Le donne indiane che fanno soldi mangiando online
Qui il mukbang – la pratica di fare dirette mentre si divora molto cibo – è diventato un gesto di indipendenza e sfida alle norme sociali
In India alcune donne hanno trovato un nuovo modo per guadagnare bene come “imprenditrici di se stesse”, sfidando le norme sociali del loro paese: il mukbang. È un fenomeno nato in Corea del Sud una decina di anni fa, il cui nome viene dalle parole sudcoreane muk-ja, che significa mangiare, e bang-song, che significa trasmettere: è quello che fa una persona che si riprende mentre mangia grandi quantità di cibo, osservata in diretta online da molte altre che la commentano e spesso la premiano pagandola.
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A partire dal 2015 si è diffuso un po’ in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, nonostante le critiche di chi ritiene favorisca i disordini alimentari e la perplessità di chi non comprende il fascino di fissare qualcuno ingozzarsi. Tra gli spettatori, c’è chi semplicemente si diverte, chi prova un senso di benessere, come se stesse condividendo piatti che non potrebbe permettersi, e chi li considera video “ASMR” (Autonomous sensory median response), cioè quelli che contengono sussurri e suoni rilassanti qui sostituiti da mascelle masticanti, risucchi e sgranocchiamenti.
In India il mukbang è arrivato verso il 2017 e si è diffuso soprattutto dal 2019; nell’ultimo anno, anche grazie alla pandemia da coronavirus, hanno iniziato a filmarsi non solo ragazzini ma anche donne che vivono nelle zone rurali, che sono riuscite a mantenere in questo modo tutta la famiglia. Diva Rajkumar, una mukbanger di Tamil Nadu, nel sud dell’India, ha raccontato a BBC che «durante la pandemia, YouTube è diventato l’unica fonte di entrate per noi: potevo comprare quello che volevo e quello che serviva ai miei figli». Prima Rajkumar aveva cercato inutilmente un lavoro part time, dovendo occuparsi anche delle due figlie: «dopo molti insuccessi, ho fatto fortuna su YouTube», grazie all’account Tamil Foddies, che ha più di 780mila iscritti.
Anche Mitaly Roy, che è dello stato del Bengala Occidentale e gestisce il canale Food Plaza, ha raccontato a BBC che «i primi guadagni sono arrivati come una benedizione: avevo bisogno di soldi». I video del suo canale, aperto nel dicembre del 2016, sono stati visti 6,7 milioni di volte. In molti sfida un parente a mangiare il piatto più grande, quasi sempre una ricetta tradizionale.
Secondo l’antropologo indiano Shriram Venkatraman, il genere di piatti mostrati è uno dei motivi del successo di questa forma di mukbang: «c’entra anche il tipo di migrazione che l’India sta attraversando: guardare questi video risveglia i ricordi del cibo di casa di cui le persone hanno nostalgia». Il principale, però, sarebbe il senso di liberazione che provano molte donne a guardare questi video: «le fa vivere indirettamente il tipo di vita che non è permessa loro. Mangiare, godersela e aprirsi al mondo. È affascinante anche per gli uomini, è una cosa nuova: non hanno mai visto le donne lasciarsi andare così in pubblico».
Roy e sua sorella alle prese con pane fritto (paratha), pollo al curry piccante, patate al curry, riso bianco e insalata di cipolla e cetriolo
Stando a Google Trends, la parola mukbang in India è diventata tre volte più popolare su Google e su YouTube nel 2019. Uno dei primi canali di successo fu Saapattu Raman, che ora ha 960mila iscritti ed è gestito da Sabari Kumar, un medico 27enne dello stato meridionale di Tamil Nadu. «Mio papà mangiava sempre molto e così ho deciso di aggiungere un po’ di cibo e fare dei video mentre mangiava», ha spiegato alla rivista Economic Times. Nei video appaiono spesso fianco a fianco, mentre divorano cumuli di biryani, un piatto locale a base di riso basmati con spezie e carne (pollo, manzo, agnello o montone), pesce e talvolta uova. I video di Kumar sono popolari non solo in India ma anche all’estero, come in Indonesia, Malesia e Singapore.
Mentre Kumar ha iniziato per gioco e continua a fare mukbang per divertimento, molti altri sono stati spinti da ragioni economiche: nel 2019 l’Economic Times scriveva che i guadagni provenienti da YouTube andavano dai 150 ai 3.000 dollari al mese, a cui si potevano aggiungere le donazioni dei fan e le collaborazioni con alcune aziende. Per esempio Bijian, un 27enne gestore di un canale con 430mila iscritti, aveva iniziato perché aveva bisogno di soldi. I suoi video, visti 178 milioni di volte, sono dedicati alla cucina di Tripura, uno stato del nordest, e molti sono ASMR: non parla ma si limita a degluttire e masticare, creando una sensazione di intimità con lo spettatore ben diversa dall’atmosfera spettacolare e bizzarra delle sfide a chi mangia di più. «Guardandoli – sostiene – le persone godono del cibo che non possono mangiare».
Gli stati del nordest sono quelli dove il mukbang è più diffuso: come mostra Google Trends, è qui che la parola è cercata più spesso online. È per esempio di Lucknow, la capitale dell’Uttar Pradesh, la ventenne Deepika Verma, che si definisce la prima donna indiana a fare mukbang. Il suo canale su YouTube si chiama Foodie Bobby, ha 49 mila iscritti e riflette l’età di Verma, con video girati con lo smartphone in ristoranti e caffetterie pieni di junk food, oltre che di pietanze indiane. Anche le motivazioni di Verma sono quelle di una ragazza di oggi: ha raccontato che la sua famiglia è contraria ma che lei spera, con i suoi video, di attirare l’attenzione della sua mukbanger preferita, la singaporiana Peggie Neo.
Dal nordest viene anche Apei Opalic, che ora vive a Belgrado, in Serbia, con il marito. Il suo canale, Apei Eats, ha 69mila iscritti e oltre a video di mukbang raccoglie anche ricette e approfondimenti sul cibo di casa sua e dell’etnia Tangkhul Naga, a cui appartiene. La gestione del canale è diventato un lavoro a tempo pieno e ha anche un sito dove vende magliette e altri gadget.
Oltre a fama e iscritti, i mukbanger ricevono spesso molte critiche, soprattutto le donne: sull’aspetto fisico, sulla quantità di cibo che mangiano e sulle loro maniere a tavola. Verma, la youtuber ventenne, è stata accusata di sprecare cibo, di fare video di scarsa qualità, di avere un brutto accento, mentre Apei è stata criticata perché parla male l’inglese e giudicata brutta: «non si può piacere a tutti: li ignoro, sono certa che siano ragazzini che non sanno cosa dicono». Sotto i video del canale Khai Khai Bengali, tenuto da una ragazza anonima dello stato del Bengala, è pieno di commenti sessisti e classisti che la deridono per l’accento, per il modo di vestire e che mettono in dubbio la sua capacità di essere una brava moglie o figlia: «dovremmo imparare a mangiare bengalese da una contadina come lei?», dice uno di loro.
Mitaly Roy, la mukbanger intervistata da BBC, risponde molto pragmaticamente: «siamo gente di campagna, lavoriamo duro e non potremmo farlo se non mangiassimo abbastanza»; e poi «mi piace mangiare, perché non dovrei farlo?».