editori (AIE) c’è stata una riduzione dei guadagni del 20 per cento nei primi 4 mesi dell’anno – e la crisi è stata aggravata dal temporaneo congelamento delle uscite. Poi è seguita una fase di ripresa, andata anche oltre le previsioni: stando al rapporto annuale dell’AIE uscito a gennaio, nel 2020 le vendite di libri sono infatti aumentate del 2,4% rispetto all’anno precedente, con un incasso totale pari a 1,54 miliardi di euro. Considerato che la vendita di copie cartacee è aumentata dello 0,3 per cento è stato quindi essenziale l’aumento di guadagni derivato dal mercato digitale: nel 2020 gli ebook hanno venduto il 37 per cento in più rispetto all’anno precedente e gli audiolibri il 94 per cento in più.
La crescita di ebook e audiolibri è stata parte di un processo di cambiamento e di reazione alla crisi che ha coinvolto praticamente ogni settore dell’editoria: dalle case editrici alle fiere, fino ad arrivare ai progetti delle librerie e degli scrittori.
La crescita di ebook e audiolibri
Secondo una rilevazione sulla lettura e sui consumi culturali condotta dal CEPELL (Centro per il Libro e la Lettura), in Italia le persone tra i 15 e i 74 anni che nel 2020 hanno letto almeno un libro sono aumentate del 3 per cento rispetto al 2019: sono passate dal 58 al 61 per cento. Questa crescita è dovuta anche all’aumento di libri letti (o ascoltati) in digitale: gli ebook sono passati dal 25 per cento del 2019 al 30 per cento del 2020, e nello stesso periodo gli audiolibri sono aumentati dal 10 al 12 per cento.
La crescita del mercato digitale è stata favorita non solo dalle difficoltà dovute al lockdown, ma anche da una serie di iniziative che hanno offerto ebook e audiolibri gratis. Molte case editrici, compresi gli editori di fumetti come Coconino Press e Feltrinelli Comics, hanno messo a disposizione gratuitamente alcuni loro titoli in formato digitale. Adelphi ha lanciato Microgrammi, una nuova collana di ebook venduti a un prezzo relativamente basso (1,99 euro) e disponibili anche in formato fisico dal gennaio di quest’anno. Il 10 marzo 2020 il governo aveva inoltre lanciato la piattaforma Solidarietà Digitale, dove trovare corsi di formazione, strumenti utili per il lavoro e per lo studio, e dove scaricare gratuitamente giornali e libri.
Audible, una piattaforma di proprietà di Amazon dov’è possibile acquistare podcast e audiolibri su abbonamento, ha messo a disposizione gratuitamente centinaia di audiolibri per bambini: si possono ancora ascoltare sul sito Stories.Audible.com, che offre audiolibri in più lingue. Storytel, l’azienda svedese concorrente di Audible, ha prodotto un podcast chiamato “Storie della quarantena”, una raccolta di 14 storie a cura dell’attrice Letizia Bravi in cui gli ospiti raccontano emozioni, difficoltà e idee incontrate durante l’isolamento dovuto al lockdown; tutti gli episodi sono ancora disponibili sulle principali piattaforme di podcast.
L’editoria si è spostata online
Le limitazioni agli spostamenti e l’impossibilità di riunire gruppi di persone hanno costretto l’editoria a spostare gran parte delle sue attività online.
La Fiera del libro di Francoforte, la più prestigiosa in Europa, è stata trasmessa in streaming a ottobre in un evento digitale che ha coinvolto 110 paesi e 750 ospiti per un totale di più di 260 ore. Anche il Salone del libro di Torino, la più importante fiera italiana dell’editoria, si è svolto solo online, dal 14 al 17 maggio. La Fiera del libro di Londra, in programma dal 10 al 12 marzo 2020, era stata invece cancellata.
A risentire dell’assenza di fiere in presenza sono stati sicuramente gli agenti letterari, le persone che fanno da tramite tra un autore e la casa editrice. Come spiega Leonardo G. Luccone, agente letterario e fondatore di Oblique Studio, si è dovuto fare a meno dei grandi luoghi di conoscenza e di compravendita dei diritti dei libri. In particolare, racconta che «è mancata una parte fondamentale costituita dall’informalità, dagli incontri per caso, dalle chiacchierate di fronte agli stand, i contatti diretti».
