Una canzone di Jo Stafford

Non si finisce mai di scoprire che questa o quella canzone vengono da secoli prima

(AP Photo)
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Non so se voi immaginaste che ancora si vendessero i cd (magari li comprate?), ma la notizia è che nel Regno Unito i ricavi dalle vendite di dischi in vinile stanno per superare quelli delle vendite dei cd. Questi sono i vinili più venduti nel 2020 (sempre nel Regno Unito).
1 Fleetwood Mac – Rumours
2 Oasis – What’s The Story, Morning Glory?
3 Amy Winehouse – Back To Black
4 Harry Styles – Fine Line
5 Kylie Minogue – Disco
6 AC/DC – Power Up

No other love
Io naturalmente – non avendo fatto studi al Conservatorio – che il passaggio principale di All by myself di Eric Carmen (1975) fosse Rachmaninoff l’ho scoperto in età adulta. Invece da dove veniva This night di Billy Joel lo capii perché avevo un nonno appassionato di Beethoven. E che American tune di Paul Simon è la stessa cosa di questa di Chaikovski e di questa di Bach l’ho saputo da poco. Eccetera.
Grandi successi pop hanno attinto molto alla musica classica, e non si finisce mai di scoprire che questa o quella canzone vengono da secoli prima.

No other love invece quando l’ho sentita (in una qualche serie o film degli ultimi anni) ero abbastanza vecchio da riconoscere lo Studio di Chopin. A farlo diventare una canzone fu un autore e pianista americano, Paul Weston, nel 1950; e a farla diventare una canzone di successo fu Jo Stafford, grande cantante californiana che tra l’altro fu tra le prime a cantare You belong to me, assai prima che se la prendesse Bob Dylan. Weston e Stafford si sposarono poco dopo, e misero su uno spettacolino di canzoni e spiritosaggini che andò molto forte tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Per dire che anche se la canzone era di Chopin, loro sapevano il fatto loro.

No other love can warm my heart
Now that I’ve known the comfort of your arms
No other love

(Poi una volta di quanto sono assolutamente canzoni certe cose di Chopin dovremo parlarne).


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