Un Motomondiale e diverse generazioni di piloti
La nuova stagione di MotoGP sembra apertissima, e si va dai 42 anni di Valentino Rossi ai 23 del suo fratellastro Luca Marini
Nello stesso fine settimana in cui il Mondiale di Formula 1 più lungo di sempre inizia dal Bahrein, in un altro stato del Golfo Persico inizia anche il Motomondiale, arrivato alla sua settantatreesima edizione. In Qatar la sua classe principale, la MotoGP, si presenta come una sfida fra generazioni di piloti: il più vecchio, Valentino Rossi, ha 42 anni compiuti, mentre il più giovane, Iker Lecuona, ne ha ventuno in meno. In mezzo, tanti hanno la possibilità di vincere il titolo.
Le similitudini con la nuova stagione di Formula 1 non si fermano alla partenza in contemporanea a pochi chilometri di distanza nel Golfo Persico. Anche il regolamento della MotoGP è stato infatti “congelato” per tutelare le squadre in un periodo economicamente complicato dagli effetti della pandemia. Le componenti principali delle moto saranno le stesse della passata stagione e le squadre avranno a disposizione soltanto un numero limitato di interventi da usare nel corso del campionato.
Ma a differenza della Formula 1 – che riparte dai sette titoli consecutivi della Mercedes — l’ultima stagione di MotoGP è stata una delle più combattute e imprevedibili che si ricordino. Finì con lo spagnolo Joan Mir che vinse il suo primo titolo in carriera, riportando al successo la Suzuki vent’anni dopo, pur avendo vinto soltanto un Gran Premio. In quindici gare ci furono nove diversi vincitori, e fra questi non ci fu l’allora campione del mondo in carica Marc Marquez, che alla prima gara in Spagna si fratturò l’omero destro in una caduta. Ritornò nel Gran Premio successivo, ma il manifestarsi di un’infezione e di tutta una serie di problemi legati alle operazioni subite misero fine in anticipo alla sua stagione.
Marquez, 28 anni compiuti a febbraio, si trova ancora in fase di riabilitazione e salterà sicuramente le prime due gare: la Honda spera di riaverlo per il Gran Premio del Portogallo. In sua assenza ci sono stati dei cambiamenti significativi tra le squadre. Il primo riguarda Valentino Rossi, non più con la Yamaha ufficiale ma con il suo team satellite Petronas in compagnia di un altro italiano, Franco Morbidelli, secondo classificato lo scorso anno. Per Rossi, che di fatto si è scambiato il posto nel team ufficiale con il francese Fabio Quartararo, non è da escludere che si tratti dell’ultimo anno nel Motomondiale.
Fra i sette italiani non ci sarà il 35enne Andrea Dovizioso, che si è preso un anno di pausa ma che ad aprile farà alcuni test in pista con la Aprilia. La Ducati ufficiale ha quindi cambiato entrambi i piloti, considerando anche il passaggio di Danilo Petrucci con l’austriaca KTM. La scuderia italiana correrà con Francesco Bagnaia e il più esperto australiano Jack Miller, entrambi provenienti dal team “clienti” Pramac.
La Ducati fornirà inoltre le moto a una nuova squadra “clienti” composta dagli italiani Enea Bastianini, vincitore della Moto2, e Luca Marini, ventitreenne fratellastro di Valentino Rossi, entrambi al debutto in MotoGP. La Honda sostituirà temporaneamente Marquez con il tedesco Stefan Bradl, mentre per la Aprilia — che dopo la morte di Fausto Gresini continuerà ad affidarsi a familiari e collaboratori nella gestione della squadra — correrà Lorenzo Savadori, vincitore dell’ultimo campionato italiano di Superbike. La Suzuki è invece una delle poche squadre a non aver cambiato piloti confermando gli spagnoli Joan Mir e Alex Rins. Ha dovuto però cambiare team manager dopo il trasferimento in Formula 1 di Davide Brivio.
***
In Italia il Motomondiale verrà trasmesso da Sky — anche in chiaro su TV8 — e da Dazn, che trasmetterà prove libere, qualifiche e gare di tutte le classi, live e on demand. Dazn è disponibile in abbonamento da pc, tablet, smart TV e console al costo di 9,99 euro mensili.