Le case editrici, oltre ad affrontare la chiusura delle librerie, hanno dovuto spostare online molte delle loro attività. Fra queste ci sono i corsi di editoria e scrittura, che nonostante il periodo incerto hanno continuato a essere una fonte di guadagno. La necessità di organizzare i corsi a distanza ha dato una spinta decisiva verso l’innovazione, come testimoniano le responsabili dei corsi della casa editrice minimum fax, Barbara Bernardini e Mara Famularo: «L’idea dei corsi online era nell’aria: noi organizziamo corsi da vent’anni, e sono almeno cinque, sei anni che ci vengono richiesti dei corsi online, ma non lo avevamo mai fatto».
Anche le librerie consegnano libri a casa
I librai hanno attraversato un momento di forte difficoltà durante il periodo di chiusura e hanno dovuto trovare soluzioni nuove per continuare a vendere. Mattia Garavaglia, giovane proprietario della Libreria del Golem, una libreria indipendente nata nel febbraio del 2017 nello storico quartiere Vanchiglia di Torino, ha avuto da subito l’idea di consegnare i libri a casa.
Tre settimane prima del lockdown di marzo, scrisse sui social network della libreria: «Per chi non vuole o non può uscire di casa ho deciso di mettermi a disposizione e portarvi i libri direttamente a casa». E così iniziò a consegnare libri in bicicletta per tutta la città. In questo modo è riuscito a tenere a galla la libreria durante il lockdown e ha anche aumentato il volume delle vendite rispetto agli anni precedenti.
Visti i buoni risultati, Garavaglia ebbe l’idea di fondare Bookdealer, un e-commerce di librerie indipendenti ispirato all’americano Bookshop: «Si è visto che era qualcosa di fattibile, da istituzionalizzare». Il sito, fondato il 27 agosto in collaborazione con Leonardo Taiuti, editor della casa editrice Black Coffee, conta circa 700 librerie e, dice Garavaglia, il suo fatturato ha dimostrato da subito la bontà dell’operazione: «Mi ricordo che i primi due giorni arrivarono 100 ordini». La sua idea è stata raccontata anche da Google nella sezione Storie – dedicata all’uso della tecnologia nel mondo – per dimostrare l’utilità di Google Maps nell’organizzazione delle consegne.
I Nuovi Decameroni: la scrittura collettiva in pandemia
Per molti scrittori, il coronavirus è stato uno spunto e sono già usciti sia romanzi che racconti sulla pandemia e sulle sue conseguenze. Una delle principali fonti di ispirazione è stato il Decameron di Giovanni Boccaccio, la celeberrima raccolta di 100 novelle ambientata durante l’epidemia di peste nera del XIV secolo. Negli Stati Uniti è nato per esempio il Decameron Project, una raccolta di racconti su alcuni aspetti della vita in quarantena. È stato commissionato dal domenicale del New York Times a 29 scrittori a partire da un saggio della scrittrice canadese-americana Rivka Galchen sulla lettura del Decameron; tra loro ci sono Margaret Atwood, Etgar Keret e Paolo Giordano. Sono poi stati pubblicati in un libro, tradotto in Italia da NN Editore.
Un’operazione simile è stata portata avanti anche da HarperCollins Italia per il libro Nuovo Decameron. L’ideatore del progetto è stato Carlo Carabba, responsabile editoriale di narrativa e saggistica italiana della casa editrice, che racconta: «Feci un post su Facebook sull’Europa, e qualcuno mi rispose menzionando il Decameron come libro europeo. Così lo rilessi per intero, e mi accorsi che la società del Decameron era profondamente europea: si viaggia, andando dall’Inghilterra alla Grecia». Per il Nuovo Decameron Carabba ha coinvolto sette donne (Barbara Alberti, Ilaria Gaspari, Michela Marzano, Chiara Valerio, Chiara Barzini, Antonella Lattanzi e Jhumpa Lahiri) e tre uomini (Stefano Massini, Michele Mari e Jonathan Bazzi), ricalcando la scelta di Boccaccio, ma lasciando alle autrici e agli autori la possibilità di scegliere se riscrivere una delle novelle oppure scriverne una nuova.
Un terzo esempio di scrittura collettiva durante il periodo della quarantena, questa volta slegato dall’opera di Boccaccio, è partito dall’idea del drammaturgo catalano Jordi Casanovas, che ha lanciato sui social network l’hashtag #coronavirusplays e ha invitato a scrivere opere di microteatro ambientate durante la pandemia. L’idea ha avuto successo: da quando venne lanciata, il 13 marzo 2020, sono stati scritti circa cento copioni (prevalentemente in spagnolo e in catalano), e alcuni di questi sono anche stati messi in scena su YouTube.
Questo e gli altri articoli della sezione Il coronavirus e il mondo della cultura sono un progetto del corso di giornalismo 2020/2021 del Post alla scuola Belleville, pensato e completato dagli studenti del corso.