Ci sono nuove conferme sull’efficacia del vaccino di AstraZeneca
Protegge quasi al 100 per cento dalle forme gravi di COVID-19 ed è sicuro, dice un test clinico realizzato negli Stati Uniti
In un nuovo test clinico realizzato negli Stati Uniti, il vaccino contro il coronavirus di AstraZeneca si è rivelato altamente efficace nel contrastare la COVID-19, senza far rilevare problemi dal punto di vista della sua sicurezza. I dati della sperimentazione non sono ancora pubblici, ma l’azienda farmaceutica ha anticipato i principali risultati con un comunicato stampa lunedì mattina.
Il vaccino ha fatto rilevare un’efficacia del 79 per cento nel prevenire la COVID-19 in generale, proteggendo quasi al 100 per cento dalle forme più gravi della malattia e tali da rendere necessario un ricovero in ospedale, con rischi più alti di soffrire di complicazioni che si possono rivelare letali.
Il test clinico ha interessato 32mila volontari, per lo più negli Stati Uniti, ma con gruppi selezionati anche in Cile e in Perù. Circa un quinto dei partecipanti aveva più di 65 anni, e il vaccino è stato somministrato con due dosi a distanza di quattro settimane. Non sono state rilevate particolari differenze nella protezione offerta tra anziani e giovani.
I risultati del test clinico erano molto attesi per avere dati più solidi sull’efficacia del vaccino di AstraZeneca rispetto alle precedenti sperimentazioni, con le quali si erano ottenuti dati difficili da interpretare a causa di alcuni errori nei dosaggi e nei tempi di somministrazione. I dati ottenuti sono coerenti con quelli ricavati dall’analisi degli oltre 12 milioni di somministrazioni nel Regno Unito, e di più di 5 milioni di dosi utilizzate nell’Unione Europea.
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Il test clinico ha inoltre confermato la sicurezza del vaccino di AstraZeneca e non ha fatto rilevare problemi circolatori (trombosi) tra i vaccinati, condizione che aveva portato la scorsa settimana a una sospensione precauzionale nell’uso del vaccino in buona parte dell’Unione Europea. Dopo gli approfondimenti, giovedì 18 marzo l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) aveva confermato la sicurezza del vaccino, ribadendo che non ci fossero elementi per sospenderne l’utilizzo.
L’efficacia di un vaccino viene stimata dividendo i partecipanti alla sperimentazione in due gruppi: il primo riceve il vaccino, mentre il secondo una sostanza che non fa nulla (placebo). Dopo un po’ di tempo i ricercatori raccolgono dati su quanti volontari si siano ammalati tra i vaccinati e quanti tra quelli che hanno ricevuto il placebo.
I dati vengono poi utilizzati per calcolare il rapporto tra malati e sani in ciascun gruppo. Se il vaccino funziona, la percentuale di malati nel gruppo dei vaccinati è di solito inferiore rispetto a quella nel gruppo dei non vaccinati. L’efficacia indica quindi in percentuale la differenza relativa tra le due percentuali nei rispettivi gruppi (lo avevamo spiegato più estesamente qui). Nel caso in cui non ci sia differenza tra i due gruppi, il vaccino ha un’efficacia dello 0 per cento; se nessuno dei volontari vaccinati si ammala, l’efficacia è del 100 per cento.
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Mettere a confronto i vaccini in base all’efficacia che hanno fatto riscontrare in generale nel proteggere contro una malattia può essere fuorviante, perché i test clinici per ogni vaccino sono svolti con persone, luoghi e circostanze diverse. Ciò che davvero conta, soprattutto in questa fase della pandemia, non è inoltre l’efficacia in generale, ma la capacità di un vaccino di proteggere contro le forme più gravi della COVID-19, che possono rivelarsi letali. Come confermato dai nuovi dati, il vaccino di AstraZeneca protegge quasi al 100 per cento dalle forme gravi di COVID-19, come buona parte degli altri vaccini autorizzati finora.
I risultati del nuovo test clinico dovrebbero consentire ad AstraZeneca di ottenere un’autorizzazione di emergenza per il vaccino anche negli Stati Uniti, dove finora sono impiegate solamente le soluzioni realizzate da Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson. Il vaccino dovrebbe essere autorizzato nelle prossime settimane, anche in seguito alla pubblicazione dei dati completi derivati dal nuovo test clinico sulle riviste scientifiche.